Siamo arrivati all’ennesima “resa dei conti“, che tuttavia tutti sapevamo essere prima o poi inevitabile. Adesso é però ufficiale: il numero dei morti da Sars-Cov2 dati dall’ISS e quelli dati da AIFA non combaciano. Anzi, i due enti si accusano vicendevolmente di non aver fatto un lavoro accurato nel catalogare decessi. Possibile? Certo, non solo possibile, ma ormai storia vecchia in Italia.

Questo non sorprende affatto, perché che da noi ci sarebbero stati problemi a contare i decessi lo abbiamo capito fin dall’inizio, fin da quando nel marzo 2020 durante le conferenze stampa giornaliere della Protezione Civile, Angelo Borrelli stesso annunciava che in Italia si sarebbero contati come morti di Covid sia quelli che erano effettivamente morti per l’infezione sia quelli che erano morti positivi all’infezione ma per cause diverse.

Lo stesso disse poi “Li consideriamo tutti uguali fino a quando l’ISS stabilirà l’effettiva causa di morte”. Un numero importante che é pesato come un macigno sull’opinione pubblica, e sulle scelte politiche, fino a che poi i dati dell’ISS sono stati resi noti. Ma anche lì, una volta arrivati, la doccia fredda: la stragrande maggioranza dei pazienti avevano 3 o più patologie ed un’età avanzata (circa il 97% dei soggetti), per cui di quel numero enorme di decessi inizialmente presentato alla gente solo pochi dovevano la loro scomparsa effettivamente al SARS COV 2, appena un misero 3% del totale.

Molti (tra i tele virologi) giudicarono la diffusione di quel dato pericolosa perché dissuadeva i cittadini dal farsi inoculare e generava “una falsa tranquillità”, altri (i cittadini) cominciarono invece a vedere nero su bianco che il Covid non era poi il mostro che la comunità scientifica di regime aveva dipinto. Era il 2021.

Ma lungi dall’essersi esaurito, il problema della conta oggi ritorna, e questa volta sono addirittura ISS e AIFA a reclamare numeri tra loro molto diversi. Mentre l’ISS sostiene che l’alto numero di morti in Italia dipenda dall’anagrafe, ovvero se hai una popolazione più anziana,  avrai anche un maggior numero di morti, é niente meno che AIFA a mettere in dubbio i dati dei colleghi. Ed é lo stesso Magrini a sostenere che l’ISS sta nuovamente sbagliando a contare i morti, secondo la vecchia e ben nota storia di morti “per o con” covid.

Secondo Magrini non é possibile avere tutti quei decessi giornalieri, visto che in Italia i pazienti trattati con antivirali sono già moltissimi e questo, sempre secondo il direttore dell’agenzia, frenerebbe in modo consistente, si dice addirittura del 70%, la letalità del virus anche sui soggetti più a rischio.

Il direttore di AIFA racconta la sua perplessità nei confronti dell’ ISS in una intervista pubblicata su Repubblica, dove ci si chiede come sia possibile avere comunque un numero di circa 100 decessi giornalieri per covid quando ormai i mezzi per fermare il virus esistono, probabilmente “(…)un numero importante di morti attribuite al covid non ha in realtà Sars-Cov2 come causa principale(…)“, ribadise Magrini.
Ed é a questo punto che Magrini menziona monoclonali e antivirali, sostenendo che l’Italia sarebbe addirittura la prima per uso degli antivirali, con 100.000 pazienti trattati a domicilio con tali sostanze.
D’obbligo un’esortazione a non illudersi,  però, ed a frenare l’entusiasmo.
Molto probabilmente le dichiarazioni fatte da Magrini intendono promuovere e sostenere l’utilizzo dei farmaci approvati da AIFA, prova ne é che lo stesso direttore a sottolineare che i principi attivi che possono aiutare nel trattamento dell’infezione da Sars-Cov2 non sono quelli erroneamente noti, come ivermectina, idrossiclorochina o azitromicina, bensì monoclonali, antivirali, nonché vaccini vecchi e vaccini futuri.
Degli anti infiammatori non steroidei (FANS), addirittura, nemmeno si parla, quando invece é proprio di questi giorni lo studio apparso su LANCET secondo cui l’assunzione di anti infiammatori in fase precoce ridurrebbe del 90% il progredire della malattia e di conseguenza anche la morte dei pazienti.
In sostanza, sebbene sia evidente che Aifa cerchi di rettificare il numero dei decessi per dimostrare l’efficacia dei prodotti approvati e sponsorizzati, involontariamente un altro importante tassello di verità viene messo al proprio posto. Ovvero, Magrini conferma che i morti per covid 19 ad oggi sono meno di quelli ufficialmente raccontati dall’ISS.
Ed é quello che ci basta ad avere un quadro più chiaro della situazione.
MARTINA GIUNTOLI
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