Tra le figure maggiormente apprezzate della cosiddetta “area del dissenso”, finalmente anche il Dott. Giovanni Frajese approda sulle pagine del nostro mensile “Visione. Un altro sguardo sul mondo” dedicando un suo approfondimento all’uso strumentale della emergenza pandemica. Un tema essenziale in un numero che abbiamo dedicato alla pratica di “Governare con la paura”

Siamo arrivati al 2023, abbiamo passato tre anni incredibile, tre anni che sono stati una sorta di viaggio all’inferno, durante i quali il mondo stesso ha dato dimostrazione del proprio stato di coscienza.

In un batter d’ali, abbiamo perso la libertà di uscire dalle nostre case, abbiamo perso la libertà di abbracciare le altre persone, abbiamo perso la possibilità di esprimere le nostre opinioni, abbiamo perso la nostra Fede, trascinati da un vento di pensiero unico, il cui unico scopo e unico messaggio era quello di infondere la paura.

La paura si può assimilare a un colore o uno stato dell’essere, nel quale si perde la luce della ragione e l’istinto di sopravvivenza schiaccia ogni altra emozione, lasciando solo ciò che di basilare rimane. Come una cartina tornasole, il Covid è stato un rivelatore di verità. Ha portato con sé un oceano di sofferenza, un oceano di solitudine, un oceano di resistenza e non di resilienza. Dalla “cabina di regia”, giornalmente ci venivano recapitate le regole più assurde contro ogni logica, contro ogni democrazia, contro ogni forma di umanità. Mentre dai balconi venivano esposti striscioni tricolori che dicevano “andrà tutto bene”, ad alcuni era già chiaro fin dall’inizio che le cose non sarebbero affatto andate tutte bene.

Oggi sappiamo dalla letteratura scientifica che il SARS-CoV-2 era presente nel nostro Paese almeno da agosto del 2019, è stato scambiato per un’influenza in tutto l’inverno del 2019 per poi improvvisamente essere svelato, con un tempismo ancora non chiaro a livello logico, ma sicuramente ben organizzato.

Il balletto della follia è iniziato con le coreografie di chi diceva che non bisognava aver paura di questo virus, che era anzi un sintomo di intolleranza verso il diverso, la stessa canzone che viene suonata in diversi altri ambiti. Poi, come un uragano, questa storia si è abbattuta sul mondo a partire dal nostro Paese, che avuto la sfortuna, programmata, di essere il capofila di questa storia e di mostrare all’Occidente qual era la via da seguire. La via da seguire era quella della paura: terrorizzare i medici e i cittadini, bloccare l’attività del Paese, chiusi in se stessi sperando che la morte non giungesse. E così creare le condizioni per lo shock psicologico, che era necessario perché seguisse tutto ciò che è seguito.

Per leggere la restante parte dell’articolo e il quarto volume della rivista, effettua il tuo ordine al link https://visionetv.it/prodotto/governare-con-la-paura-visione-04-2023/

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