Il premio Pulitzer Seymour Hersh scrive di un nuovo scandalo per la corruzione in Ucraina. Stavolta si tratta del presidente Zelensky e del carburante diesel destinato all’esercito, dopo le uova e le borracce d’oro delle forniture militari. Nelle tasche di Zelensky e del suo entourage si sarebbero fermati milioni e milioni di dollari. Egli oltretutto avrebbe comprato il carburante, ebbene sì, dalla Russia. La stessa Russia contro la quale l’Ucraina è in guerra grazie a montagne di soldi e di armi occidentali. La stessa Russia che Zelensky esorta l’Occidente ad affamare attraverso sempre più dure sanzioni commerciali.

L’ARTICOLO DI HERSH

Ieri, mercoledì 12 aprile 2023, il giornalista statunitense Seymour Hersh ha pubblicato la storia di Zelensky e del diesel sulla piattaforma Substack. La medesima alla quale due mesi fa aveva affidato le rivelazioni sul sabotaggio del gasdotto Nord Stream, avvenuto, a suo dire, ad opera degli Usa.

Hersh, in passato vincitore del premio Pulitzer, si occupa da una vita di inchieste in ambito militare e di intelligence. Non ha rivelato da quali fonti ha appreso lo scandalo del carburante. Il suo articolo cita solo anonimi funzionari dei servizi segreti. La stessa cosa – ovvia protezione degli informatori – aveva fatto per il gasdotto Nord Stream.

A proposito del diesel, Hersh scrive che Zelensky compra il carburante per l’esercito grazie ai soldi statunitensi. Ammette di non sapere quanto denaro ha ricevuto per questo scopo né quanto lo paga al litro. Dice però che è caro e a questo proposito fornisce un punto di riferimento. Si tratta dei 400 dollari al gallone – circa 105 dollari al litro – che gli Stati Uniti spendevano per il solo trasporto del carburante destinato all’esercito in Afghanistan.

In base ad un’analisi della Cia, dice ancora Hersh, l’anno scorso la corruzione in Ucraina ha inghiottito almeno 400 milioni di dollari stanziati dagli Usa per il carburante dell’esercito. Non specifica quanto di questo denaro è andato proprio a Zelensky e al suo entourage. Parla però di “incalcolabili milioni”.

NON SOLO LO SCANDALO DEL CARBURANTE

Scrive inoltre che i ministri sarebbero stati letteralmente in competizione fra loro per creare società di facciata attraverso le quali esportare armi in tutto il mondo. Il riferimento ovvio ed implicito è alle armi che l’Occidente generosamente manda all’insaziabile Ucraina e che prendono la via del contrabbando. Finiscono anche in Africa, nel bacino del lago Ciad, dove alimentano il terrorismo jihadista.

Come scrive Hersh, il direttore della Cia ha sollevato la questione della corruzione quando ha incontrato Zelensky lo scorso gennaio.

A questo punto, chi legge le righe di Hersh si aspetterebbe di trovare il resoconto di un memorabile cicchetto. Un’intemerata colossale, cosa altro?, una lavata di capo di quelle che tolgono anche la pelle. E invece no. Il direttore della Cia, riferisce Hersh, ha fatto presente a Zelensky che gli ufficiali e i funzionari governativi di alto rango erano arrabbiati con lui, perché teneva per sé più denaro di quanto ne andasse a loro.

Sembra una barzelletta, ma si tratta della corruzione in Ucraina e dei rapporti fra l’Ucraina e l’Occidente come li descrive un giornalista vincitore del premio Pulitzer. L’articolo di Hersh si conclude riferendo che il direttore della Cia ha presentato a Zelensky un elenco di 35 generali ed alti funzionari dei quali era nota la corruzione. Zelensky si è limitato a licenziarne dieci: quelli più sfacciati.

GIULIA BURGAZZI

 

 

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