Per la prima volta in Italia, su ordine del Tribunale di Pesaro, di dovrà procedere con l’analisi in laboratorio dei vaccini Mrna, Pfizer e Moderna, per accertarne la composizione chimica: un evento atteso dai molti che hanno subito le coercizioni del Governo.
L’ordine arriva in accoglimento del ricorso di un professionista pesarese, ultra 50enne, che si era rifiutato di sottoporsi al vaccino, subendo tutte le limitazioni nello svolgimento della propria attività professionale.
“Il ricorrente già guarito da infezione Covid, ingiustamente ha illustrato le proprie perplessità in ordine alla somministrazione di vaccini a mRNA, chiedendo se corrisponde a buona scienza medica vaccinare i guariti. Volevamo capire se il consenso informato, alla cui firma sarebbe obbligato, sia compatibile con l’obbligatorietà se siano presenti eccipienti ad uso non umano o dannosi per la salute”.
Questa dichiarazione dell’avvocato dell’uomo, Nicoletta Morante, già racchiude in sè una parte delle tante contraddizioni evidenti della campagna vaccinale, e le blinda scientificamente con una consulenza, presentata contestualmente, sui vaccini Mrna, del Dott Raffaele Ansovini, medico ricercatore, che già a gennaio aveva pubblicato una relazione su questo tema sulla rivista scientifica internazionale Journal of Biomedical Research.
Lo specialista, parla di “anomalo percorso vaccinale”, poichè “i vaccini mRNA, non hanno la conformazione funzionale dichiarata, ed, in secondo luogo pur creando una risposta anticorpale, la stessa risulta inefficace”.
A pagare per l’azione dei vaccini, alla lunga, sono i linfociti CD+19, “che diventano afunzionali nonché percentualmente meno presenti”.
Per la prima volta in Italia, quindi, un tribunale della Repubblica ha predisposto l’accertamento tecnico sui vaccini: per la prima volta dopo più di due anni.
Il primo ma non l’unico, a quanto pare, visto che un caso analogo è stato promosso da un odontoiatra a Trento: fioccano le cause e i ricorsi in sede civile, e pur con la lentezza della nostra burocrazia, finalmente si porta una scintilla di fiducia per il prossimo autunno e inverno.
Pesaro “un apripista a livello italiano”, come dice l’avvocato Morante, soddisfatta del risultato. Ci sono voluti anni per cominciare a scardinare un sistema blindato come quello che ruota attorno ai vaccini: tra green pass, segreti militari, e “consensi informati” che di informato non avevano nulla.
L’esame del vaccino è previsto a settembre, e sicuramente ne vedremo delle belle, visto che incongruenze palesi sulla tossicità del trattamento erano emerse anche soltanto sfiorando la superficie dell’argomento, dalle pubblicazioni e dagli studi pubblicati da prestigiose riviste scientifiche e ricercatori affermati, che contraddicevano i nostrani e caserecci viro- star, più appassionati di fama e popolarità che di rispettare il giuramento di Ippocrate.
Fa notizia, insomma, quella che sarebbe dovuta essere una prassi, viste le proporzioni della campagna vaccinale imposta a chiunque, in maniera illogica, irrazionale e incosciente: l’invasività del trattamento e le molte ombre sulla reale efficacia dei sieri sperimentali che la stampa mainstream elevandoli di rango, non smette di chiamare “vaccini” sono emerse da subito agli occhi di chi aveva conservato un minimo di lucidità mentale, tra il caos e il panico mediatico, volutamente diffuso dalla stampa e dal Governo.
Autunno caldo quest’anno: gli accertamenti sulla composizione dei vaccini si rifletteranno, plausibilmente, sulle scelte del prossimo governo, la cui elezione si terrà proprio il 25 Settembre.
ANTONIO ALBANESE
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