16 milioni di alberi abbattuti in Scozia negli ultimi vent’anni per costruire nuove pale eoliche e sostituire quelle ormai obsolete con turbine più grandi e tecnologicamente più performanti. Lo ammette il ministro scozzese Mairi Gougeon.

Alberi che peraltro naturalmente catturano le emissioni di anidride carbonica. La dichiarazione shock ha messo alla prova anche i più grandi sostenitori delle politiche green.

E pensare che nel 2022 il primo ministro britannico Sunak aveva promesso che avrebbe impedito la costruzione di nuovi impianti eolici. Cambiamento di politiche o bacchettata dai piani alti?

MILIONI DI ALBERI ABBATTUTI IN SCOZIA

A sollevare la questione è stato Liam Kerr, un parlamentare scozzese dell’ala conservatrice, la parte che maggiormente ha avversato la deforestazione. Il politico, che ha anche scritto una lettera alla Gougeon, ha riferito che “non esiste alcun motivo valido per abbattere gli alberi, a meno che non se ne ricavi un indubbio, diretto e immediato beneficio”.

A questa accusa di Kerr, la stessa Gougeon ha risposto che vi è in essere una vera e propria agenda di riforestazione da parte degli enti preposti: “Abbiamo permesso l’abbattimento degli alberi per il bene comune. Peraltro i costruttori si sono impegnati a portare avanti un rimboschimento compensatorio per evitare di perdere troppi alberi”.

I critici della politica radical green le hanno obiettato che è più facile ed eco friendly tenersi gli alberi, invece che piantarne altri, che richiederanno tempo e cura prima di poter crescere sani e forti.

Inoltre, numeri alla mano, sono necessari molti più alberi giovani per assorbire la stessa quantità di carbonio di un solo albero maturo. Gli alberi datati hanno infatti radici e tronchi assai più larghi, motivo per cui assolvono al loro naturale compito con estrema facilità.

I CITTADINI E IL GOVERNO

In un’inchiesta del Daily Telegraph, si è scoperto che il governo scozzese ha esercitato una pressione incredibile sulle autorità locali. Si doveva procedere senza intoppi nell’agenda di disboscamento e costruzione di pale eoliche, nonostante la notevole opposizione dei cittadini. Agli abitanti delle zone sono stati offerti campi sportivi, biblioteche, parchi per bambini e persino sconti in bolletta in cambio del loro lasciapassare.

Anche il primo ministro Sunak, contrariamente a quanto promesso nel dicembre 2022, ha proposto incentivi e premi per le comunità che avrebbero accettato agevolmente le pale, attirandosi così le ire dell’ala conservatrice.

Lo stesso Kerr ha raccontato che una enorme quantità di comunità rurali del Paese lo ha contattato personalmente. Queste, oltre ad esprimere disappunto per una politica che sta letteralmente distruggendo il paesaggio, hanno sollevato la questione della popolazione animale che si trova in un habitat completamente distrutto. Comprensive polemiche sono poi nate in relazione alle attività umane che hanno dovuto “sloggiare” per far posto alla politica green.

Ad oggi non si riescono a trovare motivazioni convincenti e razionali per costruire pale eoliche previo massiccio disboscamento. La prima cosa che viene in mente è però l’incredibile analogia con quanto accade nel mondo delle macchine elettriche. Quante volte abbiamo visto alcune di queste ricaricate con generatori a diesel? Per non pensare alle batterie, del cui smaltimento ancora nessuno vuol parlare.

MARTINA GIUNTOLI

 

 

 

 

 

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