
Spaventare e vessare il popolo: il male oscuro della Francia
Una settimana di follia, lungo quartieri trasformati in campi di battaglia dopo l’uccisione del diciassettenne franco-algerino Nahel Merzouk, freddato da un agente con un colpo al torace esploso a bruciapelo. Le immagini scioccanti rubate da un telefono, quindi lo scatenarsi della rivolta urbana. Conflitti a fuoco, roghi, panico, devastazioni. Centinaia di feriti e di arresti. E pure la morte di un giovane pompiere, caduto tra le fiamme di un garage incendiato.
Furioso anche l’oceano delle polemiche: sul fallimento dell’integrazione, nelle banlieues che il film “L’odio”, di Mathieu Kassovitz, rappresentava come veri e propri inferni già negli anni ’90. Tifoserie violentemente contrapposte: in prima linea i critici dell’accoglienza non selettiva dei migranti. Operazione pluridecennale, gestita nella presunzione di poter creare un melting pot sostanzialmente innocuo, anzi virtuoso, nel cuore di un’Europa sempre più africana e maghrebina.
QUANDO CHIRAC DISSE NO ALLA GUERRA
Si dice spesso che insieme a Mitterrand tramontò la celebrata grandeur transalpina massimamente impersonata da Charles de Gaulle, che volle tenere la Francia fuori dalla Nato. Ma forse si dimentica Chirac, che nel 1991 – contrariando gli americani – osò rifiutarsi di partecipare alla Guerra del Golfo. Ovvero: all’aggressione dell’Iraq sulla base delle inesistenti armi di distruzione di massa attribuite a Saddam. Una bufala fabbricata grazie al lavoro sporco degli 007 inglesi di Tony Blair, padrino di Matteo Renzi nel grande giro internazionale.
Oggi, di fronte all’ultima catastrofe francese, c’è chi – come Claudio Messora – fa giustamente notare l’abuso manipolatorio dell’Eliseo: la volontà di Macron di approfittare del disastro per limitare ulteriormente la libertà di stampa. Il timore è che l’occhio dei social possa fotografare comportamenti intollerabili e pericolosi, capaci di scatenare reazioni incontrollate.
MITTERRAND, FALSO SOCIALISTA
A colpire, in ogni caso, è l’anomalia transalpina: quella specie di male oscuro che da tempo si sta accanendo regolarmente proprio sulla Francia. Come se il paese avesse una valenza molto elevata, particolarmente simbolica, per lo stesso avvenire del vecchio continente. Tanto per cominciare, i nostalgici di Mitterrand dimenticano un dettaglio: sarebbe stato decisivo, il presidente socialista, nel creare le fondamenta dell’atroce austerity europea.
Lo ricorda l’economista Nino Galloni, allora consulente ministeriale a Roma. Helmut Kohl fu spinto ad adottare l’euro proprio dalla Francia, che temeva lo strapotere del marco: Parigi avrebbe dato il proprio consenso alla riunificazione tedesca solo se Bonn avesse accettato la moneta unica. Sempre la Francia accolse la contropartita pretesa, in cambio, dai tedeschi: regole che mettessero in crisi l’Italia, che era il primo concorrente industriale della Germania.
ATTALI, L’ANIMA NERA DI MACRON
Nel saggio “Il più grande crimine”, sulla genesi oscura dell’Unione Europea, un giornalista indipendente come Paolo Barnard cita il professor Alain Parguez, docente di economia, che svela il ruolo occulto svolto dal massone Jacques Attali all’ombra del potere presidenziale. Secondo Parguez, dietro alla superficie socialista, Mitterrand avrebbe nascosto un’anima monarchica: ben corroborata dal futurologo Attali, più tardi mentore di Emmanuel Macron.
La Francia – insieme alla Germania – come massimo gendarme del rigore finanziario di Bruxelles? Sicuramente con un’eccezione: la presidenza di François Hollande, almeno inizialmente motivata in chiave anti-Merkel, dopo il massacro sociale imposto alla Grecia. Da fonti disparate, si è appreso che un preciso ambiente massonico – dal Grande Oriente di Francia a superlogge come la Fraternité Verte – incaricarono Hollande di fare muro, contro la “teologia” ordoliberista: il paradigma della scarsità, grazie al quale esigere continui sacrifici da parte dei popoli.
HOLLANDE RICATTATO E MINACCIATO
Con l’elezione di Hollande, manco a dirlo, si scatenò l’Armageddon. Spettacolare esordio: la mattanza nella redazione di Charlie Hebdo (indagini poi bloccate e sepolte sotto il segreto di Stato). A seguire, una voragine di violenza cieca e al tempo stesso opaca, tollerata da polizie stranamente distratte. Come quelle che dimenticarono di controllare il camion-kamikaze sulla Promenade des Anglais a Nizza. O quelle che lasciarono arrivare fino a pochi metri dal presidente la bomba che esplose allo stadio di Parigi, a due passi da Hollande, nel giorno del Bataclan.
