«È una sentenza giusta. Era un processo che non doveva essere fatto, perché Azouz aveva chiesto alla procura generale di assumere 17 prove e queste 17 prove che avrebbero dovuto supportato i suoi dubbi. Dubbi che sono esplosi a livello mediatico in due trasmissioni de Le Iene quando un carabiniere della stazione di Erba ha rivelato che la macchia di DNA trovata sul battitacco dell’auto di Olindo probabilmente era stata lì trasportata per contaminazione e Rosa in parallelo ha raccontato di essere stata avvicinata, prima della confessione, da un’autorità di pubblica sicurezza».
A commentare la sentenza di assoluzione di Azouz Marzouk è l’avv. Luca D’Auria. Il suo assistito, l’ex marito di Raffaella Castagna e padre del piccolo Youssef, due delle quattro vittime della strage di Erba del 2006, è stato assolto mercoledì dall’accusa di calunnia, con formula piena, “perché il fatto non sussiste”.
Marzouk era finito imputato in relazione a una richiesta di raccogliere nuove prove per la revisione del processo sui quattro omicidi e che si era chiuso con la condanna all’ergastolo di Olindo Romano e Rosa Bazzi. Da tempo l’uomo è convinto dell’innocenza dei due ex vicini di casa, ed era stato accusato di averli calunniati incolpandoli del reato di autocalunnia per le loro confessioni, a suo dire false, sugli omicidi.
Abbiamo contatto l’avvocato Luca D’Auria difensore di Azouz, insieme alla collega Solange Marchignoli.
Avvocato D’Auria, la vicenda agli occhi dell’opinione pubblica sembra surreale. Una vittima che finisce accusata di calunnia per aver espresso i suoi dubbi in merito alle indagini e al processo…
È surreale per il cittadino comprendere come sia possibile che uno sia accusato di calunnia per aver ipotizzato un’autocalunnia da parte di due condannati all’ergastolo. La seconda motivazione a sostegno del fatto che il tutto è surreale è meramente logica: ci si è trovati nella condizione in cui le prove dell’accusa erano le stesse della difesa: ciò ha comportato uno stallo che ha impedito persino di ammettere l’audizione di Rosa e Olindo, vittime della calunnia, perché avrebbero magari potuto difendersi dicendo che si sono autocalunniati. Pertanto, nell’arringa ho paragonato questa situazione – che non ha neanche un precedente giurisprudenziale in Italia – alla scoperta che all’interno del sistema giuridico c’è un punto che non risolvi con le regole del sistema stesso, come se fosse il teorema dell’incompletezza della matematica di Gödel. Quindi è chiaro che è assolutamente paradossale nel termine più scientifico del termine e la sentenza ne ha dato conferma.
Da quanto vanno avanti i dubbi di Azouz sulle indagini e sul processo? Ricordiamo che egli ritiene che i veri colpevoli della strage di Erba non siano Rosa e Olindo…
Azouz, fin dai tempi del primo grado, aveva scritto tramite le guardie carcerarie della Corte di Assise di dubitare che quei due fossero gli assassini, cosa che poi ha ritrattato quando è stato chiamato all’ultima udienza del processo di Como. Perché aveva ritrattato? Lo ha spiegato lui stesso: lo ha fatto per ragioni di opportunità perché aveva un processo di spaccio in quel momento e si è reso conto che avrebbe troppo acceso i riflettori su se stesso.
Poi dopo che cosa è successo?
Già in Cassazione ha revocato la costituzione di parte civile contro Rosa e Olindo, ha cambiato avvocato e prima di Rosa e Olindo noi avevamo presentato un ricorso alla Corte Europea dei diritti dell’uomo per violazione del pieno contradditorio del processo italiano
Ora gli avvocati di Rosa e Olindo approfitteranno di questa sentenza?
Non lo so, perché bisogna vedere che cosa c’è scritto nelle motivazioni e se quanto ivi contenuto può aprire degli spiragli. Certamente è una sentenza importante.
Ora bisogna attendere le motivazioni …
Sì tra 90 giorni.
Invece Azouz che cosa intende fare?
Azouz vuole portare avanti la sua battaglia che ritiene doverosa nei confronti della moglie e del figlio uccisi, ovviamente non potendo per ragioni tecniche lui come vittima esperire una richiesta di revisione diretta, parte di ciò che può succedere non dipende da lui ma dalla difesa di Rosa e Olindo. Lui ha sostanzialmente esaurito le sue possibilità con questa richiesta che ha fatto alla procura generale di Milano che è legittimata a chiedere la revisione e lui è andato a processo proprio per aver fatto questo sollecito all’interno del quale ha sostenuto che se fossero fondate le sue ragioni Rosa e Olindo si sarebbero falsamente accusati. Questa era la calunnia.
Fatto sta che si è tornati a dare voce ai dubbi che aleggiano su questa vicenda da anni.
L’unica prova che il processo ha raccolto sono state le dichiarazioni di Azouz, cioè l’interrogatorio al dibattimento di Azouz. Lui ha avuto modo di ripercorre tutti i suoi dubbi sulle indagini e sul processo.
Di quali dubbi ha parlato?
Azouz ha focalizzato l’attenzione sulle anomalie riguardanti la traccia di DNA trovata sul battitacco dell’auto di Olindo. Poi ha ripercorso la testimonianza della vittima Mario Frigerio, sopravvissuto per caso, fino alle confessioni e alle anomalie che riguardano la morte di Valeria Cherubini, la moglie di Frigerio. Senza trascurare che i RIS di Parma avevano messo a soqquadro la casa di Rosa e Olindo analizzando anche le tubature e non avevano riscontrato neanche una traccia portata dalla scena del crimine dove loro hanno dichiarato che si sarebbero rifugiati e lavati. Tra l’altro, nessuna traccia di Rosa e Olindo è stata trovata sulla scena del crimine, tanto che la procura di Como si era opposta al dibattimento ad ascoltarli e la difesa li ha dovuti chiamare come propri testimoni.