
In Sri Lanka arriva il WEF. Il canarino nella miniera del mondo ora canta a ritmo di pass e QR code
Occhio, perché poi tocca cantare al ritmo del pass e del QR code. Lo Sri Lanka è il canarino della miniera del mondo, nel senso che la sua profondissima crisi economica – da un pezzo finiti cibo, soldi, benzina, medicine – contiene ingredienti che si ritrovano in vari Paesi, Italia compresa.
Ora lo Sri Lanka vuole uscire da questa crisi (uscire?) affidandosi al neoliberismo e alla finanza globale, o anzi occidentale se siamo all’alba del multipolarismo. La loro ricetta passa sempre attraverso i sacrifici della gente comune: e ultimamente i sacrifici diventano austerity e razionamento.
In quest’ottica si può inquadrare il fuel pass istituito ieri, giovedì 21: un QR code che compare sul telefonino per accedere alla benzina razionata. Per ottenere il QR code bisogna registrarsi su un sito governativo. Funziona così
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Gaan wij dit ook krijgen? ?#SriLanka#fuelpass#QRcode?
Sri Lanka ?? introduces a fuel pass with QR code
The government allocates a weekly fuel quota per vehicle pic.twitter.com/i0Yj2pvlDQ— ?️Iris ? ?️?️?️?️?️ (@Irisbloesems) July 22, 2022
Ignota, al momento, la quantità settimanale di benzina che si potrà acquistare esibendo il pass. Acquistare, eh: mica è gratis, né risulta che il prezzo, salito alle stelle con la penuria, venga in alcun modo calmierato. Si può ipotizzare una futura estensione del sistema al cibo, anch’esso ormai difficile da trovare.
Evidente l’analogia col green pass di covidiana memoria, che ha traghettato anche il cosiddetto Occidente verso il capitalismo del controllo. Ora nello Sri Lanka basta un clic governativo per lasciare a piedi e senza benzina chi – diciamo – non si è comportato bene. I conti in banca bloccati al camionisti canadesi che protestavano contro il Governo possono fare scuola.
Nelle scorse settimane, lo Sri Lanka ridotto alla fame ha conosciuto oceaniche proteste, manifestazioni di piazza e anche un assalto al palazzo presidenziale. Era (è, sarebbe…) un paradiso turistico, ma le restrizioni ai viaggi dovute al Covid hanno terremotato la sua economia. I rincari dei beni indispensabili d’importazione hanno fatto il resto.
Così lo Sri Lanka è andato in default. Non riesce più a ripagare il suo debito estero. Quasi la metà è nelle mani di istituti finanziari statunitensi o occidentali. Un altro 12% è detenuto da due istituzioni ad egemonia statunitense, la Banca Mondiale e la Banca Asiatica per lo Sviluppo. Non risulta che abbiano avuto pietà.
Con gli ultimi rivolgimenti politici, ieri, giovedì 21 si è insediato come presidente l’ex primo ministro Ranil Wickremesinghe. E’ ben addentellato con il mondo finanziario e liberista global-occidentale: figura infatti come autore di contenuti per la sezione “Agenda” del sito del World Economic Forum, il Forum di Davos..
Ora che c’è lui, il Fondo Monetario Internazionale – la crème de la crème del liberismo occidentake o globale – confida di trovare un rapido accordo per prestare allo Sri Lanka il denaro indispensabile per il proprio funzionamento. Le condizioni saranno le solite riforme neoliberiste: il bacio della morte grazie al quale gli squali di Wall Street e dintorni banchetteranno mentre lo Sri Lanka ripaga il dovuto e acquista i meriti necessari per farsi prestare da loro altro denaro.
Nel frattempo, i poveretti tireranno la cinghia al ritmo – questa sì una novità – di pass e di QR code. I quali, combinazione, hanno debuttato proprio nel giorno in cui Ranil Wickremesinghe è entrato in carica.
GIULIA BURGAZZI
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