La vicenda dei vaccini Covid nell’Ue riuscirà mai a fare impallidire il Qatargate? Il Parlamento europeo ora vuole ascoltare Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, sul mega contratto con Pfizer per il quale ella ha condotto da sola la fase preliminare – e fondamentale – delle trattative.
Si tratta di un contratto che prevede fino a 1,8 miliardi (miliardi!) di dosi, stipulato nella primavera 2021. Risultano irreperibili i messaggi che von der Leyen ha scambiato a questo proposito con l’amministratore delegato di Pfizer, Albert Bourla.
Ha chiesto l’audizione di von der Leyen la commissione Covid del Parlamento Europeo. La commissione tuttavia non sembra intenzionata – almeno per ora – ad esplorare tutto il resto della vicenda legata all’acquisto dei vaccini. Anche se invece sembrerebbe proprio il caso.
Infatti la Ue ha acquistato fino a 4,6 miliardi di dosi di anti Covid – 10 a testa per ogni cittadino europeo – con una spesa fino a 71 miliardi a carico degli Stati membri: cioè a carico di noi contribuenti.
Perché così tante dosi? Chi ha deciso di spendere tutti questi nostri soldi, quali criteri ha seguito? Sono le domande fondamentali, ma per ora non avranno risposta. Infatti non sono l’oggetto dell’audizione di von der Leyen.
Ora la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, deve decidere se far pervenire ad Ursula von der Leyen l’invito a presentarsi di fronte alla commissione Covid per parlare del contratto con Pfizer. A sua volta, se anche riceverà l’invito, von der Leyen potrà rifiutare di comparire. Prevedibilmente però ci andrà per salvaguardare la sua immagine (e quella del marito) dalle accuse di scarsa trasparenza.
Dunque si prospetta un gran bel match fra le abilità retoriche della von der Leyen e quelle dei parlamentari. La prima dovrà giocare in difesa, mentre i secondi andranno presumibilmente all’attacco.
Un match di questo genere lascerà tuttavia in ombra gli aspetti fondamentali ed opachi della vicenda dei vaccini Covid nell’Ue. Sono impliciti nella relazione che la Corte dei Conti Ue ha fatto pervenire alla commissione Covid del Parlamento europeo a proposito dei contratti. Riguardano il meccanismo decisionale ed operativo. Un meccanismo che sfugge a qualsiasi controllo democratico, ma che pure è stato in grado di spendere un gran mucchio di soldi nostri.
Nel 2020, di fronte al Covid, i governi e la Commissione Europea hanno scelto di percorrere esclusivamente la strada dei vaccini. L’hanno fatto senza chiedere ai parlamenti – e dunque agli elettori – se magari sarebbe stato opportuno investire qualche spicciolo anche nelle cure. E non solo.
La Commissione Europea e i governi Ue hanno istituito una sorta di cabina di regia incaricata di sovrintendere ai contratti con Big Pharma per i vaccini. Una cabina di regia potentissima, visto che ha sovrinteso alla spesa di 71 miliardi. Eppure i nomi di coloro che ne facevano (fanno?) parte sono segreti. Nessuno potrà mai obbligarli a rendere conto del loro operato ai cittadini.
E i criteri per scegliere i fornitori dei vaccini? Segreti anche questi. Risultano solo indagini di mercato effettuate dalla Commissione europea e dagli Stati Ue. Non sono pubbliche. Non ne sono pubblici gli autori.
Nello stesso modo, sono segreti e sottratti a qualsiasi controllo democratico anche coloro che facevano parte dei comitati di negoziazione, uno per ciascun contratto. I membri dei comitati venivano scelti dalla cabina di regia.
Ogni comitato di negoziazione raggiungeva innanzitutto un accordo di massima con la multinazionale di volta in volta prescelta sulle questioni fondamentali come numero delle dosi e prezzo: è ciò che Ursula von der Leyen ha trattato da sola per un contratto con Pfizer ed è il tema sul quale, se ritiene, dovrà riferire alla commissione Covid del Parlamento europeo.
Raggiunto l’accordo di massima con la multinazionale, il comitato di negoziazione iniziava le trattative formali per definire tutti gli aspetti del contratto di sua competenza. Quest’ultimo, una volta perfezionato, veniva sottoposto all’approvazione della cabina di regia e poi della Commissione europea, che provvedeva anche a firmarlo a beneficio degli Stati membri.
La catena di opacità di ciascun contratto sfocia ora nell’estrazione dalle tasche dei contribuenti dei soldi pubblici necessari per onorarlo. In tutto, appunto, si tratta di una spesa fino a 71 miliardi per acquistare fino a 4,6 miliardi di dosi.
Nessuno dovrà mai rendere conto delle scelte politiche relative a questi enormi acquisti. Ma Ursula von der Leyen, se lo riterrà, si presenti davanti ai parlamentari europei per parlare dei suoi contatti con Pfizer a proposito di un contratto che prevede fino a che prevede fino a 1,8 miliardi di dosi.
GIULIA BURGAZZI