In Francia esiste ancora un Parlamento. Memori e fieri dell’eredità della Rivoluzione, i francesi non paiono disposti a farsi mettere i piedi in testa dal napoleoncino Macron. E infatti subito il Parlamento ha bloccato una sospensione alla seduta per la discussione sul pass vaccinale.

Nella storia francese ci sono frasi che costano molto care al sovrano di turno. Certo, è vero che quella famosa frase sulle brioches Maria Antonietta non l’ha mai pronunciata, ed è riportata da Rousseau come detta da una non meglio specificata principessa. Però, a differenza dell’ultima regina di Francia, Emmanuel Macron quella frase l’ha detta: “Les non-vaccinés, j’ai très envie de les emmerder”, ovvero, “Ho una gran voglia di rompere i coglioni ai no vaccinati” aggiungendo “continuerò a farlo fino alla fine”. In questa frase è racchiusa tutta l’essenza politica e non sanitaria della questione: Macron non può accettare che esistano francesi che non sono proni al suo volere. Un piccolo narcisista capriccioso che vota alcune fra le leggi più restrittive d’Europa per ripicca verso un popolo non facile da domare. E un Parlamento non disposto ad un ulteriore 18 brumaio.

La differenza con l’Italia è lampante: anche in in Italia abbiamo personaggi che, come Macron, godono delle restrizioni solo per dare addosso a chi non si piega al loro volere. Con una differenza molto importante: il Parlamento italiano non è reattivo, quello francese mostra ben altro spessore.

Il problema degli italiani è che, come diceva Montanelli, la rivoluzione l’han sempre fatta in accordo col re e coi carabinieri. Il Risorgimento l’han fatto i Savoia e nemmeno Mussolini ha avuto il coraggio di defenestrare il re. Altri popoli hanno “tagliato la testa al re”: francesi, inglesi e russi fisicamente, gli americani metaforicamente. Questo forse spiega la reattività maggiore di altri popoli e di altri parlamenti rispetto al nostro.

Macron assomiglia sempre di più ad una caricatura di Napoleone. La famosa frase di Marx sulla storia che si ripete due volte, la prima in tragedia e la seconda in farsa, era riferito al colpo di Stato di Luigi Napoleone Bonaparte, “Napoléon le Petit” come lo chiamava Victor Hugo, il nipotino del grande Napoleone, che ne fu una pallida caricatura.

Ecco, con Macron possiamo dire che siamo arrivati oltre la farsa: “Napoléon le trés Petit”, un isterico che vuole imporre una legge solo perché vuole “emmerder” i suoi avversari. Questa uscita di Macron è comunque ulteriormente rivelatrice della natura solamente politica di questo orrendo pass. E del motivo per cui va assolutamente combattuto: bisogna imbrigliare politici isterici e sadici che vogliono il controllo assoluto sulla persona.

E forse intonare ancora il “ça ira”.

ANDREA SARTORI