Per prima cosa, ti interrompono. Lo fanno appena intuiscono che il tuo ragionamento – giusto o sbagliato – potrebbe decollare: suscitare attenzione, persino curiosità. Tu non puoi ragionare, devi limitarti ad abbaiare. Scandire slogan immediatamente riconoscibili. “Viva, abbasso”. E questo, a prescindere dall’argomento.
Lo hanno sperimentato sulla loro pelle, ancora una volta, Francesca Donato e Francesco Toscano. Ospiti di Zona Bianca, su Rete4, il 2 agosto. Ospiti per modo di dire: messi lì a fare da bersaglio, sistematicamente sabotati. Voci e volti offerti in pasto a non si sa chi, per non si sa bene quale strano rito.
ZONA BIANCA, NOTTE FONDA
Puro cannibalismo televisivo, lo si potrebbe chiamare: allegra, ordinaria macelleria post-giornalistica, verniciata di sensazionalismo per analfabeti funzionali e condita di luoghi comuni imbarazzanti. E se il pubblico – persino quel pubblico, che si presume così affamato di rassicurazioni – avesse voluto sentire cos’avevano da dire, gli outsider?
Due alieni, esibiti come trofei. Prescelti oculatamente. Lui, frontman di VisioneTv e del dissenso politico italiano (quello che ragiona). Lei, addirittura europarlamentare: critica, spigolosa, fuori dal coro. Come dire: due livelli, tra loro complementari. Quello che in Parlamento c’è già. E quello che si candida ad accedervi, prima o poi, per dare voce al popolo invisibile cui viene sempre tolta la parola.
TOSCANO E LA DONATO
A proposito: nei pochi minuti concessi (pochi secondi, quelli senza interruzioni) Toscano & Donato sono riusciti a dire due cose, una a testa. Lui: a contestare frontalmente il metodo, addirittura. Il mattatoio, incruento ma implacabile, dei talk televisivi mainstream. Lei: a dire – sul tema (il clima) – che oggi è la Commissione Ue a contestare l’uso spericolato e ormai globale della geoingegneria.
Paradossalmente, come per miracolo, sullo studio è sceso il silenzio – incredibile, ma vero – durante la visione del filmato con il quale la redazione, smaccatamente, intendeva esporre al pubblico ludibrio le voci eretiche del web. Sul tappeto: la denunciata manipolazione politica e mediatica della presunta emergenza climatica.
CLIMA: GRANDE LA BUFALA
“Presunta”, com’è noto, in quanto negata – come tale – da 1.500 scienziati, tra cui Premi Nobel. A scanso di equivoci, fiutando il pericolo, Zona Bianca ha esposto un cartello tombale: il 99,9% della comunità scientifica sarebbe concorde nell’attribuire all’emissione umana di CO2 l’andamento delle temperature terrestri.
Come dire: nessuno, sano di mente, oserebbe negare questa verità assoluta. Se 99 scienziati su 100 “sanno” che la colpa è solo nostra, inutile insistere. Chi tenta di opporre altre cifre e altre spiegazioni è semplicemente un cialtrone o un mitomane, da rinchiudere in manicomio.
SCIENZIATI: SOLO 1 SU 3 INCOLPA LA CO2
Trattasi invece di una fake news lapalissiana, come spiega il professor Franco Battaglia. Nasce dalla lettura – volutamente erronea – di uno studio pubblicato nel 2013 da John Cook e altri otto autori. Hanno analizzato 11.944 articoli scientifici sul cambiamento climatico (o riscaldamento globale) pubblicati tra il 1991 e il 2011.
In effetti – lo ammettono gli autori stessi – nel 66,4% per cento dei report non si parla nemmeno di “riscaldamento globale antropogenico”. Solo il 32,6% degli articoli sostiene l’origine antropica. Ed è solo tra questi ultimi articoli – appena uno su tre, quindi – che si sposa la tesi del “riscaldamento globale antropogenico”. Ecco dunque il numero magico: 97,1% (arrotondato da Zona Bianca con un bel 99,9%).
AL TELESPETTATORE NON FAR SAPERE
Eppure, la notizia era circolata abbondantemente: sul quotidiano La Verità e sul blog di Nicola Porro, oltre che su VisioneTv. Verità numerica, quindi neutra, alla quale però il pubblico di Zona Bianca – a quanto pare – non merita di avere accesso.
Il pubblico deve continuare a credere, più che a sapere. A credere in che cosa? Essenzialmente, in questo: che chi comanda ha sempre ragione. E chi si permette di obiettare qualcosa è come minimo un insolente, un pazzo visionario, un caso psichiatrico. Un terrapiattista.
ITALIANI TERRAPIATTISTI
E infatti: a silenziare i ragionatori, interrompendoli e squalificandoli come imbecilli, hanno provveduto un paio di disturbatrici presenti nella trasmissione, in studio e in collegamento. Due donne, tempestive nell’interdizione sistematica e teatralmente sceneggiata.
