Nel decreto sull’emergenza siccità ora all’esame del Parlamento è entrato un emendamento che permette la sperimentazione in pieno campo dei cosiddetti nuovi Ogm (Organismi geneticamente modificati). Sono Ogm a tutti gli effetti, anche se il testo li definisce come il frutto di “editing genomico”. Le commissioni Agricoltura e Ambiente del Senato hanno approvato l’emendamento in questione durante la seduta di mercoledì 31 maggio 2023.
La sperimentazione di questi Ogm, ovvio, apre la porta alla coltivazione. Finora l’Italia ha sfruttato le scappatoie offerte dalla normativa Ue, che permettono ad uno Stato membro di rifiutare la coltivazione di Ogm sul territorio nazionale.
Il decreto siccità che ora “incorpora” gli Ogm dovrà essere convertito in legge, pena la decadenza, entro martedì 13 giugno 2023. Nell’emendamento si legge che lo scopo dei nuovi Ogm sarebbe quello di ottenere “produzioni vegetali in grado di rispondere in maniera adeguata a scarsità idrica e in presenza di stress ambientali”.
VECCHI E NUOVI OGM
In realtà i nuovi Ogm, così come quelli “vecchi”, mirano il più delle volte ad ottenere colture resistenti ai diserbanti e al glifosato: il principe dei diserbanti. Si possono spargere queste sostanze sul campo anche durante il ciclo vegetativo delle colture senza per questo danneggiarle. Tuttavia una quarantina di erbe infestanti ha sviluppato anch’essa la capacità di resistere ai diserbanti.
Senza contare le ultime novità sul diserbante glifosato, che già ora viene ampiamente “incorporato” dalle colture e dagli alimenti. Una pubblicazione scientifica – non un’organizzazione ambientalista – freschissima di stampa accusa le case produttrici di averne nascosto gli effetti neurotossici alle autorità sanitarie dell’Ue.
I vecchi Ogm sono quelli ottenuti inserendo nel Dna di una determinata specie i geni di un’altra specie. I nuovi Ogm – quelli del decreto siccità – sono ottenuti manipolando i geni di una determinata specie, o anche inserendovi geni di specie affini con le quali essa potrebbe ibridarsi naturalmente. Un qualcosa che può ricordare le operazioni di taglia-copia-incolla compiute sui testi attraverso le videoscritture.
DAGLI OGM AL DECRETO SICCITÀ
Vecchi o nuovi che siano, gli Ogm sono sempre Ogm. Valgono le medesime restrizioni, vale la medesima legislazione. Lo ha stabilito una sentenza della Corte di Giustizia europea. Era chiamata a pronunciarsi sull’iter per l’autorizzazione di un nuovo Ogm che, guarda caso, era resistente ai diserbanti.
Per tentare di rendere meno repellenti i nuovi Ogm all’opinione pubblica, essi sono stati e vengono ribattezzati in vario modo. Organismi ottenuti con la mutagenesi, li ha chiamati la Corte di Giustizia. L’ex ministro Bellanova aveva invano tentato di sdoganarli definendoli Nbt (New breeding techniques, nuove tecniche di propagazione) o anche Tea, Tecniche di evoluzione assistita.
Ora – pare – il governo Meloni riuscirà laddove il ministro Bellanova e i governi precedenti avevano fallito. In effetti, il ministro Bellanova all’epoca non aveva inserito il via libera ai nuovi Ogm entro un quadro emergenziale. È una tecnica che ultimamente ha consentito di far mandare giù praticamente di tutto agli italiani. C’è però anche il caso che gli italiani, ormai, abbiano fatto indigestione.
GIULIA BURGAZZI