Sedici mesi di Draghistan non sono riusciti ad uccidere l’Italia. Non sono riusciti ad uccidere l’Italia neanche i maggiori media che, salvo rare eccezioni, hanno cantato imbarazzanti e unanimi lodi a questo Governo e al suo appoggio all’Ucraina di Zelensky, stilando addirittura l’elenco dei “filorussi” da isolare.
E’ come se la narrazione sulla guerra avesse rinchiuso gli italiani in uno stretto e coriaceo bozzolo: ma l’ultimo sondaggio IPSOS relativi alle opinioni su guerra in Ucraina, annessi e connessi dicono che all’interno di questo bozzolo si sta compiendo una metamorfosi.
Manca davvero poco a che la farfalla esca dal bozzolo e cominci a volare davvero. La maggioranza degli italiani non sostiene più l’Ucraina, che pure il mainstream presenta come il Bene impegnato in un’impari lotta contro il Male. I favorevoli alle sanzioni contro la Russia continuano ad assottigliarsi: possono essere considerati in maggioranza solo se si inseriscono nelle loro fila anche i “poco favorevoli”. In maggioranza, gli italiani vorrebbero sospendere gli aiuti militari all’Ucraina. Curiosamente, non si specifica la percentuale.
Ogni mese, giorno più giorno meno, l’istituto Ipsos effettua un sondaggio sulla guerra in Ucraina, sanzioni e simili per conto del Corriere della Sera, il quotidiano con solida tradizione filogovernativa che il 7 giugno 1944 attribuì alla “massa di fuoco della difesa germanica” la vittoria contro lo sbarco in Normandia e che pochi giorni fa ha pubblicato la lista dei “flilorussi” da emarginare.
La tabella riassuntiva riportata sotto è impietosa con le scelte e le politiche governative relative al conflitto (qui l’originale, arricchito con le intenzioni di voto degli intervistati). Ancor più impietoso con le politiche governative è ciò che la tabella omette, ovvero l’opinione sull’invio di armi all’Ucraina.
Le domande – le risposte – più interessanti sono le ultime due. La maggioranza degli italiani non è più schierata dalla parte dell’Ucraina. A metà marzo lo era il 57%, ora lo è il 49%. Coloro che non stanno né con la Russia né con l’Ucraina sono nel frattempo passati dal 36% al 44%. Dunque convince sempre meno la martellante narrazione secondo la quale il giusto sta solo da una parte, e lo stagliato sta solo dall’altra.
Per quanto riguarda le sanzioni alla Russia, i “molto d’accordo” sono scesi dal 24% di marzo al 17% attuale e gli “abbastanza d’accordo” dal 31% iniziale al 30% attuale. Parallelamente, i “per niente d’accordo” sono saliti dl 15% al 18%.
E poi c’è la faccenda dell’invio delle armi all’Ucraina. E’ un altro caposaldo della politica governativa. La tabella riassuntiva non ne parla. Il sito IPSOS cala un pietoso velo sulla percentuale degli italiani che sono contrari. Scrive solo che “oltre la metà degli italiani è per la sospensione” degli aiuti militari all’Ucraina. In marzo, altri istituti demoscopici affermavano che il 55% degli italiani era contrario all’invio di armi all’Ucraina. Di quanto saranno aumentati?
GIULIA BURGAZZI
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