Discorsi ai bambini sul cambio di sesso nelle scuole e danni post mastectomia: negli Usa sempre più denunce contro l’ideologia gender.
A essere colpiti dalle conseguenze di questa atmosfera culturale sono soprattutto giovani e giovanissimi.
Nel Wisconsin una mamma fa causa al distretto scolastico dei figli, colpevole – a suo dire -, di aver tenuto un discorso sulla transizione di genere ai bambini rifiutandosi di divulgarne il contenuto ai genitori. In Texas una giovane donna, dopo aver fatto la transizione di genere in adolescenza, denuncia i medici per i trattamenti irreversibili ricevuti.
WISCONSIN, IDEOLOGIA GENDER A SCUOLA
Il 5 giugno 2023, a soli due giorni dal termine delle attività didattiche, studenti di una scuola media del Wisconsin sono convocati nella sala prove dell’orchestra da Jacob Puccio e Dang Yang: rispettivamente, l’insegnante di musica e il responsabile per le politiche gender e di inclusione del distretto di Eau Claire.
Scopo della riunione, comunicare agli studenti che il professor Puccio avrebbe iniziato un percorso di transizione di genere da uomo a donna, secondo quanto riportato dal Wisconsin institute for law & liberty (Istituto del Wisconsin a tutela della legalità e della libertà): all’incontro avrebbero partecipato anche altri studenti, da scuole elementari oltre che medie dello stesso distretto. La giornata si sarebbe conclusa con un discorso confezionato ad hoc per l’occasione.
La signora Buchman, madre di due partecipanti, ha espresso tutto il suo disappunto a riguardo: “Non è possibile esporre bambini di quell’età a materiale così delicato, non sapendo poi nemmeno quale sia poi il reale contenuto del discorso”.
GENDER, BUCHMAN CONTRO IL DISTRETTO SCOLASTICO
Ha dunque richiesto una copia del discorso per visionarlo, ma la sua domanda è stata rifiutata. “La presentazione che abbiamo fatto è stata esclusivamente verbale, non è nata per rimanere anche scritta”, le ha risposto Joe McCausland, un altro docente dell’istituto.
Respinta la domanda dalla scuola, la Buchman si è rivolta ai piani alti, ma il legale del distretto l’ha informata che già era stata aperta un’inchiesta interna in merito all’incontro e sul comportamento di un soggetto in particolare, senza tuttavia svelarne l’identità.
La donna quindi ha fatto causa al distretto scolastico. L’obiettivo principale è quello di entrarein possesso del documento desiderato, ma non è l’unico: i genitori del distretto di Eau Claire vogliono sapere cosa stia stato detto ai bambini, perché sia stato tenuto segreto, perché non sia stata chiesta un’autorizzazione parentale e se fosse davvero così necessario parlare ancora una volta di gender ai bambini.
LA TRANSIZIONE DI SOREN ALDACO
Il 21 luglio 2023 Soren Aldaco, una giovane donna texana di 21 anni, ha denunciato i medici che anni prima le avevano permesso di cambiare sesso per negligenza e malasanità, chiedendo un risarcimento milionario. Per il supporto legale, Soren ha dato mandato ad un avvocato esperto del settore: Ron Miller.
Miller definisce il processo di transizione come “un nastro trasportatore. Quando sei sul nastro, sei sul nastro, non puoi scendere fino a fine corsa. Vi è stata un’infinità di occasioni in cui i sanitari avrebbero potuto fermare lo scempio che si è compiuto e rivalutare la paziente in considerazione del fascicolo psichiatrico, ma non lo hanno fatto”.
L’avvocato ha uno studio legale specializzato in casi di detransizione, sul cui sito si legge: “Dopo l’esperienza nel settore militare e dopo aver lavorato in alcuni tra i più famosi studi legali del mondo, Ron ha sentito di poter aiutare gli altri ancora di più. Ha co-fondato la Campbell Miller Payne e adesso si occupa di adolescenti vulnerabili che hanno subito danni in conseguenza a trattamenti gender“.
Gli obiettivi che Miller e colleghi si sono prefissati sono duplici. Da un lato aiutare legalmente le vittime ad avere giustizia, dall’altro creare una crescente consapevolezza attorno a questo tipo di vicende.
La denuncia di Soren è infatti solo l’ennesima di una lunga lista. Molti di coloro che hanno effettuato transizione da piccoli stanno iniziando a sporgere denuncia contro i loro medici e terapisti che hanno permesso loro di alterare pesantemente ed irreversibilmente i loro corpi, lasciando dietro di sé profondo dolore e cicatrici insanabili. Ed il fenomeno è destinato inevitabilmente ad allargarsi.
LA STORIA DI SOREN ALDACO
Fin da piccola Soren ha sempre odiato le cose prettamente da femminuccia: “Odiavo fiocchi rosa, ma mi piacevano i giochi da maschio. Con il tempo ed il passare degli anni ho cominciato a chiedermi se non mi trovassi nel corpo sbagliato”.
Nel 2018, all’età di 15 anni, fu ricoverata all’ospedale psichiatrico Mesa Springs di Fort Worth. Là fu presa in carico dal dottor Nekkalapu.“Non vi era modo di far cessare le estenuanti discussioni con il medico. L’unica strada era quella di dire che desideravo la mia nuova identità da uomo”, ha scritto Soren nella denuncia: “Il dottor Nekkalapu non mai esaminato i miei problemi mentali o tentato di trattarli. L’unica cosa che ha saputo fare molto bene, dopo avermi visto da pochi minuti, è giungere alla conclusione che l’unica ragione del mio disagio mentale risiedeva nell’identità di genere”.
Nel 2019 Soren iniziò il percorso vero e proprio con il gruppo di supporto Trans-Cendence International situato a Fort Worth. È lì che conobbe Del Scott Perry, un infermiere con licenza di prescrizione che le procurò gli ormoni. Secondo denuncia, Perry mai una volta parlò con la ragazza degli effetti collaterali (anche permanenti) dei farmaci.
TRANSIZIONE GENDER E MASTECTOMIA
Nel febbraio del 2021 la Aldaco cominciò a pensare alla mastectomia. Contattò la Crane clinic a Austin, una struttura specializzata in interventi per la transizione di genere.
La clinica fornì alla donna un modulo quasi interamente pre-compilato chiedendole di farlo riempire e firmare nelle parti mancanti dalla sua psicologa. Cosa che la sua psicologa fece senza problemi. A giugno dello stesso anno, il dottor DeLeon praticò la doppia mastectomia su Soren, ma le complicazioni furono devastanti. Secondo la donna, mai nessuno le consigliò di rivolgersi ad un pronto soccorso. Ci andò spontaneamente: all’ospedale dell’Università del Texas fu sottoposta a drenaggi per far uscire il sangue che stava raccogliendosi nei siti appena interessati dall’intervento.
Su richiesta della donna, la Crane clinic inviò un rimborso per le spese mediche sostenute in emergenza. In allegato le spedì però anche delle note legali (da firmare e rispedire). Specificavano che per qualunque altra rivalsa ci sarebbe stato un tetto di risarcimento.
È solo allora che Soren cominciò a mettere in dubbio quanto avvenuto sulla sua pelle: “La soluzione ai miei problemi non era certo una transizione di genere. Attraverso la meditazione ho compreso che la questione non era il mio corpo, bensì il peso delle aspettative che società e social avevano su di me. I medici si sono comportati come ideologi del mio corpo, più che specialisti”.
Di quanti altri casi abbiamo ancora bisogno prima di riuscire a fermare questo dolore?
MARTINA GIUNTOLI