È necessario mandare soldati europei in Ucraina. Lo ha detto in sostanza attraverso due tweet Edward Luttwak, un maître à penser della geopolitica Usa organico al governo statunitense. Ne è ritenuto un consigliere, anche se su Twitter non si qualifica come tale bensì solo come storico e come rancher, cioè allevatore di bestiame.

Luttwak ha il principale merito di parlare abitualmente senza peli sulla lingua e – dal suo punto di vista – ha espresso un ragionamento che non fa una grinza: se l’Occidente vuole avere speranze di sconfiggere la Russia, deve rassegnarsi al grande passo.

L’esternazione di Luttwak, peraltro, non è l’unico segnale che il grande passo sta bollendo in pentola. Innanzitutto il suo pensiero. A seguire, lo sfondo che induce a ritenere questo sviluppo non solo possibile ma anche probabile, o almeno verosimile, nel giro di alcuni mesi.

LE DICHIARAZIONI DI LUTTWAK

I due tweet di Luttwak portano la data di oggi, giovedì 6 aprile 2023. Il primo dice, in traduzione: “Il motivo per il quale ministri europei seri – non sciocchi o codardi – mi parlano di piani di pace è perché vedono che si possono dare all’Ucraina armi, munizioni, denaro, informazioni: ma non risorse umane, e la guerra di logoramento casa per casa che la Russia conduce sta uccidendo più ucraini di quanti ne vengono arruolati”.

Curioso, che i governanti europei parlino di piani di pace con uno storico allevatore di bestiame… Il secondo tweet è quello essenziale. La traduzione: “In teoria, la fornitura all’Ucraina di risorse umane per il combattimento potrebbe essere aumentata in modo significativo organizzando un esercito di volontari paneuropeo con test e valutazioni adeguati, addestramento di base uniforme, paga regolare, assistenza sanitaria, assegni di invalidità e sussidi per i superstiti. Molti potrebbero essere attratti”.

Fin qui Luttwak. Ma chi vorrebbe andare a morire per l’Ucraina? Prima di questo nodo, lo sfondo.

IL CONTESTO TRA RUSSIA E UCRAINA

Luttwak non è il solo ad ammettere che gli effettivi dell’esercito ucraino sono in una situazione disastrosa. L’ha scritto anche il Washington Post poche settimane fa. Ha parlato di perdite enormi e del fatto che i soldati migliori e ben addestrati ormai in gran parte sono morti o feriti. Ha inoltre sottolineato che la Russia ha una popolazione tre volte maggiore dell’Ucraina dalla quale attingere nuove reclute, nonché un’industria bellica con capacità produttive superiori a quelle occidentali.

Per il resto, da Napoleone in poi la Russia è specializzata in vittoriose maratone belliche: non in guerre lampo. Quella in corso in Ucraina è, al momento, effettivamente una guerra di logoramento: lo dice anche Luttwak. Ci sono tutti i presupposti perché l’Ucraina sia la prima a logorarsi. Se la situazione dell’esercito è quella descritta dal solitamente ben informato Washington Post, non manca molto al punto di rottura.

Eppure l’Occidente continua a mandare armi in Ucraina come se non ci fosse un domani. Anzi: come se ci fosse un’infinita serie di “domani” bellici. L’ultima fornitura è il pacchetto statunitense di due giorni fa, da 2,5 miliardi di dollari. Oltre ad armi e munizioni assortite e abbondanti, c’è un bel numero di veicoli e di attrezzature utili per logistica e riparazioni. Come se la guerra, appunto, dovesse durare ancora molto a lungo anche se l’Ucraina – poveri ragazzi – sta finendo i soldati.

L’OCCIDENTE VUOLE SEGUIRE LUTTWAK?

A questo punto sembra evidente, o almeno molto verosimile, che i piani alti dell’Occidente siano già nell’ottica che Luttwak ha espresso su Twitter senza peli sulla lingua: mandare in Ucraina soldati, e non solo armi.

Soldati europei, ha precisato Luttwak. Mica statunitensi. Si tratta di un particolare importante per annusare l’aria che tira. Inoltre, ha parlato espressamente di volontari ben addestrati ed indotti ad arruolarsi dalla prospettiva di denaro,  assistenza in caso di ferite o invalidità e di qualcosa di simile ad una pensione o a un vitalizio nel futuro post bellico.

Rischiare la vita, le ferite, l’invalidità per denaro? Chi voleva andare in guerra per motivi ideologici l’ha fatto fin dal primo momento, unendosi alla legione straniera di Zelensky. Si può ben supporre che, nonostante i benefit generosi, non ci sarebbe esattamente la fila per partire.

I piani alti dell’Occidente non possono non averlo pensato. Dunque bisogna immaginare come potrebbero aggirare l’ostacolo. Se – almeno per ora – si parla di arruolamento volontario, il green pass e i vaccini Covid possono essere una loro fonte di ispirazione. Non era mica obbligatorio, il vaccino. Però chi non lo faceva non poteva salire sull’autobus né entrare alle Poste, in un negozio che non fosse di alimentari, in una banca. Determinate categorie di persone non potevano nemmeno lavorare.

Dunque un’ipotesi – solo un’ipotesi, sia chiaro – può essere la prospettiva di un arruolamento “volontario” quanto il vaccino Covid. Sei giovane e sano? Sei disoccupato, o svolgi un lavoro non socialmente essenziale? Se non vai a combattere in Ucraina, ti rendiamo di fatto impossibile la vita e perdi ogni prestazione sociale alla quale avresti diritto.

GIULIA BURGAZZI

 

 

 

 

 

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