
Il casting del male, poteri oscuri: anche il complottismo ci spinge a odiare
Lo si potrebbe chiamare: il casting dell’orrore. Un album di famiglia affollato di mostri. Politici imbarazzanti, banchieri senza cuore. “Filantropi” cannibali: dispensano veleni, minacce e lugubri profezie. Professionisti della paura: pagliacci travestiti da giornalisti, showman capaci solo di reiterare menzogne senza fine, a reti unificate. E noi che facciamo? Li detestiamo cordialmente. Così, magari, finiamo in trappola. Cadiamo nella più sottile delle insidie: l’odio, tanto caro al peggior potere.
Ragionamento psico-filosofico offerto da Fausto Carotenuto, già allievo di Mino Pecorelli e poi analista strategico dell’intelligence Nato. Di formazione steineriana, a un certo punto Carotenuto ha cambiato vita. Ha fondato il network “Coscienze in Rete” e s’è messo pure a scrivere libri. Uno di questi, “Il mistero della situazione internazionale”, esplora il mondo da cui l’autore proviene, quello del grande potere. E fornisce una chiave di lettura spiazzante, che può essere accolta più facilmente da chi ha dimestichezza con il lessico religioso.
CAROTENUTO: IL GRANDE IMBROGLIO
Tesi di fondo: la tragica immanenza del male – da cui non riusciamo a liberarci – ha una sua funzione precisa, dolorosamente pedagogica. In ogni caso, finisce per produrre il suo opposto: il bene. Tanto peggio, tanto meglio. Perché proprio il male, nel suo manifestarsi in modo visibile, consente all’individuo di prendere piena coscienza di sé, riconoscendo finalmente il senso profondo dell’umana missione. E cioè: imparare ad essere amorevoli, nonostante tutto. Semplificando, come disse quel tale: “Amatevi gli uni gli altri”.
Carotenuto mette in guardia il suo pubblico dal pericolo nascosto tra le pieghe del cosiddetto complottismo, fenomeno anche largamente positivo. Ovvio: l’informazione indipendente – ormai clandestina, espulsa dai principali circuiti mediatici – è indispensabile per comprendere quanto sta avvenendo. Ma resta materiale da maneggiare con cura: proprio per evitare che l’indignazione (sacrosanta) abbia la meglio, moltiplicando una rabbia sociale che peggiora ulteriormente il clima in cui viviamo, senza peraltro offrire soluzioni.
COME SABOTARE IL RISVEGLIO
Premette l’analista: in media, sette persone su dieci si bevono ancora qualsiasi storiella. La maggioranza accetta sempre il principio di autorità. Quindi continua a credere a quello che le viene raccontato dall’alto. Come vivere, quali farmaci assumere, che tipo di cibo. Per chi votare, magari. E soprattutto: chi odiare. Il 70% esegue, obbedisce. Poi ci sono gli altri, il 30%, storicamente in fase di risveglio a partire dagli anni Sessanta. I vigorosi sussulti della sollevazione giovanile, la ribellione in Occidente contro un certo dominio brutalmente materialistico.
Quel risveglio coscienziale – osserva Carotenuto – poteva essere esplosivo già allora: e proprio per questo è stato sapientemente sabotato. Come? Infiltrando i movimenti studenteschi, animati da genuino spirito rivoluzionario, dall’entusiasmo pacifista, dalla tensione verso il sogno dell’amore universale. Tutto rovinato, con vari strumenti: dalle droghe alla lotta armata. «Addirittura, certe organizzazioni terroristiche furono appositamente create per questo scopo».
ATTENTI AL COMPLOTTISMO
Gli stessi poteri – pensando a noi, il famoso 30% – secondo Carotenuto confezionano anche un altro prodotto: il cospirazionismo. O comunque, lo incoraggiano. E per quanto possa sembrare paradossale, ne beneficiano. «I complotti naturalmente esistono, e vanno denunciati. Ma il complottismo – permettendoci di scoprire retroscena e nefandezze – aumenta ulteriormente la nostra indignazione. Risultato immediato: altro odio, che intanto il potere incassa».
Si domanda lo studioso: quanti islamici si saranno messi a combattere l’Occidente dopo aver visto le atroci immagini di Abu Ghraib, in Iraq, con quella donna – col cane al guinzaglio – che torturava prigionieri musulmani denudati? «Quello era un carcere di massima sicurezza, in zona di guerra: certe immagini possono uscire solo se lo si vuole». Così per tutto, a quanto pare: è lo stesso potere ad alimentare un certo complottismo. «Serve a tenerci incatenati all’odio, impossibilitati a fare il bene».
