Chiedetevi che tipo di governo, assolutamente stupido e irresponsabile, ci porterebbe a una situazione del genere. Chiedetevi che tipo di imbecilli guidano le nazioni della Nato, personaggi che mettono a rischio la sopravvivenza dei propri paesi per compiacere Washington. Chiedetevi che tipo di leadership completamente stupida c’è in Finlandia, altro Stato che non vede l’ora di tuffarsi in questa situazione pericolosa unendosi all’Alleanza Atlantica. E dov’è l’idiota del presidente americano, mentre la Russia mette i suoi missili nucleari in Combat Alert Status? È al telefono con Putin per calmare questa situazione ad alto rischio? No. Lo sciocco è in Ucraina e in Polonia a versare benzina sul fuoco.
Domande retoriche, frasi taglienti. A vergarle, sul suo blog, è il professor Paul Craig Roberts, già viceministro di Reagan. Economista liberale, negli ultimi anni è letteralmente salito sulle barricate contro il Deep State “dem”, la premiata ditta Obama-Clinton che ha messo alla gogna Julian Assange e causato la fuga di Ed Snowden. Due illustri perseguitati, due spine nel fianco della celebrata democrazia stellestrisce. Una tradizione politica ormai ridotta all’ombra di se stessa, dopo l’incresciosa “vittoria notturna” di Biden grazie al voto postale e ai trucchi contabili del sistema digitale Dominion.
ASSANGE, SNOWDEN, HERSH: LA VERITÀ È VIETATA
Già sotto Obama, Craig Roberts non era mai stato tenero con l’establishment. Denunciava l’imperversare di un vero e proprio “regime”, fondato sulla violenza e la sistematica falsificazione dei fatti. Tutto questo, grazie alla piena complicità delle “presstitutes”, i grandi media ormai al soldo del padrone unico. Lo ha ricordato Massimo Mazzucco: la libera informazione è tecnicamente finita nel 2001, dopo l’aperta minaccia di Bush (“Non tollereremo teorie del complotto, sull’11 Settembre”) e l’antrace recapitata a popolari anchorman televisivi. Da allora sono scese le tenebre, sulle news e sull’analisi indipendente degli eventi.
Anche per questo, persino un Premio Pulitzer come Seymour Hersh è entrato praticamente in clandestinità: totale silenzio sulla sua ultima, devastante denuncia (le prove del ruolo dell’intelligence statunitense nel sabotaggio del gasdotto Nord Stream). Se Hersh è un cavallo di razza del giornalismo che fu, Paul Craig Roberts appartiene alla stessa categoria di sopravvissuti. Proviene dall’accademia e dalle istituzioni. Non è certo un outsider “antisistema”. È semplicemente un americano esasperato e indignato, nel vedere il proprio paese ridotto così. La sua è la Voce dell’America che oggi manca, nell’assordante orgia di menzogne quotidiane a reti unificate.
LA FRANCHEZZA DI PUTIN, DA NOI SOLO BUGIE
Già ai tempi dell’invasione della Siria da parte delle milizie dell’Isis sotto la protezione occidentale, Paul Craig Roberts tuonava: pessima notizia, se il prestigio internazionale degli Stati Uniti non esiste più. Sincera la sua stima per Putin: l’ha sempre considerato l’unico vero statista in campo. E avvertiva, già ieri: la cosa più pericolosamente stupida che si possa fare è sfidare la Russia fino a umiliarla. Altra annotazione: a differenza dei leader occidentali, Putin parla “con lingua diritta”, ci avverte sempre in anticipo sulle sue intenzioni e poi mantiene immancabilmente le promesse. Impossibile rimproverargli di non essere chiaro.
Naturalmente, visti i tempi che corrono, le solite scimmiette ammaestrate non hanno esitato a liquidare anche Paul Craig Roberts come una specie di agente al servizio dell’Orso Russo. Il che è particolarmente ridicolo: il professore era una delle menti delle famose Reaganomics, che avrebbero permesso agli Usa di accelerare il collasso dell’Urss. Beninteso: all’epoca, a Mosca regnava ancora Breznev.
START-2 SOSPESO, IN ALLERTA I MISSILI NUCLEARI
Craig Roberts sapeva esattamente cos’era, la guerra fredda. Anche per questo, oggi, si domanda: siamo a un nano-secondo dalla mezzanotte nucleare? Non è uno scherzo, congelare il trattato Start-2. E anche stavolta il capo del Cremlino si esprime in modo trasparente: sospendiamo la partecipazione attiva al trattato per interrompere le ispezioni americane ai nostri siti missilistici, vista l’aria che tira. È come dire: aver tolto la sicura. E come al solito, in perfetto stile Putin: con ampio preavviso.
Craig Roberts lancia l’allarme: gli americani, dice, non si rendono conto del pericolo. L’obiettivo principale del regime di Biden – scrive – è aumentare ulteriormente le tensioni con la Russia, che oggi «sono già più pericolose che durante la crisi dei missili cubani». Quanto alla «folle guerrafondaia» Victoria Nuland, che Biden «ha stupidamente confermato sottosegretario di Stato», ha annunciato che Washington considera le installazioni russe in Crimea “obiettivi legittimi”. Ergo: il governo degli Stati Uniti sostiene gli attacchi ucraini su un territorio che Mosca considera russo.
ALLARME ROSSO: NON VEDIAMO IL PERICOLO
Non a caso, l’ambasciatore statunitense è stato appena chiamato a rendere conto della partecipazione ormai esplicita, da parte di Washington, al conflitto ucraino contro Mosca. Al diplomatico «è stato detto che gli Stati Uniti sono attivamente in guerra con la Russia, e che questo avrà delle conseguenze». La prima: disporre i missili atomici in stato di allerta. «Ho costantemente avvertito che il coinvolgimento dell’Occidente in Ucraina sta portando a una guerra nucleare», sottolinea Craig Roberts. «Gli idioti di basso livello che compongono la “comunità degli esperti di Russia” mi hanno ignorato, così come i media di sola narrazione ufficiale». I politici statunitensi? «Sono persone russofobe, che affrontano emotivamente una situazione pericolosa: sono incapaci di ragionare e di comportarsi in modo responsabile».
Il guaio è che i russi, aggiunge Roberts, tutto questo lo hanno visto benissimo. «Vedono che non c’è intelligenza da nessuna parte, in una leadership occidentale intenta solo a spezzare la Russia». Putin? «È stato anche troppo paziente, nell’attendere una scintilla di intelligenza da parte nostra». Attenzione: «Se svanisce la speranza, la guerra è in arrivo». Di qui l’estrema preoccupazione dell’ex viceministro di Reagan. «Il popolo americano – non coinvolto, inconsapevole e disinformato – non ha idea del pericolo che sta correndo. La comprensione del pubblico è infatti limitata dall’indottrinamento ricevuto: Russia cattiva, Ucraina buona». Ovvio: se la gente non ha idea di quello che sta davvero accadendo, come illudersi che possa pretendere dai politici un cambio di rotta? E dunque: siamo davvero a un passo dalla mezzanotte nucleare?
GIORGIO CATTANEO