La Commissione europea ha raggiunto un accordo con Pfizer per rivedere il maxi contratto che ha fruttato una denuncia penale alla presidente Ursula von der Leyen. Si riduce lievemente l’alluvione di inutili e costose dosi anti Covid che von der Leyen ha personalmente negoziato con Pfizer in aggiunta alle precedenti alluvioni di dosi. Ma noi contribuenti dovremo pagare una sorta di penale per ogni dose di vaccino che Pfizer non venderà agli Stati Ue.
Non sappiamo a quanto ammonta questa penale. Sappiamo invece che con ogni probabilità i soldi pubblici risparmiati sono davvero briciole.
Mettendo insieme le indiscrezioni giornalistiche, si può supporre una riduzione degli obblighi di acquisto pari a circa 150 milioni dosi in tutta l’Ue e un risparmio pecuniario, al netto della penale per le dosi non acquistate, pari a 1,4 miliardi di euro. Andrà ripartito fra i 27 Stati Ue.
L’ANNUNCIO DELLA UE
Il comunicato stampa con il quale la Commissione europea ha annunciato l’accordo è un capolavoro di reticenza. Niente cifre. Vi si dice solo: le dosi Pfizer che dovevano essere consegnate nel 2023 vengono “spalmate” fino al 2027. Inoltre, dietro pagamento di un canone, una parte delle dosi di cui era stato pattuito l’acquisto viene convertita in dosi il cui acquisto è solo opzionale.
L’Ue ha ammantato di segretezza sia i contatti fra von der Leyen e Pfizer sia tutti i contratti per i vaccini. Ritiene che la protezione degli interessi commerciali di Big Pharma sia più importante del diritto dei contribuenti di sapere che fine fanno i loro soldi.
È noto comunque che il maxi contratto Pfizer prevedeva l’acquisto di 900 milioni di dosi, più un’opzione per altri 900 milioni di dosi. Scrivendo della – diciamo – rimodulazione di questo contratto, le agenzie di stampa Reuters e Bloomberg, solitamente ritenute precise, lasciano intendere che l’Ue si sia limitata a firmare contratti per l’acquisto effettivo di 900 milioni di dosi. Tuttavia Politico, altra testata ritenuta precisa, parla di 1,1 miliardi di dosi effettivamente acquistate.
Anche per il prezzo di ogni dose è necessario affidarsi a fonti giornalistiche. Il Financial Times a suo tempo scrisse che è pari a 19,5 euro. Se le dosi effettivamente acquistate dalla Commissione europea sono 900 milioni, il loro valore complessivo è di 17,5 miliardi. Se invece le dosi pattuite sono 1,1 miliardi, la somma sale a 21,45 miliardi.
LA UE SI ACCORDA CON PFIZER
Le fonti giornalistiche concordano nel dire che la riduzione e la diluizione nel tempo ora concordate riguardano le dosi in consegna durante questo 2023 e che la Commissione europea ne aveva inizialmente ordinate circa 450 milioni. Politico non quantifica la riduzione. Reuters e Bloomberg parlano di una riduzione pari ad un terzo, sebbene con qualche piccola variazione sul tema. Si deduce che la riduzione sarebbe pari a 150 milioni di dosi, fiala più fiala meno.
Però bisogna indennizzare Pfizer per le dosi che ci si era impegnati ad acquistare ma di cui ora si fa a meno, come ammette anche il comunicato stampa della Commissione europea. Le uniche indiscrezioni relative all’ammontare dell’indennizzo non sono recentissime. Le ha riportate il Financial Times durante i negoziati per la rimodulazione del contratto. Allora parlò di 10 euro per ogni dose cancellata. In questi giorni il Financial Times non è tornato su questo dettaglio.
Ammesso che sia necessario pagare 10 euro per ogni dose cancellata, con una mano ora gli Stati Ue incassano un risparmio di 2,9 miliardi (i 150 milioni di dosi in meno) e con l’altra versano a Pfizer 1,5 miliardi di indennizzo. In questo caso il risparmio effettivo scenderebbe a 1,4 miliardi. Da dividere, ovviamente, fra 1 27 Stati Ue. Briciole davvero.
GLI STATI MEMBRI
Alcuni Paesi non hanno accettato l’accordo. Secondo le indiscrezioni giornalistiche, si tratta dell’Ungheria – il Gianburrasca di Bruxelles – e della Polonia. Rimangono vincolati ai contratti firmati prima della rinegoziazione, fa sapere la Commissione europea.
C’è un particolare veramente interessante nel comunicato stampa con il quale la Commissione europea ha annunciato la rimodulazione del contratto Pfizer. Dice, in traduzione: gli Stati membri devono continuare a garantire di disporre delle scorte strategiche di vaccini di cui hanno bisogno per proteggere le fasce vulnerabili delle loro popolazioni e per far fronte alla potenziale evoluzione epidemiologica del virus.
Curiosa, questa frase. In base ai trattati Ue, ogni Stato è responsabile dell’organizzazione e della fornitura di servizi sanitari e assistenza medica: il ruolo dell’Ue nella politica sanitaria è soltanto complementare alle politiche nazionali. Ma l’Ue targata Ursula von der Leyen si sente in diritto di dare ordini e di passare su Stati e cittadini come un rullo compressore.
GIULIA BURGAZZI