Altri cinque anni di Ursula Von der Leyen? La donna che ha incarnato il cancro della democrazia e che ha trasformato in peggio l’Ue diventerà presidente della Commissione europea anche nel 2024? La stampa internazionale dà praticamente per certo che si candiderà di nuovo.

Al nome di von der Leyen è legato un ampliamento dei poteri della Commissione europea, che sono sottratti al diretto controllo democratico. In teoria, durante il suo mandato non è cambiata una virgola nel ruolo suo e della Commissione che ella guida. In pratica, è cambiato moltissimo. Lo scandalo che le ha fruttato il soprannome di Ursula von der Pfizer è, ebbene sì, ancora il meno. Vale la pena di guardarci indietro per sapere cosa possiamo avere davanti.

Prima di Ursula von der Leyen, la Commissione europea non aveva un ruolo nel campo della salute pubblica e della difesa, che erano competenza degli Stati membri. Ora – di fatto – li ha, e passa anche in questi settori il rullo compressore sulle scelte dei governi nazionali che, se non altro, rispondono all’elettorato.

LA NOMINA DI URSULA VON DER LEYEN

E non solo. La nomina stessa di von der Leyen, nel 2019, ha scardinato un tentativo di colmare il deficit di democrazia che caratterizza le istituzioni Ue.

I cittadini infatti infatti non eleggono il presidente della Commissione europea. Sceglie il nome il Consiglio Ue, che rappresenta i governi degli Stati membri. Il Parlamento europeo si limita ad approvare: in teoria potrebbe respingere, ma non è mai accaduto.

Per tentare di metterci una pezza e di sottolineare il ruolo degli elettori, prima di von der Leyen era in uso il cosiddetto sistema dei capilista. Ovvero, diventava presidente della Commissione europea il capolista del raggruppamento politico più votato alle elezioni per il Parlamento europeo. Nel 2019, sarebbe toccato a Manfred Weber. Fu trombato a porte chiuse.

Von der Leyen ottenne così l’approvazione del Parlamento europeo con un margine di nove soli voti. Gli italiani del Movimento 5 Stelle furono decisivi. Non risulta che abbiano mai chiesto scusa.

URSULA E I CONTRATTI DEI VACCINI

Prima di Ursula von der Leyen, il commissario Ue alla Salute si occupava di questioni tipo la sicurezza alimentare. Con il Covid, la Commissione europea è entrata prepotentemente in scena anche in questo campo.

Ha infatti negoziato per conto degli Stati gli appalti congiunti per i vaccini, che ora gli Stati stanno profumatamente pagando con i soldi dei contribuenti. Il voto dei cittadini non ha alcuna possibilità di “punire” chi ha drenato e sprecato il loro denaro verso siffatti faraonici acquisti.

Di fatto, in materia di salute pubblica la Commissione europea di Ursula si è sostituita agli Stati, mantenendosi però al riparo dal processo elettorale (cit. Mario Monti). Sempre di fatto, ha inoltre dettato la linea – innanzitutto le vaccinazioni – con tutto ciò che a cascata ne è conseguito.

VON DER LEYEN E LE ARMI

ancora, prima di Ursula von der Leyen l’Ue non ficcava il naso in faccende relative ad armi e difesa. Anche questo è cambiato, e anche su questo nulla possono o potranno gli elettori. Ursula ha rottamato la retorica dei “decenni di pace” assicurati dall’Ue all’Europa. L’Ue è coinvolta fino al collo, e anzi ben oltre il collo, nella guerra in Ucraina contro la Russia.

Anche in questo campo, la Commissione europea sta ottenendo il compito di agire al posto degli Stati membri occupandosi degli appalti congiunti per le forniture belliche all’Ucraina.

LO “STATO DI DIRITTO”

È inoltre targata Ursula von der Leyen la recente insistenza sulla faccenda dello Stato di diritto: un altro modo in cui la Commissione europea acquisisce potere sugli Stati.

In teoria, lo Stato di diritto è quello regolato da leggi e procedure certe che assicurano l’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge e l’impossibilità di commettere arbitri. Nell’interpretazione di Ursula von der Leyen e della sua Commissione, lo Stato di diritto è quello che assicura la supremazia del diritto europeo su quello nazionale. Cosa che le dà modo di punire chi non si conforma ai diktat di Bruxelles.

Ursula von der Leyen si è comportata come un cancro per la democrazia. Quando un’istituzione acquisisce dei poteri, non se ne priva facilmente. Con o senza Ursula von der Leyen, è probabile che la Commissione europea continui sulla strada che ella ha tracciato. Sarà la sua eredità. E ce ne ricorderemo.

GIULIA BURGAZZI

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