Una di loro, curiosamente qualificata come giornalista, si è subito premurata di sottolineare che i tipacci come Toscano (e forse anche come la Donato) fanno parte di quella genia di squilibrati – tantissimi, purtroppo – così scellerati da pensare davvero che la Terra sia piatta.
LA SCIENZAH DEL CLIMAH
Attenzione: parliamo di oltre trenta milioni di persone, infatti. Ben sei italiani su dieci – secondo la “giornalista” invitata da Zona Bianca – sarebbero convinti che il nostro pianeta non sia affatto sferico (sferoidale). Poi è arriva anche la precisazione: be’, no, in effetti si tratta di 6 italiani su 100, non su 10.
Meno male. E la fonte, di questo comunque inquietante 6% di super-citrulli nazionali? Niente, anche qui: mistero della fede. “Sondaggi”, si dice. Al pubblico deve bastare. Chiaro? Lo dicono i sondaggi. Lo dice la Scienzah (quella del Climah).
ED ECCO A VOI I NEGAZIONISTI
E appunto: come non ascoltarli – in religioso silenzio, loro sì – i paranoici omni-negazionisti che, nella loro psicopatologia cronica, non resistono alla tentazione di collegare il male in un’unica trama? Prima la fobia pandemica, poi la russofobia a comando. E ora anche la fobia climatologica. Ebbene: chi sono, davvero, questi dementi?
Ed ecco sfilare il serraglio, lo zoo dei mentecatti di cui ridere a crepapelle. Nel servizio televisivo proposto, abilmente confezionato, coabitano personaggi come Massimo Mazzucco, Alessandro Meluzzi e persino Enrico Gianini. Il quale afferma: credo esista una regia mondiale, per quanto riguarda la gestione planetaria delle cosiddette scie chimiche.
GIANINI: LA VERA STORIA
Chi è Gianini? Inutile perdere tempo in spiegazioni: al pubblico di Zona Bianca non è il caso di fare le opportune presentazioni. Per inciso: Gianini era un operatore aeroportuale di Milano Malpensa. Il primo, in Italia, a rivolgersi alla polizia, per i suoi sospetti sugli eventuali rilasci di sostanze tossiche in atmosfera.
Agli agenti, Gianini segnalò perdite di liquidi anomali, dalla coda e dalle ali dei velivoli, nonché la presenza di strani serbatoi supplementari dove prima c’era il vano bagagli. Poi si rivolse ai media indipendenti, al web. E così andò incontro a un sacco di problemi, dopo aver ovviamente perso il lavoro.
NOI PSICOPATICI
Ma tutto questo, evidentemente, all’ignaro pubblico televisivo non può interessare. Anzi, non deve interessare: perché chi si pone domande scomode e pensa che qualcosa possa essere andato storto non è una persona mediamente intelligente. Nossignore: è un complottista. Vale a dire: un individuo disturbato, che cerca altrove – nel posto sbagliato – uno sfogo per rimediare alla propria evidente infelicità esistenziale.
Seriamente: è stato detto papale papale, in trasmissione. Lo scettico non esiste più: ormai esiste solo lui, lo psicopatico negazionista. Il cospirazionista patologico. L’idiota. Ma allora – protesta inutilmente Toscano – il Machiavelli del Principe chi era? Un povero deficiente, pure lui? Il nonno di tutti i complottisti?
LA DURA LEGGE DEI TALK
Ecco, Toscano. Lui e la Donato. Che ci fanno, in trasmissioni come quelle? Sono note come persone serie, stimate, indipendenti. Non legate a nessun carro di potere. Libere di dire quello che pensano, a costo di pagarne il prezzo. In pratica due extraterrestri, nel pianeta chiamato Zona Grigia.
Che ci fanno, in non-luogo dove si sciorinano sconcertanti teologie pseudo-scientifiche, una dopo l’altra, sulla scorta di clamorose bufale e con tanto di statistiche inventate? Soprattutto: che ci fanno, due persone per bene (educate, civili) in un urlatoio deprimente dove, appena ti viene concesso il microfono, vieni istantaneamente interrotto e quindi zittito?
CANNIBALI TELEVISIVI
Perché li invitano? Ovvio: per lasciar credere al pubblico che la trasmissione sia democratica, tollerante, pluralista. Capace di dare ascolto a teorie eterodosse e persino strampalate, come quelle dei noti, ridicoli negazionisti psichiatrici.
E loro, perché accettano di partecipare alla tonnara sapendo in partenza che gli toccherà fare la parte dei tonni? Forse perché – invitati – non se la sentono (in quanto esponenti politici) di sottrarsi al confronto. E forse (forse) perché sperano che, un po’ alla volta, persino qualcuno dei telespettatori – qualche essere umano, presente in quel pubblico – ottenga una specie di grazia, dal cielo: venga cioè illuminato dal prodigioso, salutare beneficio del dubbio.
GIORGIO CATTANEO