L’economia è in crisi, i salari sono in caduta libera e l’inflazione crea enormi problemi ai cittadini. Eppure, per il deputato dei Verdi Johannes Wagner, i tedeschi hanno il “dovere morale” di dare di più.
Ricordate il mantra del Wef “Nel 2030 non avrai nulla e sarai felice”? Questa volta lo slogan pare proprio esser stato raccolto e rilanciato a piene mani da un politico del Bundestag. Secondo Wagner, i cittadini avrebbero infatti l’obbligo morale di disfarsi dei propri averi in misura maggiore di quanto non stiano già facendo.
I TEDESCHI E L’OBBLIGO MORALE DI WAGNER
“È una tale vergogna che così tante persone non vedano (o non vogliano vedere) l’incredibile prosperità che abbiamo in Germania. Siamo una delle nazioni più ricche della Terra. Ma possiamo dare ancora molto ed è nostro dovere morale farlo”, si legge in un suo avversatissimo tweet datato 27 luglio 2023.
A chi e cosa si dovrebbe dare, visto che i tedeschi sono già stritolati nella morsa dell’inflazione?
Siamo sicuri che sia la Germania il Paese di cui sta parlando Wagner? Perché, se lui percepisce uno stipendio di tutto rispetto (circa 10.000 euro mensili), la sua condizione privilegiata non rappresenta esattamente l’attuale standard di vita in Germania.
Già nel periodo post-pandemico, i dati raccolti erano inequivocabili. A raccontarlo a chiare lettere era stato allora Ulrich Schneider durante la presentazione del Poverty report 2021. D’altra parte chi meglio del direttore di German welfare parity association, una delle associazioni più importanti del Paese, poteva mostrare certi numeri?
“Non si sono mai misurati numeri come questi. La povertà non si è mai diffusa così rapidamente come durante la pandemia”, raccontava Schneider. E pensare che quei dati erano un assaggio. L’anno seguente arrivarono i rincari di cibo e bollette. Il numero di nuovi poveri da lì in poi è andato aumentando in maniera esponenziale.
Non pago delle polemiche suscitate, Wagner in un secondo tweet ha poi parlato di redistribuzione della ricchezza dei più abbienti. Peccato che abbia dimenticato di specificare le modalità secondo cui questa operazione dovrebbe avvenire.
IMMIGRAZIONE E TENSIONI CON LA RUSSIA
Nel frattempo, mentre pensionati e bambini spesso si trovano nelle condizioni di non saper come mangiare, il governo continua inarrestabile la sua costosissima politica per liberalizzare l’immigrazione. Si pensi che questa operazione, da sola, costerà ai contribuenti tedeschi circa 36 miliardi di euro nel 2023.
Secondo molti l’economia tedesca, un tempo stabile motore trainante dell’Europa, è da tempo entrata in un vero e proprio periodo di recessione, complici Covid e tensioni internazionali.
Marcel Fratzscher, presidente del German institute for economic research, ha identificato nei bassi consumi uno dei fattori più importanti della crisi. L’inflazione infatti non ha solo messo a dura prova le classi medio-basse, ma sta iniziando anche a mettere in discussione la Germania come polo industriale e produttivo in genere. Questo significa ridisegnare profondamente l’economia del Paese e dell’Unione europea.
L’area politica conservatrice, per recuperare terreno, sta cercando di allentare almeno le tensioni (e le sanzioni) con la Russia. Tuttavia, dall’altra parte il monito è sempre il solito: l’Ucraina (e la propaganda) prima di tutto.
MARTINA GIUNTOLI