Alzare il livello dello scontro“, si diceva negli anni ’70. E la gestione dell’ordine pubblico del governo Draghi sembra ispirarsi proprio a quell’incitamento. Dopo essersi esibito sul palcoscenico mondiale manganellando i portuali in sciopero e le pacifiche signore triestine, il braccio violento della legge ha proseguito imperterrito andando a bastonare ragazzini di 17 anni (e spedendone uno all’ospedale).

E’ successo ieri al liceo artistico di Via Ripetta a Roma, dove era in atto una protesta contro la linea del ministro Bianchi. La Celere è stata chiamata da una zelante preside che forse ritiene di stare nel far west dove a scuola si ammanettano i bambini, e che pensa di risolvere proteste scolastiche con i blindati. I ragazzi non hanno fatto null’altro che continuare con slogan e cori, ma la Polizia non ci ha pensato due volte e ha caricato. Risultato: un 17enne all’ospedale, e una ragazza che ha denunciato persino palpeggiamenti nel trambusto.

Il liceo di via Ripetta non è una scuola qualsiasi. Oltre a trovarsi in uno dei più begli edifici papalini di Roma, il celebre “Ferro di Cavallo”, è ricordato per essere stato uno dei punti più caldi delle proteste studentesche degli anni ’70, come d’altronde accadeva per altri licei artistici. Ripetta in quegli anni era in costante occupazione, autogestione, protesta, e faceva da punto di riferimento politico per altre scuole superiori. Ma solo molto raramente si verificavano scontri con la Polizia, malgrado si fosse negli “anni di piombo”.

Il governo Draghi, la penosa Lamorgese, e soprattutto la zelante e paranoica preside, ritengono evidentemente di trovarsi in un’epoca paragonabile a quella, e soprattutto di avere a disposizioni “leggi speciali” da usare a piacimento. Incluso sui ragazzini che protestano a scuola.

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