Il principe deve essere allo stesso tempo volpe e leone (“golpe et lione” in originale) perché la volpe sa evitare le trappole e il leone spaventa i lupi. Ma nel gioco della politica, alla lunga, forse la volpe è preferibile al leone. Questo scriveva Machiavelli nel “Principe” e questa pare la politica di Erdogan, la vecchia volpe turca
Il sultano ha mantenuto il veto all’entrata di Svezia e Finlandia nella NATO fino a quando non ha ottenuto quello che voleva, ovvero massacrare curdi e dissidenti politici all’estero. L’Occidente ha venduto i curdi, quegli stessi curdi di cui anni fa abbiamo esaltato l’eroica resistenza contro l’Isis a Kobane, per trenta denari come Giuda. Questo ovviamente non può che scatenare le ire di Mosca. Ma Mosca è innocente?
Erdogan è stato anche il grande errore di Putin. Lo Zar pensava di manipolare il turco come sua quinta colonna personale nella NATO, ma anche qui la volpe ottomana ha ottenuto dei vantaggi. Putin ha lasciato che gli azeri, di fatto uomini di Erdogan, sbranassero l’Armenia, storico alleato di Mosca. La numerosa comunità armena in Russia si sentì tradita. Ma Erdogan “serve” a Putin come serve alla NATO.
L’astuzia del sultano sta nello sfruttare la sua posizione doppiamente strategica. Politicamente, essendo “de iure” membro della NATO e “de facto” un semialleato di Putin. Strategica anche a livello geografico, per la sua posizione sul Mar Nero. Se vuole, Erdogan può bloccare il grano ucraino, fondamentale sia per l’Europa che per la Russia. E di fatto sta giocando anche quella carta.
quali saranno i prossimi popoli venduti all’astuzia del Sultano? Una nazione a rischio è la Grecia: Erdogan ha una gran voglia di far la guerra ad Atene, nazione che da un lato fa parte di NATO e Unione europea, dall’altro fa parte della “fratellanza ortodossa” tanto cara a Mosca. E la Siria, il capolavoro di Putin sotto molti punti di vista, contiene anche il suo più grave errore strategico, quello di permettere ad Ankara di occupare il Nord della Siria.
Erdogan quindi è stato eccezionale nell’uso della volpe, per usare le categorie di Machiavelli. Ma il leone? La Turchia ha il secondo esercito più numeroso della NATO per effettivi dopo quello statunitense, quindi non certo una forza militare trascurabile. Qualora Putin dovesse attaccare la Turchia scatterebbe l’articolo 5 della NATO. Qualora Erdogan dovesse aggredire la Grecia sarebbe difficile impegnarsi in una guerra contro un esercito di queste dimensioni.
Oltretutto Erdogan sta facendo un’intelligente politica di attrazione dei giovani cervelli russi verso la Turchia. Di fatto si stanno formando tante “piccole Russie” in Anatolia. Altro errore strategico di Putin, che da un po’ di anni pare quasi incoraggiare la fuga di cervelli. E qui Erdogan sfrutta l’errore prendendosi il materiale migliore
Sta a vedere che tra i due litiganti il terzo gode e tra Mosca e Washington non ti vince Ankara.
ANDREA SARTORI
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