Conducono verso l’Ucraina i nuovi elementi relativi al sabotaggio del Nord Stream, il gasdotto che era in grado di portare il gas russo in Germania. Risulta dalle inchieste che i giornali tedeschi stanno pubblicando in questi giorni. Ecco uno dei pochi articoli non riservati agli abbonati.
Nonostante queste rivelazioni, la Germania continua ad aiutare in tutti i modi l’Ucraina nella guerra contro la Russia. Non risulta che le rivelazioni abbiano indotto almeno un attimo di perplessità e un’alzata di sopracciglio fra i politici. È come quando sospetti fortemente che Tizio ti abbia tagliato le gomme e che ti abbia messo una bella dose di zucchero nel serbatoio della benzina eppure continui a riempirlo di ossequi e di regali.
Apparentemente, nessuno si incarica di sviscerare questa – diciamo – stranezza. È un tabù per i governi europei? Appoggiare l’Ucraina deriva da un “vuolsi così colà dove si puote” situato al di sopra di loro? Ma andiamo con ordine.
IL SABOTAGGIO NORD STREAM
Il Nord Stream è saltato in aria in settembre 2022. Fino a quel momento, proprio per conservare il gas, la Germania era fortemente tentata da una linea politica morbida nei confronti della Russia: si era addirittura umiliata a chiedere di fare uno strappo alla regola delle sanzioni per consentire le riparazioni del gasdotto. L’esplosione del gasdotto ha tolto di mezzo la tentazione.
Secondo il giornalista investigativo statunitense Seymour Hersh, sono stati gli Usa a far saltare il Nord Stream con la complicità operativa della Norvegia. Gli inquirenti tedeschi hanno seguito un’altra pista: ruota attorno allo yacht Andromeda, che sarebbe stato utilizzato per portare a destinazione l’esplosivo. Questa pista, dicono ora i giornali tedeschi, conduce appunto verso l’Ucraina.
LA PISTA UCRAINA
Ne parla il Suddeutsche Zeitung. La sua inchiesta è in in un articolo a pagamento. In base ai riassunti gratuitamente disponibili, l’Andromeda era preso in affitto da un’agenzia di viaggi fondata nel 2016, la Feeria Lwowa, con sede in Polonia ma di proprietà di due ucraini. La sede dell’agenzia è a Varsavia, in uno stabile nel quale sono registrate altre 100 aziende.
La società ha sempre avuto un fatturato modesto, salvo un improvviso incasso circa 2,8 milioni di euro senza apparente giustificazione. La presidente è una donna che vive in Ucraina, che siede alla guida di numerose altre società polacche ed ucraine e che potrebbe essere solo una prestanome. Raggiunta al telefono, non ha rilasciato dichiarazioni.
Per il fatidico viaggio collegato con il sabotaggio del Nord Stream, cinque uomini ed una donna muniti di passaporti falsi avrebbero preso in affitto l’Andromeda dalla Feeria Lwowa e sarebbero salpati dal porto tedesco di Rostock. Fra costoro, sempre secondo le inchieste tedesche, ci sarebbe un giovane uomo con passaporto rumeno. Costui sarebbe identificabile in realtà con un ucraino ora impegnato nel servizio militare con l’esercito di Kiev. Al momento del sabotaggio del Nord Stream, un rumeno con il nome e con la data di nascita riportati su quel passaporto si trovava effettivamente in Romania. Sarebbe coinvolto nell’operazione, sebbene con un ruolo indiretto, anche un uomo di Odessa.
GIULIA BURGAZZI