«I cittadini sammarinesi e i 16 mila italiani residenti sul Titano non sono cavie […] è inaccettabile che un diktat politico dell’Europa possa obbligare ad una terza dose, senza che le autorità sanitarie ne certifichino l’efficacia e, soprattutto, valutino il livello di tossicità di tale dose di vaccino diverso dallo Sputnik V».

Si aggiunge un altro capitolo nell’intricata vicenda che vede come protagonisti San Marino, il vaccino Sputnik e il Green Pass.

Il Comites San Marino [1] si è scagliato nei giorni scorsi contro la decisione del ministro degli Esteri Luigi di Maio che nel corso di una conferenza stampa alla Farnesina, insieme al ministro russo Lavrov, ha dichiarato in modo esplicito che, per ottenere il Green Pass,

«i cittadini di San Marino, per la legge italiana, devono fare una terza dose con un vaccino riconosciuto dall’Ema entro il 15 ottobre».

A San Marino la popolazione è vaccinata, la maggior parte con entrambe le dosi, ma siccome il piccolo Stato indipendente ha scelto di usare il vaccino russo Sputnik V e questo non è riconosciuto dall’Ema, i cittadini non potranno viaggiare in Italia a meno che non accettino di fare la terza dose con un vaccino approvato.

Una decisione ben poco diplomatica, arrivata come una doccia fredda, presa dal ministro Di Maio che, secondo l’accusa del Comites San Marino, obbligherà i cittadini a fare da cavie per un mix mai sperimentato. Sia nel Palazzo che tra i residenti sammarinesi serpeggia infatti il timore di essere trattati alla stregua di cavie perché la terza dose (peraltro eterologa) non è in uso in Italia.

Per questo motivo il Comites San Marino chiede un confronto con il ministro degli Esteri,

«affinché venga superata quanto prima l’impasse. Ad avviso del comitato degli italiani all’estero, l’Italia non ha considerato le conseguenze drammatiche, a cui andranno migliaia di sammarinesi ed italiani residenti sul Titano che dopo il 15 ottobre dovranno recarsi lavoro, a scuola, oppure in strutture sanitarie nel caso di mancato accesso al green pass. Anche l’Europa non può esimersi dai suoi errori come i contratti stipulati con le case produttrici dei farmaci senza penali. I ritardi provocati dalle mancate consegne si ripercuotono oggi sui cittadini, e questo è inaccettabile».

Anche Matteo Ciacci, segretario di Libera non usa giri di parole:

«Non siamo cavie. Dopo settimane di promesse e mancate risposte, da parte del duo Ciavatta – Beccari questa epilogo sa davvero di presa in giro».

E afferma che si tratta «di una perdita di sovranità bella e buona visto che siamo costretti a cedere ai diktat dei nostri vicini».

 

[1] Il COMITES è un organismo rappresentativo della collettività italiana residente all’estero e da questa eletto a San Marino come in ogni altra Circoscrizione consolare ove risiedono almeno 3000 connazionali.

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