Era il 2018 quando un dirigente del Cnr, Antonio Raschi, ammise – nel santuario televisivo di Bruno Vespa – che certe operazioni di manipolazione climatica si sono sempre effettuate: la stessa disastrosa alluvione dell’Arno che travolse Firenze nel 1966 sarebbe stata inavvertitamente propiziata dal “bombardamento delle nubi” effettuato tra Lazio e Toscana, prima che i venti (non previsti) sospingessero la perturbazione più a nord, sull’Appennino e sul Valdarno.

Fonti ufficiali affermano che paesi come Israele, il Sudafrica e la California farebbero ricorso alla cosiddetta “inseminazione delle nubi” per favorire le precipitazioni in zone particolarmente aride, allo scopo di supportare l’agricoltura nei periodi siccitosi. La stessa Cina non fa mistero di disporre di un intero dipartimento speciale, dotato di uomini e mezzi (aerei, razzi e cannoni), il cui compito è di far piovere nelle aree desertiche, rendendole progressivamente coltivabili.

OPEN SKIES: CEDUTO AGLI USA IL CIELO ITALIANO

Il primo a mettere un punto fermo sul tema delle “scie chimiche”, in Italia, è stato probabilmente il giornalista indipendente Gianni Lannes: scoprì – da fonti aperte e liberamente consultabili, negli Stati Uniti – che i cieli italiani appena dopo il Duemila sarebbero stati “messi a disposizione” degli Usa per determinati esperimenti di geoingegneria mediante aerosol nella bassa atmosfera, in virtù del trattato Open Skies firmato da Berlusconi e Bush.

Anni dopo, è stato il generale Fabio Mini (citando il rapporto “Owning the Weather”) a spiegare che “possedere il clima” – per varie finalità – è esattamente l’obiettivo delle operazioni di manipolazione atmosferica condotte ormai ogni giorno. Basta alzare gli occhi al cielo per capire che le scie bianche e persistenti rilasciate dagli aerei non hanno precedenti nel passato; fino a vent’anni fa, infatti, i velivoli potevano al massimo emettere minuscole ed effimere scie di condensazione, cioè semplice vapore acqueo.

POSSEDERE IL CLIMA: SEGRETO MILITARE

Che cosa contengono le lunghissime strisce che oggi arrivano a velare il cielo, trasformandosi in quasi-nubi artificiali? Moltissime le ipotesi, tanti i sospetti; ma manca ancora qualsiasi conferma ufficiale sulla composizione chimica di quei rilasci. Forse, in alcuni casi le scie fuoriescono da serbatoi-fantasma: voli speciali, protetti dal segreto militare? Più spesso, si immagina, gli eventuali composti chimici sono semplicemente contenuti nell’attuale carburante dei velivoli.

Quesiti che ora un gruppo di cittadini – raccoltisi nell’associazione Guardiani del Cielo – rivolge direttamente alla magistratura, investendo tutte le Procure d’Italia: nella speranza che l’autorità giudiziaria possa far luce su un fenomeno ormai vistoso. Finora è stata vana ogni richiesta di chiarimenti, nonostante qualcosa come 18 interrogazioni parlamentari (una delle quali presentata dall’allora battagliero Salvini al Parlamento Europeo).

EMERGENZA SICCITÀ E MANIPOLAZIONE CLIMATICA

La materia si presta ad essere una palestra perfetta per il cosiddetto complottismo, quello che individua la presenza di piani diabolici ovunque: i più catastrofisti temono che i rilasci possano minare la salute e intossicare i prodotti agricoli (incontrando un’obiezione ricorrente: perché mai avvelenare la Terra, se poi a subirne le conseguenze sarebbero gli stessi avvelenatori?).

Altri si soffermano soprattutto sul riflesso climatico dell’operazione in corso: la coltre grigia rilasciata dagli aerei surriscalda forse l’atmosfera? Se così fosse, potrebbe essere un espediente utile ad avvalorare il dogma “gretino” utilizzato per lanciare il business planetario dell’auto elettrica, dopo aver convinto miliardi di persone che è solo l’uomo, con le sue emissioni di CO2, ad alterare il clima terrestre.

