La casa farmaceutica Pfizer accetta di ridurre del 40% le enormi quantità di vaccini Covid ordinati dalla Commissione europea e di dilazionare le consegne. Però pretende il pagamento di tutte le dosi, comprese quelle che non dovrà neanche prendersi il disturbo di produrre. Praticamente, oltre al danno anche le beffe per i cittadini, che dovranno tirare fuori i soldi.

La Commissione europea spinge gli Stati membri ad accettare questo accordo. A quanto si sa, si oppongono apertamente solo Polonia, Bulgaria, Lituania e Ungheria. Se non si aggiungeranno altri, il patto danno&beffe con Pfizer diventerà effettivo.

Il quotidiano Financial Times ha svelato questa vicenda, che si dipana attraverso incontri a porte chiuse. Coinvolgono da un lato la Commissione europea e i rappresentanti di Pfizer; dall’altro, la commissaria Ue alla Salute, Stella Kyriakides, e i ministri della Salute degli Stati membri.

I CONTRATTI TRA PFIZER E UE

La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha svolto un ruolo personale e diretto nelle trattative con Pfizer per il maxi contratto che ora si vorrebbe correggere perché comporta un diluvio di dosi inutili. Si tratta della vicenda relativa agli sms che ha scambiato con il capo di Pfizer, Albert Bourla. Nessuno sa cosa esattamente abbia esattamente detto e fatto. In ogni caso non dovrà risponderne pubblicamente.

Il contratto in questione risale alla primavera del 2021, quando già l’Ue traboccava di siringhe e di flaconi anti Covid. È il più consistente fra tutti quelli firmati dalla Commissione europea per conto degli Stati membri, ai quali spetta il pagamento. Prevede la fornitura di 900 milioni dosi (i residenti nell’Ue sono meno di 450 milioni), più un’opzione per altri 900 milioni di dosi. L’opzione non risulta esercitata.

Se il prezzo di ogni dose è 19,5 euro, come scrisse a suo tempo il Financial Times, i 900 milioni di dosi certe equivalgono a 17 miliardi. Complessivamente, calcolando anche il contratto Pfizer della primavera 2021 ora in questione, i contratti della Commissione europea per i vaccini valgono 71 miliardi di euro e 10 dosi a testa. Le cifre comprendono anche le opzioni di acquisto: ma nessuno sa quante ne sono state esercitate.

LE CONSEGNE IN PREVISIONE

Le consegne di anti Covid previste per questo 2023 discendono dai 900 milioni di dosi del contratto con Pfizer. Per la sola Italia, si tratta di oltre 61 milioni di dosi che costano un miliardo allo Stato, cioè ai contribuenti. Sempre per quanto riguarda la sola Italia, i 61 milioni di dosi Pfizer 2023 si aggiungono ad altri 122 milioni di dosi inutili, e relativi miliardi di euro, che derivano da altre forniture.

Flacone più flacone meno, la situazione è la medesima in tutti gli Stati Ue. Un più che colossale spreco di denaro pubblico del quale nessuno dovrà rispondere. E ora al danno si aggiungono le beffe.

Pfizer fa la voce grossa: ci sono dei contratti firmati e – come dicevano gli antichi – pacta sunt servanda, gli accordi vanno rispettati. Così la Commissione europea sta limitandosi ad ottenere ritocchi cosmetici, li spaccia per una conquista e invita gli Stati membri a sottoscriverli.

Oltre a prevedere il pagamento di tutti i 900 milioni di dosi, questi ritocchi comprendono la consegna di soli 540 milioni di dosi (il 40% in meno rispetto a quelle ordinate) e la dilazione fino al 2026 dei quantitativi pattuiti per il 2023. Se nel frattempo emergerà qualche nuova variante, Pfizer si impegna ad aggiornare i vaccini.

GIULIA BURGAZZI

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