In Guinea Equatoriale sono morte nove persone: secondo l’Oms, potremmo essere di fronte alla prima epidemia da Marburg virus della storia.
L’Oms, in collaborazione con il laboratorio dell’Istituto Pasteur in Senegal, ha avviato una campagna di testing su campioni provenienti dai malati deceduti in Guinea. Nel frattempo le autorità sanitarie avrebbero individuato altri 16 casi sospetti: i sintomi febbre, spossatezza, vomito e diarrea con perdita di sangue. Dal testing si è passati dunque al tracciamento dei contatti e all’isolamento di chi mostra sintomi. L’Oms sta anche inviando dispositivi di protezione e kit per analisi rapide in loco ad almeno 500 sanitari.
Il direttore della divisione africana, il dottor Matshidiso, ha affermato: “Il virus di Marburg è altamente infettivo. Grazie alla pronta risposta delle autorità della Guinea Equatoriale, l’emergenza può essere affrontata sul nascere, in maniera tale da fermare il problema e salvare quante più vite possibili”. Peccato che di quelle nove vittime e dei 16 casi sospetti, alla fine solo una persona sia risultata positiva al virus. Ed è la stessa Oms a precisarlo.
UN SOLO CASO DI MARBURG ACCERTATO
Il 14 febbraio 2023 le autorità sanitarie hanno convocato una riunione urgente, in cui discutere diagnostica, terapie disponibili ed eventuali vaccini in corso di approvazione.
Durante la riunione ci si è concentrati soprattutto sulla possibilità di accelerare l’approvazione dei vaccini già in fase sperimentale e adottare misure preventive come la quarantena per contenere il focolaio, che per alcuni sarebbe già fuori controllo. Il dottor John Edmunds, epidemiologo britannico, ha enfatizzato che solitamente, se i casi sono ben isolati, si riesce sempre a limitare la diffusione del virus.
Vi sono state altre epidemie più consistenti ad esempio nel biennio 1998-2000, con 128 decessi in Congo, e nel biennio 2004-2005 con 252 decessi in Angola. Ma dal 2005 a oggi solo episodi sporadici. Ribadiamo inoltre che in Guinea Equatoriale stiamo parlando di un solo caso Marburg accertato.
BILL GATES AVEVA “ANNUNCIATO” MARBURG
Nell’aprile 2021 Bill Gates sul sito della sua associazione Gavi aveva pubblicato un articolo sul virus di Marburg e su come questo avrebbe potuto rappresentare il prossimo pericolo pandemico. Contemporaneamente Gates ed ex moglie annunciarono in diretta tv che la prossima pandemia avrebbe attirato l’attenzione di tutti.
Dal 2005 a oggi si sono avuti solo 16 casi di Marburg, Quindi Gates e Gavi apparentemente non avevano motivazioni ragionevoli per scegliere proprio Marburg tra tutte le malattie infettive esistenti. Se si fa qualche ricerca a riguardo, le possibili motivazioni però si trovano.
Ad esempio, sono già sviluppati e distribuiti i kit diagnostici per il Marburg basati sulla Pcr. E come sappiamo dalla passata esperienza con il Covid, la Pcr non è un sistema affidabile per uno screening di massa, dato che produce una quantità non indifferente di falsi positivi. Non solo. Vi sono già diverse case farmaceutiche che si contendono la produzione di un vaccino, come la Johnson & Johnson, l’istituto Sabin, la Phv in Massachusetts, nonché la Iavi e la Auro Vaccines a New York.
LA CORSA AI VACCINI IN GUINEA
Al momento la tipologia di vaccino in fase di studio è a vettore virale, in sostanza simile a quello contro il Covid-19 prodotto da AstraZeneca.
Inoltre la sperimentazione è ancora in stadio embrionale. Solo il Johnson & Johnson e il Sabin sono stati testati sugli esseri umani. I sieri sono perlopiù disponibili in quantità molto limitate; alcuni addirittura non sono disponibili affatto.
Durante la riunione dell’Oms le autorità hanno convenuto di voler testare i vaccini proprio in occasione dei casi di Marburg in Guinea. Per questo cercheranno di facilitare e velocizzare la collaborazione con il governo del Paese colpito.
Altro virus, altro vaccino, altra corsa.
MARTINA GIUNTOLI