Curatore assieme ad Enrica Perucchietti del nostro mensile “Visione. Un altro sguardo sul mondo”, Antonello Cresti partecipa al quarto volume intitolato “Governare con la paura”, con un contributo di natura filosofica in cui invita alla rilettura di un testo del pensatore inglese Alan Watts, utile a sviluppare una giusta “corazza” per resistere alla manipolazione.
Il principale teorico di come il potere utilizza il terrore per controllare meglio gli individui è senza alcun dubbio il filosofo francese Michel Foucault: le sue tesi sulla biopolitica sono presenti principalmente nel suo libro Sorvegliare e punire: nascita della prigione (1975) e nei suoi corsi al Collège de France, in particolare nei corsi intitolati Il corso del 1976 e Nascita della biopolitica (1978-1979). In questi testi, Foucault sviluppa approfonditamente le sue idee sulla biopolitica, analizzando, appunto, il modo in cui il potere si esercita sulle popolazioni attraverso la gestione della vita e delle pratiche sociali.
Una volta riconosciuta questa sorta di primazia a Foucault, è bene ricordare che prima di lui, e in ambienti affatto dissimili, veniva mossa una critica molto simile, quantomeno negli assunti di base; ci piace qui ricordare il caso di Alan Watts (1915-1973), filosofo e conferenziere inglese, noto per i suoi studi e l’opera di divulgazione e insegnamento incentrati sul buddhismo zen e altre filosofie orientali.
Watts ha affrontato l’argomento dell’utilizzo della paura da parte della società per generare controllo in vari suoi scritti e conferenze. Tuttavia, una delle opere in cui esplora questo tema in modo più dettagliato è The Wisdom of Insecurity: A Message for an Age of Anxiety (tradotto discutibilmente in italiano come La saggezza del dubbio).
Pubblicato per la prima volta nel 1951, The Wisdom of Insecurity affronta le preoccupazioni e i timori che accompagnano l’esperienza umana nel contesto moderno. Watts sostiene che la società contemporanea è permeata da un senso diffuso di insicurezza e ansia, alimentato in parte dall’uso della paura come strumento di controllo sociale.
Ciò che rende particolarmente significativa l’analisi di Watts in questo contesto, e che potrebbe tornarci utile ancora oggi che certi metodi di controllo sono tanti sfacciati da non potere non essere notati, è che in queste pagine si tenta di individuare una possibile via di uscita, una possibile strategia di controsuggestione che, pur prendendo atto dalla realtà, mira a costruire una corazza emozionale che renda gli esseri umani più impermeabili a certi trucchi di manipolazione.
Per leggere la restante parte dell’articolo e il quarto volume della rivista, effettua il tuo ordine al link https://visionetv.it/prodotto/governare-con-la-paura-visione-04-2023/