
Lgbt, il Michigan verso il reato di sbagliare i pronomi
In Michigan una nuova legge vuole introdurre il reato d’odio per chi sbaglia i pronomi, mentre gli scienziati propongono di ammorbidire i criteri di salute mentale per le reclute Lgbt nell’esercito Usa.
Con la nuova legge sull’incitamento all’odio, la HB4474, persino sbagliare i pronomi potrebbe costituire reato, se questa dovesse essere approvata definitivamente in Michigan. Per chi sgarra sarà concreta la possibilità di multe salate o di trascorrere del tempo al fresco: si parla di 10.000 dollari e di 5 anni di carcere.
Il pacchetto che contiene la HB4474, presentato dal democratico Noah Arbit e già passato alla House, adesso dovrà essere discusso e votato dal Senato prima di arrivare all’approvazione finale. Non è quindi irragionevole pensare che entro breve la legge entrerà in vigore dopo la firma della governatrice Gretchen Whitmer.
LA NORMATIVA LGBT IN MICHIGAN
Il nuovo orientamento fortemente ideologizzato a matrice Lgbt è frutto dell’alacre lavoro del Parlamento a conduzione democratica. I legislatori infatti stanno spingendo per sostituire l’attuale Ethnic intimidation act con le nuove norme assai più restrittive della HB4474.
Nella norma attualmente in vigore si legge che “un soggetto è colpevole di intimidazione etnica se, per cause razziali, di colore, religione, genere o nazionalità, danneggia o distrugge la proprietà altrui. Oppure, se ha contatto fisico con altri. O, ancora, se minaccia a parole o fatti che farà quanto sopra elencato”. A tutto questo, nella nuova versione si aggiunge che “è sufficiente che il soggetto sostenga di sentirsi terrorizzato, spaventato o minacciato perché si tratti di intimidazione”.
La preoccupazione di diversi personaggi pubblici conservatori non ha tardato a farsi sentire. La stessa perplessità è stata espressa da costituzionalisti che giudicano l’impianto della legge fortemente in conflitto con il Primo emendamento. Inoltre, cosa ancora più pericolosa, la HB4474 non fornisce definizioni precise dei principi attorno a cui è costruita. Concetti come ad esempio “molestia”, oppure “intimidazione”, dipenderanno da come la vittima si sente in merito ad un certo argomento. Questo lascia la legge aperta ad interpretazioni soggettive.
LEGGE LGBT IN MICHIGAN, LE REAZIONI
Il professor William Wagner ha espresso sincera preoccupazione per coloro che desiderano manifestare il proprio dissenso. “Non nego che questa legge potrebbe silenziare l’intera area conservatrice e impedire il processo democratico di scambio su cui si basano gli Stati Uniti”, ha raccontato Wagner al The Daily Wire: “Non commettiamo l’errore di non capire che coloro che sostengono queste leggi useranno questo tipo di politica per distruggere non solo l’espressione dissenziente ma anche i punti di vista che hanno a che vedere con la religione”.
La parlamentare Angela Rigas ha affermato che la legge HB4474 colpirà senza dubbio anche coloro che vorranno esprimersi contro l’ideologizzazione radicale della questione gender.
La repubblicana racconta al The daily wire che purtroppo non è possibile fare molto, visto che i colleghi di partito non hanno voce in capitolo: “A meno che non intervengano corti più alte, saremo costretti a subire quello che i democratici decidono”.
L’ex giudice Joe Brown, oggi produttore e conduttore di un format di successo in tv, ha dichiarato dal suo account Twitter: “Questo tipo di abominio deve essere fermato. Si tratta di qualcosa di talmente contrario al primo emendamento che l’unico aggettivo che può descrivere quanto sta accadendo è profano“.
MILITARI LGBT, LO STUDIO SU PUMED
Il nuovo pacchetto di leggi al vaglio delle istituzioni del Michigan non è tuttavia l’unica novità nel panorama Lgbt, all’indomani del mese del Pride.
Passiamo all’esercito Usa. Un articolo apparso su PubMed sosotiene che la scala di stress mentale generalmente utilizzata per i reclutamenti tra i militari va ripensata in caso di individui Lgbt. O almeno così dice la scienza. Costoro sono a tutti gli effetti presentati come una minoranza e quindi più probabilmente esposti a problemi psicologici o persino pensieri suicidari. In soldoni, i soldati Lgbt potrebbero essere arruolati anche se non in perfetta salute, almeno mentale, dato che “la scienza concede loro altri range di valori”.
Intanto la Difesa vede come modello il maggiore Rachel Jones, biologicamente nato uomo, che nel mese dedicato all’orgoglio Lgbt ha condiviso la sua storia sui social. Il dipartimento della Difesa ha definito la sua vicenda come “di ispirazione per tutti”. Il maggiore Jones rimarca come la diversità sia una delle maggiori fonti di ricchezza per l’esercito degli Stati Uniti e di come sia felice di poter servire l’esercito da persona transessuale.
I COMMENTI SUI SOCIAL
Davvero incredula e arrabbiata una mamma che su Twitter racconta: “Questo tizio (Rachel Jones n.d.r.) non rientra negli standard di salute. E sono le vostre politiche che hanno impedito al mio figlio adottivo di entrare nell’esercito. Perché? Ebbene, nato prematuro fa terapie per la tiroide. E il dipartimento della Difesa lo ha scartato perché lo ha definito non operativamente pronto a causa di quella pillola. Ora, mi si vuol convincere che un tizio che posa da donna e che deve prendere 10 pillole al giorno sia più pronto ed operativo?”.
E ancora qualcuno ricorda: “Una volta non ti prendevano nell’esercito se solo avevi i piedi piatti”.
Infine il commento del dottor Randall Bock: “Il compito del dipartimento della Difesa (come dice il nome stesso) è la nostra difesa, non l’ingegneria sociale, non la terapia, non la istituzionalizzazione, non uno spazio sicuro per gente incline al suicidio che dovrebbero avere tra le mani armi letali. Questo altro non fa altro che mostrare la nostra debolezza, ed invitare all’aggressione dall’esterno”.
MARTINA GIUNTOLI
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