Un’inchiesta del Wall Street Journal mostra come Facebook fosse al corrente almeno dal 2019 dei disturbi mentali che Instagram può arrecare negli adolescenti ma non ha mai detto né fatto nulla per evitarlo. Anzi, ha cercato di minimizzare le preoccupazioni del pubblico, specie quelle emerse durante la pandemia, parlando di “effetti trascurabili”.

Durante la pandemia, solo in Italia, il suicidio è diventato la seconda causa di morte tra i giovani compresi tra i 15 e i 24 anni. In aumento, a causa della situazione di incertezza e dei lockdown, anche i fenomeni di stress e autolesionismo. Molte ricerche sulla pandemia e sugli effetti del lockdwon  dimostrano che gli adolescenti soffrono di “un elevato livello di stress“. Da marzo 2021, i giornali hanno iniziato a condividere gli allarmi lanciati da pedagogisti, sociologi, psicologi, neuropsichiatri infantili sulla escalation di malessere e di urgenze cliniche che riguardano bambini e ragazzi e che sarebbero da attribuire al lockdown, alla chiusura delle scuole, alla sospensione delle attività sportive, sociali e ricreative, alla convivenza forzata in famiglia, all’incremento delle ore passate davanti al PC o allo smartphone.

Ora, si scopre che proprio uno dei social di foto più usato, Instagram, sarebbe addirittura dannoso per la salute psichica dei giovani. Una ricerca interna della società di Menlo Park, rivelata dal Wall Street Journal che ha ottenuto i risultati degli studi condotti commissionati in gran segreto dall’azienda nel 2019 e destinati esclusivamente alla circolazione interna, mostra che la società di Zuckerberg è consapevole che Instagram può arrecare disturbi alimentari e depressione negli adolescenti, soprattutto nelle ragazze, ma non ha fatto nulla per rimediare a questi problemi.

Facebook era quindi al corrente delle conseguenze dell’esposizione al proprio social di foto durante l’adolescenza, sebbene abbia provato a spingere per proporre una versione di Instagram per i minori di 13 anni, bocciata dal Congresso americano.

Secondo le ricerche interne, infatti, una giovane utente su tre sviluppa disturbi di percezione del proprio corpo e almeno tutti i gruppi analizzati hanno accusato spontanemante Instagram di provocare loro ansia e depressione. Una delle slide dello studio interno di Facebook spiega infatti che: «Il 32% delle ragazze adolescenti ha affermato che quando si sentivano male per il proprio corpo, Instagram le faceva sentire peggio». Come se non bastasse, tra gli adolescenti che hanno manifestato pensieri suicidi, alcuni di loro hanno maturato il desiderio togliersi la vita su Instagram.

Che i social potessero rappresentare un rischio per gli adolescenti è noto da tempo e non sono mancati gli studi, gli appelli e le dichiarazioni in questo senso negli ultimi anni. Sui social di foto viene messo in scena un paradiso irreale e sintetico, fatto di immagini alterate e modificate con i filtri, in cui soprattutto le donne finiscono per assomigliare a modelli perfetti e irraggiungibili nella realtà, provoca un senso di inadeguatezza nei più giovani che non si sentono all’altezza dei canoni estetici che i social impongono. Da qui, l’ansia e la depressione.

Un’indagine britannica del 2017 condotta dalla Royal Society for Public Health su un gruppo di giovani fra i 14 e i 24 anni aveva mostrato che Instagram è la piattaforma peggiore in termini di effetti sulla salute e sul benessere psicologico:

“È interessante notare che Instagram e Snapchat, i peggiori in classifica per il benessere e la salute, siano entrambe piattaforme che ruotano intorno all’immagine e sembra che possano condurre a sentimenti di inadeguatezza e ansia fra i più giovani” ha spiegato Shirley Cramer, amministratrice delegata della Royal Society.

ENRICA PERUCCHIETTI

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