Tra i contributi presenti sul quarto volume del nostro mensile “Visione. Un altro sguardo sul mondo”, stavolta dedicato al tema “Governare con la paura”, spicca una intervista che la nostra curatrice Enrica Perucchietti ha fatto al prof. Franco Battaglia che sulla cosiddetta emergenza climatica è categorico e tranchant quanto basta. Ecco le sue parole, ben riassunte da questo dialogo.
Franco Battaglia è professore di Chimica Fisica, ed è stato in servizio presso varie importanti istituzioni di ricerca all’estero e in Italia. All’estero al Max Planck Institut di Göttingen (Germania), alla University of Rochester (NY), alla State University of New York (Buffalo, NY), alla Columbia University (New York). In Italia nelle Università di Roma (Tor Vergata e Roma Tre), della Basilicata e di Modena. È stato Coordinatore del Comitato scientifico dell’Agenzia nazionale protezione ambiente. Per oltre vent’anni è stato editorialista del Giornale e dal 2021 lo è della Verità. È portavoce di Clintel-Italia, la sezione italiana del think-tank internazionale Clintel, che ha inviato all’ONU la Climate World Declaration: There is no climate emergency.
EP: Professore, perché, secondo Lei, non esiste alcuna emergenza climatica?
FB: Non bisogna essere, non dico climatologi, ma neanche scienziati per comprendere la cosa. Il segreto è guardare i fatti, unico metro per valutare la validità o meno di una congettura che abbia la pretesa di elevarsi a teoria scientifica consolidata.
La congettura è questa: siccome dal 1850 a oggi la concentrazione atmosferica di CO2 è aumentata da 300 ppm (parti per milione) a 400 ppm a causa delle emissioni antropiche, allora il clima è alterato (in peggio – ça va sans dire) e provoca eventi meteo disastrosi. Quindi, dobbiamo interrompere l’uso dei combustibili fossili.
Intanto, diciamo subito che la cosa non è neanche plausibile. Per almeno due ragioni. Se il tinello di casa vostra è 100 metri cubi, 100 ppm sono 10 litri, e 10 litri di CO2 sono 5 grammi di carbonio, che è quello contenuto in una candelina da torta di compleanno: quando vostra figlia compì un anno, immetteste nel tinello la stessa CO2 immessa da tutte le attività umane del mondo dal 1850 a oggi! La seconda ragione di implausibilità è che il clima è un sistema complesso, governato da diverse decine di parametri: pretendere di governarlo controllandone uno solo (la CO2 emessa dalle attività umane) è, a dir poco, ingenuo.
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