In data 11 giugno 2022, Andrea Stramezzi, il noto medico odontoiatra sospeso dall’Ordine per non aver ottemperato all’iniezione ma cosa ancor più grave aver curato circa 6000 pazienti che avevano così superato senza problemi l’infezione da Sars-Cov2, scriveva un tweet a proposito del collega, il Dott.Giuseppe Barbaro, chiedendo solidarietà per l’ennesimo medico colpito dalla mannaia dell’Ordine pochi giorni prima.
Il Dott.Barbaro, aveva avuto la grave colpa non solo di aver prescritto esami prevaccinali ad i suoi pazienti, ma che alcuni di loro, proprio in virtù di tali esami, avevano ottenuto l’esenzione dalla vaccinazione contro il Covid.
Oggi il cardiologo del Policlinico Umberto I di Roma torna a far parlare di sé per aver denunciato quattro medici della commissione dell’Ordine dei Medici della Capitale, la stessa commissione che lo aveva sospeso il mese scorso.
Secondo le accuse di Barbaro, gli stessi sarebbero colpevoli di corruzione, concussione e abuso d’ufficio, mantenendo lo stesso la riserva di costituirsi parte civile per i gravi danni subiti.
I fatti hanno una data precisa d’inizio, ovvero il 9 giugno 2022, giorno in cui il cardiologo, convocato dalla commissione dell’Ordine dei Medici di Roma, avrebbe dovuto ricevere una sentenza nel procedimento di sospensione a suo carico, dopo aver ottenuto valutazione della propria memoria difensiva in cui spiegava le ragioni della sua condotta clinica.
I Consiglieri entrano, entra il Presidente, Dott.Maggi, entra il Dott. Giuseppe Barbaro accompagnato dal Dott. Di Fresco, il suo legale.
Iniziano i lavori, ma tutto é già deciso, il Dott. Barbaro va sospeso, come vedremo tra breve.
All’inizio dell’udienza, particolare non da poco, vengono prelevati i dispositivi cellulari del Dott. Di Fresco, e della Dott.ssa Di Fonso, uno dei consiglieri dell’Ordine, visto che probabilmente qualcuno in Commissione aveva non solo intuito che la dottoressa non si sarebbe uniformata al voto concordato, ma che probabilmente avrebbe potuto registrare quanto poi detto in aula.
E proprio come anticipato, una volta giunto il momento del voto, alla Dott.ssa Marina Di Fonso viene impedito di esprimersi contro la sospensione di Barbaro. La stessa infatti é stata prima messa a tacere e poi allontanata dalla seduta, come si legge dagli atti. Solo dopo si é proceduto al voto (concordato) atto a sospendere il Dott.Barbaro.
Si noti che, prima di essere espulsa, la stessa aveva sostenuto davanti al Presidente Dott.Maggi ed ai colleghi che la memoria difensiva del medico attenzionato fosse assolutamente precisa e convincente sotto tutti i punti di vista e che quindi dovesse essere accolta.
Nessuno probabilmente avrebbe mai pensato che la Dott.ssa Di Fonso potesse aver con sé un secondo dispositivo, grazie al quale non solo ha registrato le conversazioni ma anche le pesanti minacce e intimidazioni volate durante la sessione dell’Ordine.
Tanto meno la Commissione si immaginava che dei bollenti ed incredibili fatti rimanesse indelebile traccia.
Grazie al secondo cellulare invece si é potuto dare il via ad una serie di accertamenti che sarebbero stati altrimenti difficili da dimostrare e da ricostruire.
Il legale del Dott.Barbaro non solo ha contestato la validità della procedura in sé, ovvero il fatto ad esempio che la memoria difensiva non sia mai stata riconsegnata al suo assistito presumibilmente perché senza la firma della Dott.ssa Di Fonso e quindi invalidante la sospensione, ma ha contestato anche le minacce e le intimidazioni cui é stata sottoposta la Dott.ssa Di Fonso, ricordando che in tal sede ella, come gli altri, é pubblico ufficiale con tutto ciò che ne consegue.
Le registrazioni sono finite in Procura, insieme alla denuncia-querela preparata dal legale del Dott.Barbaro rivolta verso quattro consiglieri, e alla denuncia per violenza privata ed interruzione di pubblico servizio presentata dalla Dott.ssa Di Fonso a carico di tre consiglieri.
E, in virtù degli eventi, la AADOSS, sempre a firma del Dott. Di Fresco, ha anche presentato istanza di scioglimento e commissariamento dell’Ordine di Roma,
Non si può dire che il legale sia andato tanto per il sottile nell’istanza, e forte di quelle parole fortunosamente impresse su nastro almeno tanto quanto nella mente dei presenti, racconta di come un organo che dovrebbe fare il proprio lavoro in totale buona fede ed imparzialità, sempre nell’interesse del cittadino, ed a tutela della salute pubblica ed in nome della legalità, invece
“(…)debba sciogliersi in quanto divenuto ormai mero braccio armato del governo per l’evidente interpretazione politica del codice deontologico (…)”.
Viene da chiedersi quante altre volte decisioni come queste siano state prese con lo stesso identico iter: intimidazioni, minacce, parzialità, voti concordati, compiacenza, nel silenzio e nell’omertà generale.
Quanto sono davvero liberi gli organi che devono giudicare l’operato dei medici? Quanto la politica e l’obbedienza ad un diktat di stato ormai sono l’unica legge che attenziona i soggetti e motiva poi tutte le delibere?
Sembra incredibile, ma quel secondo dispositivo cellulare e ciò che contiene potrebbero davvero interrompere il processo che i medici non conformi hanno subito negli ultimi due anni per mano della medicina di stato.
Un banale dispositivo cellulare.
MARTINA GIUNTOLI
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