Stanno circolando in rete delle foto che ritraggono l’attacco di Pearl Harbor.
Niente di nuovo, si dirà.
Beh, l’autore del post apparso su Reddit sostiene di mostrare immagini inedite (alcune foto proverebbero addirittura la tesi secondo cui gli Stati Uniti avrebbero preso parte all’attacco della propria flotta), che l’uomo avrebbe ricevuto dal figlio di uno scienziato nazista scappato in America.
Sul finire della Seconda guerra mondiale, questa via di fuga non era poi così remota.
La cosiddetta operazione Paperclip, questo il nome del progetto, fu un’operazione di intelligence condivisa grazie alla quale più di 1.600 tra scienziati, ingegneri e tecnici tedeschi, alcuni dei quali nazisti, trovarono accoglienza in America.
Quest’uomo, dicevamo, in là con gli anni e affetto da demenza senile, così riferisce l’utente, ha deciso di mostrare delle foto mai viste.
L’uomo oramai non ha più niente da perdere: è solo, tutta la sua famiglia è defunta e si trova bloccato, a causa delle sue condizioni di salute, a Juneau, in Arkansas.
A sostegno della veridicità delle sue affermazioni, l’autore del post sostiene di essere in possesso dei documenti dell’uomo e del padre dell’uomo. Informazioni, queste, che divulgherà solo se necessario. Dichiara inoltre di essersi recato personalmente nella casa dove costui vive.
Ma cosa hanno dunque di particolare queste immagini?
Si tratta di una ventina di foto di guerra in cui il soggetto è primariamente il bombardamento di Pearl Harbor, quindi fiamme, esplosioni, distruzione e morte. Le foto che ritraggono l’evento storico hanno angolazioni particolari, è vero. Ma nelle ultime foto c’è qualcosa che lascia davvero riflettere.
Prima ricordiamo brevemente gli eventi.
Siamo al 7 dicembre del 1941, ben 81 anni fa.
La flotta militare statunitense allora si trovava di stanza presso le isole Hawaii. Alle prime ore del mattino il Giappone sferrò un potente attacco contro gli americani con una delle sue migliori portaerei.
L’attacco fu una vera e propria dichiarazione di guerra contro gli Stati Uniti. Si contarono circa 3500 tra morti e feriti.
La versione ufficiale dell’avvenimento narra di come i nemici avrebbero colto alla sprovvista gli statunitensi, colpiti e di fatto costretti ad entrare nel secondo conflitto mondiale.
La versione non ufficiale, che sempre più sta prendendo piede tra gli storici meno ortodossi, invece racconta ben altro.
L’opinione pubblica americana ripudiava l’ingresso del proprio esercito nel conflitto. Questo era visto come lontano, anzi lontanissimo.
“Una faccenda europea con un oceano di mezzo”, si diceva.
I media e la politica dovettero fare un grosso lavoro di propaganda per far accettare all’opinione pubblica l’interventismo del governo e dell’establishment.
Le alte sfere di politica e finanza vedevano infatti nella guerra un piatto assai ghiotto da cui scegliere i migliori bocconi.
Tuttavia, bene ripeterlo, non era questo il sentire comune.
Si narra addirittura che lo stesso generale Eisenhower fosse solito ricordare quotidianamente ai propri soldati il motivo per il quale si trovassero al fronte, tanto forte era lo sdegno e la disaffezione dei militari.
Dunque, qualcuno doveva spingere l’ingresso degli Stati Uniti. Gli americani stavano temporeggiando, e probabilmente avrebbero continuato a procrastinare.
Secondo alcuni storici dunque le alte sfere militari americane sapevano dell’imminente attacco nipponico.
Wiston Churchill sapeva, quindi anche gli Stati Uniti dovevano sapere.
Questo sostengono alcuni del settore dell’intelligence, tra cui Eric Nave, direttore dello spionaggio australiano, e James Rusbridger, funzionario in pensione del controspionaggio britannico.
Ed essendone tutti a conoscenza in anticipo, avrebbero avuto tempo e modo di poter avvertire la flotta di connazionali di stanza nel Pacifico.
Così però non fu. La flotta non ricevette alcun avvertimento ed il massacro si compì.
Già questo basterebbe a sdegnare tutti coloro che non hanno mai conosciuto, o contestato le tesi alternative alla versione ufficiale dei fatti.
Tuttavia la versione che propone l’autore del post di Reddit va oltre questa ricostruzione. Nelle ultime foto mostrate nel post c’è un idrovolante, pare americano, che qualcuno ha ritratto in mare capovolto.
Vi sono differenze di colore e di angolazione tra le prime e le ultime foto: divergenze che, spiega l’autore, sarebbero dovute agli strumenti utilizzati per catturare le immagini.
“Quelle dell’idrovolante con stiva carica sono state fatte da un altro idrovolante che si è assicurato ci si fosse sbarazzati delle prove”, dice l’autore.
Il messaggio che l’utente e la sua fonte pare vogliano comunicare è che gli Stati Uniti non solo sapessero dell’attacco di Pearl Harbor, ma molto probabilmente avessero fattivamente partecipato all’azione bellica.
Se questo sia avvenuto ed in quale misura, ovviamente per adesso non è dato sapere.
Forse dopo 81 anni sarebbe il caso che, come per l’omicidio del presidente Kennedy, anche sull’attacco a Pearl Harbor si facesse chiarezza e si rilasciassero davvero tutti i documenti disponibili.
Non è pensabile che ci si debba affidare ad un utente di Reddit, benché in buona fede, che magari racconta anche con accuratezza le proprie informazioni, per spiegare uno degli eventi più traumatici della storia americana.
Tra l’altro, oggi pensare ad un cosiddetto inside job, dopo gli avvenimenti dell’11 settembre 2001, non è nemmeno più una cosa così lontana dall’immaginario collettivo.
Basteranno otto decadi per convincere le istituzioni a parlare?
Vediamo intanto quale risonanza avrà questa idea sull’opinione pubblica.
MARTINA GIUNTOLI