Pensavate che la storia del Covid fosse conclusa? Errore. A partire dal 1° gennaio 2023 in California entrerà in vigore la legge AB 2098 che punirà i medici che oseranno esprimersi contro la narrativa pandemica.

E cosa rischieranno i professionisti ribelli? Niente meno che la propria licenza.

Ovviamente le critiche a questa folle misura non si sono fatte attendere. Un gruppo di clinici, tra cui il dottor Pierre Peterson, ha deciso di denunciare lo Stato perché la legge rappresenta una chiara violazione della libertà di parola.

Peterson ci tiene a puntualizzare le implicazioni della faccenda:

Rendiamoci conto che tutto quello che non rientra nel consenso scientifico al momento in cui si parla diventa automaticamente disinformazione. Questo dice la legge. 

Ovviamente Peterson non è il solo ad opporsi alla legge. Molti altri rappresentanti del pensiero libero si sono uniti alla causa. Non ultimi i rappresentanti di un’altra associazione in difesa dei diritti umani e della libertà di pensiero.

Daniel Surh, uno dei numerosi avvocati del Liberty Justice Center ha infatti dichiarato:

Se contiamo su un medico quando stiamo male è perchè pensiamo che in quel momento sia libero di scegliere la terapia che ritiene migliore per noi. Lo Stato della California sta letteralmente impedendo ai medici di fare questo. E a mio giudizio, la legge non è soltanto ingiusta, ma proprio incostituzionale.

Lo stesso ha aggiunto:

I medici amano avere la libertà di espressione proprio come ogni altro cittadino americano. (…) La politica non può costituire un elemento su cui basare il consenso medico.

Questa legge altro non fa che mettere il paziente a rischio. I medici non sono più chiamati a rispondere in scienza e coscienza delle proprie decisioni dopo la presa in carico del malato, bensì ad obbedire ad un diktat.

Ma un diktat in medicina è possibile solo se le opinioni che dissentono sono censurate. Prova ne è il fatto che da sempre la scienza si associa con il libero dibattito e con il franco confronto tra esperti, due pilastri imprescindibili del metodo sperimentale moderno.

La legge AB 2098, ricordiamo, era stata firmata dal governatore Gavin Newsom, con l’obiettivo di fermare la disinformazione medica. Tuttavia lo stesso Newsom ha in più occasioni ribadito che l’ortodossia sarà richiesta solo quando si parla di Covid19.

Impossibile non vedere dunque nella sua scelta un preciso intento politico. Infatti nella denuncia presentata contro lo Stato si legge:

Il disaccordo fa parte del progresso medico scientifico. Questo è un valore così importante che non può essere messo da parte da un parlamento che, oltretutto, vorrebbe anche punire tutti coloro che dissentono.

Se davvero si trattasse di un problema medico, a maggior ragione la comunità dovrebbe far tesoro di tutte le informazioni che si possono raccogliere in merito ad una nuova malattia come è il Covid.

D’altra parte, solo per citare un esempio di come l’ortodossia non sia servita negli ultimi due anni, analizziamo ciò che mesi fa si riteneva indispensabile, vedi guanti e mascherina.

Si è poi visto con il tempo come questi mezzi non avessero alcun impatto nella catena di trasmissione del virus. Anzi, si sono scoperte dinamiche collegate al loro utilizzo che hanno mostrato quanto quei dispositivi piuttosto fossero dannosi.

Stessa cosa dicasi per le scuole, o per le quarantene. Misure prima ritenute fondamentali, poi invece scopertesi dannose o quanto meno inutili.

Altra cosa non di poco rilievo, la legge AB 2098 entra a gamba tesa nel rapporto tra medico e paziente, un rapporto speciale fatto di mutua fiducia e soprattutto di privacy.

La American Medical Association (AMA, l’associazione medica statunitense) ovviamente supporta la legge e ricorda che attenersi a quanto stabilito dalla norma non è un optional. Pena la perdita della licenza.

McDonald, uno dei medici del Liberty Justice Center, ha affermato:

Se c’è una cosa che ho imparato è che la libertà di opinione esiste soltanto laddove i finanziamenti dalle case farmaceutiche non arrivano . E sappiamo benissimo tutti che Big Pharma invece arriva pressoché ovunque. Prima hanno colpito i medici di medicina integrata che uscivano “fuori dallo standard di cura”, come amavano dire loro, ora tocca a noi. 

Il 1° gennaio è vicino. Vedremo presto quanti medici si opporranno alla scienza di regime.

MARTINA GIUNTOLI

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