IL GENERALE MINI: IL METEO DIVENTA UN’ARMA

Certo sembrano lontanissimi i tempi dell’aerosol a base soltanto di ioduro d’argento, quello che favorirebbe le precipitazioni. Per il generale Mini, già dirigente Nato e comandante della missione Kfor nei Balcani, ai militari fa comodo che la tendenza si inverta: più il clima è secco, senza piogge, e più sono efficienti le telecomunicazioni.

Lo conferma un esperto come Enrico Gianini, già operatore aeroportuale di Malpensa: ottenere un cielo stabilmente sereno (anche a costo di provocare gravi siccità) significa aumentare le performance di determinate trasmissioni radar. Senza contare che, come ribadito dallo stesso Mini, il meteo può diventare un’arma di per sé: si può colpire un paese lasciandolo senz’acqua o, al contrario, alluvionandolo a comando.

Ci si domanda: questo genere di attività può essere correlato con le radiofrequenze che si presume vengano veicolate nella ionosfera da installazioni avveniristiche come quelle del sistema Haarp, in Alaska, fino alla possibilità teorica di determinare eventi potenzialmente disastrosi e persino di natura tellurica?

DOMANDE SENZA RISPOSTA: FINO A QUANDO?

In attesa che possano finalmente emergere dati verificati e ufficialmente confermati, al momento le certezze a disposizione sono minime. La prima è esplicita, visiva: da qualche anno, il cielo si “sporca” già dal mattino, con le anomale emissioni degli aerei. La seconda: le autorità si ostinano a non fornire spiegazioni. L’allarmismo dei cospirazionisti? Nasce, com’è ovvio, proprio dal perdurante silenzio delle fonti ufficiali.

Per lunghi anni è andato in scena il seguente dialogo tra sordi: da una parte le segnalazioni per le strane condizioni del cielo, dall’altra il “negazionismo” dei governi, pronti a dare del complottista (cioè dell’idiota, nella loro accezione) a chiunque osasse rilevare il carattere “anormale” dei recenti, quotidiani rilasci atmosferici.

Forse, qualcosa sta per cambiare: da Draghi (che parlò di “scie chimiche”) a Wikipedia (dove da qualche tempo compare la voce “geoingegneria”), il fenomeno sembra poter essere in via di progressivo, parziale sdoganamento. Sempre ammesso che l’operazione – di qualunque cosa si tratti – sia ufficialmente dichiarabile, un giorno (e che le sue eventuali finalità siano compatibili con quanto il cittadino si presume che sia disposto a sentirsi dire, dai propri rappresentanti istituzionali).

UN GRANDE TABÙ: COME LA VISITA ALIENA?”

Anche se l’anomalia che “imbratta” i cieli pare investire per lo più l’Occidente, lo stesso Gianini sostiene che abbia una dimensione globale: grazie a un presumibile, tacito accordo tra i maggiori governi del pianeta. Un disegno piuttosto misterioso, le cui finalità restano per ora sconosciute. Ha l’aria di essere una sorta di grande segreto, dice Gianini: sarebbe secondo solo agli altri due massimi tabù contemporanei, ovvero la cosiddetta “visita aliena” e la reale identità di chi emette davvero il denaro in circolazione.

Una cosa è sicura: la popolazione assiste a un evento quotidiano che appare chiaramente anomalo e continua a non essere spiegato. Le autorità tacciono, i media evitano l’argomento. Uno schema che ricorda ben altre situazioni: come il perdurante mutismo ufficiale sull’esplosione di morti improvvise dopo l’assunzione dei sieri C-19. Stessa dinamica: tutti ne parlano, tranne chi dovrebbe fornire le risposte che le persone si attendono.

GIORGIO CATTANEO