Doveva essere l’ultimo avvertimento, dopo il sexgate che gli era appena costato la fine del matrimonio con Ségolene Royal. Così, Hollande cedette su tutta la linea: prima ricattato, poi intimidito e minacciato. Completamente fallito, quel tentativo di mettere fine all’orrore dell’austerity. Ed ecco allora l’ovvia elezione dell’emissario dei Rothschild, il giovane Macron subito in trionfo: le braccia tese e alzate davanti alla piramide del Louvre, a formare idealmente un disegno perfetto (squadra e compasso).
MASSACRARE I FRANCESI
Come per miracolo, gli attentati cessarono. In compenso, presero a bruciare i tetti delle cattedrali di origine templare: a cominciare da Notre-Dame. Ancora una volta, un misterioso spettacolo destinato a sconcertare i francesi. Subito seguito da ben altro: l’infinita ordalia di massa dei Gilet Gialli, ferocemente repressa dai reparti antisommossa. Corollario: una stranissima “epidemia” di suicidi, tra le forze di polizia.
Francesi senza pace. Come quando insorsero, nei mesi scorsi, contro il taglio delle pensioni. Un affronto, il prolungamento dell’età pensionabile: il massimo sfregio inferto a quel che restava della sacralità dello Stato. La fine dell’ultimo baluardo di vera solidarietà sociale, storico vanto della République. Quasi fosse una colpa non più scusabile, il percepirsi come comunità nazionale nata all’insegna degli ideali umanitari della rivoluzione.
LA PORTA DELL’INFERNO
Troppo scomoda, la Francia dei diritti sociali, per un’Europa rovinosamente sottomessa agli avatar del sommo potere, come Lady Pfizer e la sua corte di replicanti? Sappiamo come si è regolata, l’oligarchia che manovra Macron: ha ordinato al presidente di firmare il grottesco Patto di Aquisgrana proprio con la Merkel. Massimo tributo all’immortalità dell’inviolabile asse franco-tedesco, caricatura del Sacro Romano Impero (con tanti saluti alla buonanima di Hollande).
E se proprio si volesse dare peso ai simboli, come non ricordare l’idea di trasferire a Roma l’innominabile Porta dell’Inferno, obbrobrio artistico del povero Auguste Rodin? Regnante il sodale Mario Draghi, la mostra fu inaugurata alle Scuderie del Quirinale proprio il 15 ottobre 2021, per “festeggiare” l’introduzione in Italia dell’infame Green Pass: altro duro colpo alla libera cittadinanza europea dei tempi che furono.
SANKARA E GHEDDAFI
La storia, poi, non è mai a corto di humour nero. Per dire: i poteri che oggi predicano la santità dell’emigrazione dall’Africa sono gli stessi che nel 1987 assassinarono l’ultimo grande leader panafricano, Thomas Sankara. Aveva un sogno: fare in modo che nessun africano fosse mai più costretto a lasciare il continente nero. A una condizione: che l’Africa smettesse di essere parassitata dall’Occidente, dal Fondo Monetario e dalla Banca Mondiale.
Gli stessi super-poteri, anche francesi – tramite il pessimo Nicolas Sarkozy – fecero uccidere Muhammar Gheddafi, mettendo fine al benessere della Libia (e alla relativa sicurezza energetica dell’Italia). Ma se l’Eliseo viene spesso utilizzato per operazioni ostili nei confronti degli stessi partner europei, non può non colpire l’ostinazione con cui, da qualche tempo, le autorità perseguitano proprio i cittadini francesi, in primis: come se volessero estinguere la loro aspirazione alla libertà.
ORGOGLIO E LIBERTÀ
Fa ancora paura, il fantasma dell’égalitè? Francese il primo medico europeo a scoprire l’efficacia dell’idrossiclorochina contro il Covid: il professor Didier Raoult, primario a Marsiglia. Prontamente emarginato come l’altro grande connazionale, Luc Montagnier, Premio Nobel per la Medicina. Imperdonabile, la sua crociata civile contro i falsi vaccini. Per di più somministrati in piena emergenza pandemica, quindi con la deliberata intenzione di produrre varianti e prolungare il terrore sanitario.
Francese anche il primo vero leader sovranista europeo, Marine Le Pen. Capace di demolire l’ipocrisia della gauche, di fronte alla pressione migratoria. Una recita inscenata per mascherare la dura realtà: la guerra condotta, con ogni mezzo, contro il cittadino. Da spaventare e impoverire, per ottenerne la resa incondizionata. Con i francesi, a quanto pare, non bastano le prediche: occorrono le maniere forti. È un popolo che sembra condannato a essere strapazzato sempre più spesso, da chi vorrebbe piegarlo: in modo che non possa essere d’esempio per gli altri sudditi di quest’Unione Europea. Una provincia imperiale senza onore, pericolosamente asservita agli dèi del denaro e della guerra.
GIORGIO CATTANEO