DALLA CASTA A GRILLO
«Ce la siamo presa con la casta dei politici, che in realtà contano pochissimo: si limitano ad eseguire ordini. Però ha funzionato: c’è chi si è inventato i Vaffa Day e ha messo in piedi addirittura un partito, basato sull’odio. Era semplice: la stessa politica aveva proposto personaggi sempre peggiori, persino grotteschi, facilissimi da detestare. E continua tuttora: di male in peggio. Come mai il potere non sceglie personaggi seduttivi? Perché gli vanno benissimo gli impresentabili: funzionano. La maggioranza li vota. E noi, ovviamente, li odiamo».
Carotenuto parla senza imbarazzi dell’invisibile: qualcosa cioè che viene comunemente accettato solo nell’ambito della sfera metafisica. Allude a una sorta di regia superiore, che governerebbe l’indirizzo dell’umanità. «Steiner diceva che stiamo ancora subendo lo spettro dell’Impero Romano, una sorta di “eggregora”: una forma-pensiero molto potente, che attraversa i secoli. Nelle arene come il Colosseo, si esaltava il sacrificio del sangue, la violenza più terribile. Per superarla c’è voluto l’intero medioevo».
FABBRICANO PAURA E RABBIA
Chi comanda il mondo? Domanda impervia, risposta impossibile. La sensazione è di avere a che fare con entità inafferrabili, sempre al di sopra di qualsiasi singolo attore sulla scena. Realtà sfuggenti, che sovragestiscono poteri statali e militari, finanziari, politici, industriali, mediatici. C’è sempre il sospetto che alcune grandi decisioni vengano prese lontanissimo dai riflettori, persino più in alto dei cenacoli – magari esoterici, ultra-esclusivi – spesso indicati come la vera, possibile fonte dell’agenda planetaria.
«Beninteso, non è necessario che tutto sia programmato nei minimi dettagli. L’importante, per il potere, è creare un clima nel quale le persone vengano spinte a determinati comportamenti. Così nascono le guerre, gli odii tribali e razziali, l’immigrazione non controllata, il sessismo e tutti gli egoismi possibili e immaginabili. Si crea il clima di odio, che produce reazioni violente. Una catena, fatta di vortici di paura e rabbia».
MOSTRI CREATI PER IL NOSTRO ODIO
Parole che suonano come un invito: a riflettere. Ad agire in modo consapevole, fermo e ponderato. Evitando equivoci: «Oggi ce la prendiamo con i nuovi super-potenti, i volti che il potere stesso ci mette davanti». E magari, quelli che sono noti solo ai complottologi più informati. «Tanto per cambiare, quei personaggi li odiamo: senza capire che, pure loro, sono soltanto burattini. Persone che spesso vivono esistenze orrende, aride e vuote».
Di fronte al grande spettacolo del male, rischia di prevalere lo sconforto. «È l’atteggiamento di chi dice: “Ma io che cosa posso farci? Mica controllo la Cia. Non ho le divisioni corazzate, le bombe atomiche. Non conto niente: comandano il governo, la finanza. Il massimo che posso fare è infuriarmi, condividendo la mia rabbia – su Internet – con altri che la pensano come me”. Risultato netto: ancora più odio, minore crescita della coscienza e nessun impatto sull’elemento sociale collettivo. C’è solo l’abbassamento della nostra frequenza vitale».
FUGGIRE NON È LA SOLUZIONE
Vie di fuga? Sì: nei boschi. Un altro modo di gettare la spugna. «Chi se ne importa, ragiona qualcuno: io me ne vado in campagna a coltivare l’orto, faccio l’artista, non voglio sapere più niente. Ma anche questo è un atteggiamento egoistico, che non produce nulla». Che fare, dunque? Continuare a informarsi è un dovere, sottolinea Carotenuto. Ma occorre stare attenti alle possibili trappole: «Chi sa più cose è tentato di pensare di essere migliore degli altri. Peggio: crede di aver capito tutto».
Ecco l’errore: «Il più delle volte si afferra solo una parte dello scenario, quella che il potere stesso ci ha consentito di inquadrare, in modo da suscitare deliberatamente la nostra esasperazione». La soluzione? «Indignarsi, senz’altro: ma senza malanimo. Perché bisogna anche provare compassione, persino per i burattini del potere». Chiosa Carotenuto: «La nostra missione è imparare ad amare, a fare il bene. Spingerci a odiare è invece il compito dei poteri oscuri».
GIORGIO CATTANEO