Altre due fonti anonime ribadiscono: gli Stati Uniti hanno sabotato il gasdotto Nord Stream.

La prima è un tweet di un meteorologo statunitense che dice di aver parlato con una persona del Dipartimento di Stato americano. Alla seconda dedica un articolo l’agenzia di stampa russa Ria Novosti. Entrambe le notizie sono di giovedì 16 febbraio 2023.

IL SABOTAGGIO SECONDO SEYMOUR HERSH

Circa 10 giorni fa il giornalista statunitense Seymour Hersh, già vincitore del premio Pulitzer, ha pubblicato su internet un articolo che dà per certo il sabotaggio made in Usa. Si basa su una fonte anonima ma che l’autore ritiene attendibilissima. La Casa Bianca ha smentito.

L’articolo di Hersh ha avuto risonanza mondiale. Sostiene che in giugno i sommozzatori della Marina Usa hanno piazzato l’esplosivo lungo il gasdotto, in fondo al Mar Baltico, utilizzando la copertura di un’esercitazione militare. Poi, nel settembre scorso, la detonazione attraverso un comando da remoto. Si è trattato, sostiene Hersh, di un’operazione segreta ordinata dalla Casa Bianca e portata avanti dalla Cia. Qui la traduzione completa in italiano del suo articolo e un approfondimento.

IL SABOTAGGIO SECONDO LE NUOVE FONTI ANONIME

La più nota delle due conferme anonime di ieri è un articolo dell’agenzia di informazione russa Ria Novosti. Riferisce di aver ricevuto per il tramite di un altro giornalista statunitense, John Dugan, una lettera anonima scritta da una persona che ha partecipato alle esercitazioni militari dietro le quali si celava il sabotaggio del gasdotto. Qui le riprese in inglese e in italiano.

L’altra conferma, meno conosciuta ma sorprendente, del sabotaggio made in Usa è un post su Twitter scritto da uno statunitense. Afferma di aver ricevuto le informazioni da una affidabilissima ma non rivelabile fonte del Dipartimento di Stato Usa.

Il profilo Linkedin dell’autore del tweet, John Basham, lo descrive come un meteorologo di Dallas, nel Texas. Se Basham ha scritto a Dallas il tweet sul sabotaggio statunitense del Nord Stream, esso – tenendo conto della differenza di fuso orario con Mosca – è stato pubblicato sei minuti dopo l’articolo di Ria Novosti.

Ovviamente è possibile che John Basham, non appena uscito l’articolo di Ria Novosti, si sia fiondato su Twitter producendo alla velocità della luce una variazione sul tema. Però un’origine indipendente sembra verosimile, anche perché sono diversi i particolari che compaiono nelle due narrazioni.

LA STORIA DEL GASDOTTO NORD STREAM

Riassunto delle puntate precedenti. Il gasdotto Nord Stream attraversa, o attraversava, il Mar Baltico per andare direttamente dalla Russia alla Germania. Il tracciato impediva all’Ucraina, o a chiunque altro, di chiudere il rubinetto del gas. Gli Stati Uniti e i Paesi baltici l’hanno sempre visto come il fumo negli occhi.

Nel 2021 si è ultimato il raddoppio del Nord Stream: praticamente, un secondo tubo parallelo al primo, sempre in fondo al mare. Facendo un piacere agli Stati Uniti, poco prima dello scoppio della guerra in Ucraina la Germania ha bloccato l’entrata in funzione di questo secondo tubo. Il primo tubo, il più vecchio, continuava però a portare gas russo in Germania.

Gli altri gasdotti dalla Russia alla Germania hanno smesso di funzionare durante la guerra. Anche il primo e più vecchio tubo del Nord Stream si è bloccato per le ripercussioni delle sanzioni sulla manutenzione di una turbina. La Russia ha sempre detto alla Germania, piegata dalla crisi energetica, che essa avrebbe ricevuto gas a volontà se solo avesse messo in funzione il secondo tubo del Nord Stream.

IL SABOTAGGIO NORD STREAM

Il gasdotto è esploso nel settembre 2022, togliendo alla Germania la possibilità (o la tentazione) di tornare al gas russo. Anch’essa ora dipende dall’arrivo del gas liquefatto, stracaro e in gran parte di provenienza statunitense.

Nessuno ha mai messo in dubbio che il Nord Stream sia esploso a causa di un sabotaggio. L’Occidente ha accusato la Russia. Perfino il Washington Post tuttavia ha ammesso che mancano prove della colpevolezza russa, senza però formulare ipotesi alternative.

Ha appunto provveduto Seymour Hersh.

LE ACCUSE CONTRO GLI STATI UNITI

Grazie alla sua fonte anonima, ha descritto come – egli ne è certo – il presidente statunitense Biden ha dato l’ordine di far saltare il Nord Stream. Ha spiegato minutamente come si è effettuata l’operazione con la collaborazione della Norvegia.

La sua ricostruzione dipende da una sola fonte, anonima. Ieri sono appunto arrivate altre due conferme, sempre anonime ma dettagliate.

La lettera che John Dugan ha ricevuto e consegnato a Ria Novosti contiene molti particolari. Può conoscerli, sostiene Dugan, solo chi ha partecipato alle manovre usate come copertura del sabotaggio del Nord Stream. Contiene anche foto e documenti che Dugan giudica equivalenti a prove. Però l’autore della lettera anonima ha chiesto di non divulgarli per evitare di poter essere identificato. Rispetto alla versione di Hersh, l’articolo che Ria Novosti ricava dalla lettera contiene più informazioni sull’equipaggiamento utilizzato e sul ruolo – diciamo – ausiliario della Norvegia.

E poi il tweet del meteorologo di Dallas. Sempre una fonte anonima ma ritenuta credibilissima. Aggiunge che la Marina Usa ha piazzato accanto al gasdotto otto bombe. Come prevedibile e previsto, scrive, due di esse non sono esplose a causa del lungo tempo trascorso in acqua.

GIULIA BURGAZZI

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