Le sanzioni Ue contro la Russia stanno scatenando la crisi energetica ed economica pure in vari Paesi dell’Asia.
Oltre che in Europa e in Italia, ovviamente.
Il motivo? Per sostituire il gas (e presto anche il petrolio) russo, l’Europa rastrella tutti i combustibili presenti sui mercati, a cominciare dal gas liquefatto. Non ne rimane per nessun altro. O, se c’è, ha un prezzo impossibile.
La conseguenza: ulteriori difficoltà per popolazioni che già non nuotano nell’oro e soprattutto un altro pezzetto di mondo in subbuglio. Questa non è una bella cosa neanche per l’Occidente, visti tutti gli altri problemi di stabilità ed equilibri geopolitici già presenti.
Ai gravi effetti collaterali delle sanzioni europee sta dedicando attenzione la testata economica Bloomberg. Rileva che vari Paesi in difficoltà per l’energia hanno chiesto ed ottenuto forniture dalla Russia. Non tutti però hanno risolto i loro problemi: ci sono disordini sociali, blackout, fabbriche chiuse.
“Europe is sucking gas away from other countries whatever the cost.”
As it races to fill the gap left by Russian gas, Europe is leaving the world’s poorest countries facing social unrest, blackouts and factory shutdowns.
Read the Big Take ⬇️ https://t.co/ze8nfXyNGJ
— Bloomberg (@business) November 8, 2022
Bloomberg in particolare cita le difficoltà di Pakistan, Filippine, Bangladesh e Tailandia. Ed è interessante buttare un occhio sulle vicende di questi Paesi abitualmente lontani dalle nostre cronache. La Tailandia, pare, se la passa ancora relativamente bene, ma negli altri sta succedendo di tutto.
Il Pakistan è recentemente salito alla ribalta per l’attentato all’ex premier Imran Khan, capo del partito di opposizione. Era in marcia insieme ai suoi seguaci per chiedere elezioni politiche anticipate. Dietro a tutto questo c’è la crisi economica. Il tentativo di assassinare Imran Khan, dicono gli analisti, causerà probabilmente ulteriore instabilità politica.
EDIT | The attempted #assassination of former Pakistani PM #ImranKhan is likely to worsen political turmoil and instability in the country.#Pakistan #DHOpinionhttps://t.co/abwn83F4QF
— Deccan Herald (@DeccanHerald) November 5, 2022
Le Filippine, dal canto loro, hanno problemi legati al crescente debito pubblico e alla necessità di rifinanziarlo. Da gennaio a settembre è lievitato del 14%.
BREAKING: The Philippine government’s outstanding debt skyrocketed to an all-time high of ₱13.52 trillion as of end-September due to the weakening of the peso and issuance of government securities, the Bureau of the Treasury says. | @lisbetesmael pic.twitter.com/hVDPIl50sQ
— CNN Philippines (@cnnphilippines) November 3, 2022
Debito ed economia dissestata anche in Bangladesh, che ha addirittura dovuto chiedere un prestito al Fondo monetario internazionale. L’accordo di massima è stato mercoledì 9 novembre 2022. In cambio dei soldi, il Bangladesh dovrà fare riforme neoliberiste. Il solito bacio della morte.
IMF staff and the Bangladesh authorities have reached a staff-level agreement to preserve macroeconomic stability, build climate resilience, and support strong, inclusive growth, while protecting the vulnerable. Learn more here: https://t.co/L62a73m1q8 pic.twitter.com/hIvVr9MiCU
— IMF (@IMFNews) November 9, 2022
Secondo l’analisi che Bloomberg ha dedicato agli effetti collaterali delle sanzioni istituite dall’Unione europea contro la Russia, la crisi del gas per i Paesi emergenti dell’Asia non si risolverà facilmente. Probabile anzi che prosegua per anni. Si può solo aggiungere che, così come questi effetti collaterali delle sanzioni europee erano imprevisti, le loro conseguenze anche sull’Europa saranno verosimilmente imprevedibili.
GIULIA BURGAZZI