Giorgio Bianchi, giornalista e fotoreporter, è in partenza per l’Ucraina come inviato di guerra per Visione TV. Un evento storico per la controinformazione italiana. L’abbiamo intervistato alla vigilia, ecco la nostra piccola ma emozionante chiacchierata.
Giorgio, sei pronto a partire per questa avventura?
Certo. Non è la prima volta per me, d’altronde: vado in Donbass ogni anno dal 2014, ho girato film, fatto reportages. Ma stavolta sarà diverso, anche in pratica.
Perché, cosa cambia questa volta?
Mi sento come se andassi oltrecortina, per la prima volta nella mia vita. Non posso più atterrare a Kiev e poi andare a Donesk come se niente fosse o quasi, come successo finora. Stavolta devo passare per Mosca, poi prendere un treno, poi proseguire in jeep e poi chissà cosa troverò alla frontiera. Riuscirò ad entrare? Credo di sì, ma non è più garantito. Anche se ho molti contatti laggiù, e anche se il mio passaporto italiano mi conferisce una piccola protezione.
Ma l’Italia da ieri è un Paese “nemico”…
Sulla carta. L’amore dei russi per gli italiani è notorio, e anche se non si fidano di nessuno diciamo che per noi c’è un po’ meno sfiducia. Sempre se non distruggiamo tutto questo con certe prese di posizione.
Dove pensi di andare, e per quanto tempo resterai laggiù?
Penso di restare per due o tre settimane. Oltre a farvi vedere cosa succede in Donbass, vorrei provare a scoprire come sta andando la guerra anche nel resto dell’Ucraina. Ma preferisco non scoprire troppo le carte in anticipo.
Sono zone pericolose. Ti capita di aver paura?
Ho un bambino, se ho paura è solo per lui. Per quanto mi riguarda, invece, mi sento al sicuro: sarò “embedded” nell’esercito del Donbass, quindi sarò protetto.
Ultima cosa: è la prima volta che un canale di controinformazione ha un inviato in zone di guerra, quasi un evento storico. Come mai hai scelto Visione TV?
Semplice: perchè mi fido. So che non sarò censurato e potrò raccontare tutto quello che vedo davvero.
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