
La censura di Google è arrivata anche in Italia?
Il nuovo algoritmo di censura di Google è diventato operativo anche per i siti in lingua italiana? Così pare, facendo delle ricerche su specifici contenuti.
“Helpful Content Update”, questo il nome dell’algoritmo, è stato evidentemente pensato per limitare gli argomenti ritenuti non conformi alle linee guida del gigante delle ricerche sul web. Inizialmente doveva funzionare soltanto per i risultati di ricerca in inglese, per poi essere esteso ad altre lingue.
Ne avevamo scritto approfonditamente qui.
Una testimonianza appena pubblicata sul canale Telegram del filosofo Andrea Zhok, capolista al Senato di Isp, ora suggerisce che l’operatività di tale algoritmo, o chi per lui, si sia allargata.
Si legge nel post di Zhok:
Tra le piccole cose simpatiche che hanno scoperto i ragazzi del gruppo tecnico con cui lavoriamo, è che il sito di Italia Sovrana e Popolare Friuli Venezia Giulia, che era stato indicizzato una ventina di giorni fa e che, digitando la stringa del nome compariva come primo o secondo risultato su Google da qualche giorno non è più rintracciabile su Google. Usando altri motori di ricerca come Bing o DuckDuckGo il sito è facilmente rintracciabile, su Google non più. Sono certo che c’è una ragione perfettamente innocente per questo, come per l’assenza delle liste anti- sistema dalle schede estere, o gli impedimenti alla concessione degli spazi ai banchetti, ecc ecc. Come sempre.
Quanto riportato nel post è facilmente verificabile. Basta provare a digitare “Italia Sovrana e Popolare Fvg” sui vari motori di ricerca – Bing, DuckDuckGo e infine Google – e vedere che cosa succede. Nei primi due casi, la pagina è indicizzata al primo posto; con Google il sito sembra invece introvabile, almeno fino a pagina quattro. Lo stesso vale ripetendo l’esperimento per il sito nazionale di Italia Sovrana e Popolare. L’abbiamo fatto anche noi: per visualizzare i risultati, basta cliccare sulle immagini in calce a questo articolo.
Di censura, moderazione e libertà di espressione sul web si è parlato molto. Di certo alla vigilia delle elezioni che un partito risulti pressoché invisibile sul motore di ricerca più usato al mondo, qualunque sia il motivo, è di fatto una penalizzazione, soprattutto per coloro che vogliono informarsi liberamente e direttamente dalle fonti.
ANTONIO ALBANESE

Ricerca su Bing- Come visibile cliccando sull’immagine in alto ricercando il nome del sito su Bing di Microsoft lo stesso appare come primo risultato della ricerca. L’algoritmo di Microsoft quindi indicizza correttamente.

Ricerca su Duck Duck Go – Anche in questo caso, cliccando sull’immagine è evidente come sul motore di ricerca dell’azienda che ha sede In Pensylvania, il sito di Italia Sovrana e Popolare Friuli Venezia Giulia è indicizzato correttamente. Il risultato è che abbiamo il sito al primo posto nella prima pagina. Ciò significa che il sito è stato ben ottimizzato.

Ricerca su Google – Cliccando sull’immagine in alto vediamo che al contrario degli altri due casi, su Google non c’è traccia del sito della sezione friulana del partito Italia Sovrana e Popolare. Le parole utilizzate nella ricerca sono le medesime ma questa volta Google non restituisce nessun risultato pertinente. Lo possiamo trovare relegato a pagina 4 della ricerca, come se fosse stato, effettivamente, “declassato” dal nuovo algoritmo di Google.