È un vero peccato che non sia necessario accendere il riscaldamento prima del 25 settembre. Un peccato: quando gli italiani andranno alle urne, non avranno ancora sperimentato gli effetti del piano di risparmio sul gas che il ministro Cingolani ed il governo stanno mettendo a punto e che è imperniato sui termosifoni di case e uffici.

In sostanza, il ministro vuole che non siano più regolati sugli abituali 20 gradi ma sui 18, massimo 19, e che rimangano in funzione per meno tempo. Dice che questo dovrebbe comportare il risparmio di 3-6 miliardi di metri cubi di gas. In realtà, è molto probabile che un risparmio del genere sia possibile solo riducendo ulteriormente le temperature. E in ogni caso, soprattutto quando si è seduti ad una scrivania, neanche maglioni e calzettoni consentono di resistere agevolmente tutto il giorno a 18 gradi.

piano cingolani riduzione consumo gas riscaldamento

 

Il gas è scarso e caro per effetto delle sanzioni alla Russia alle quali ha aderito il Governo. Nonostante il prezzo stratosferico, non si trova sui mercati internazionali un quantitativo di gas sufficiente per sostituire quello che la Russia non fornisce più: donde il piano per consumarne di meno.

Quanto si risparmia abbassando i termosifoni di un solo grado? Dipende essenzialmente dalla temperatura esterna e dall’isolamento termico dell’edificio. Si dice che un grado in meno possa comportare un risparmio fino al 10% – su sembrano basarsi i calcoli del ministro – ma è vero solo nelle circostanze più favorevoli. In realtà, secondo gli esperti, spesso il risparmio è solo pari al 3%.

In un anno, l’Italia usa circa 30 miliardi di metri cubi di gas per riscaldare gli edifici (case, uffici, servizi) e per cucinare. I 3-6 miliardi che il ministro vuole risparmiare abbassando i termosifoni rappresentano appunto il 10-20% di questo gas. Ma se davvero un grado in meno può comportare un risparmio solo del 3%, hai voglia ad abbassare il termostato!

Il grafico dell’Arera,  l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, riassume i consumi di gas in Italia divisi per settore. I dati più recenti sono quelli, ancora stimati, relativi al 2021. L’unità di misura sono i miliardi di metri cubi. Il grafico mostra come l’uso domestico sia pari a 21,6 miliardi di metri cubi e quello per uffici e servizi sia di altri 8,7 miliardi. Totale, oltre 30 miliardi. Non servono tutti per il riscaldamento, ovviamente: ma questa cifra rappresenta l’unico, seppur generoso, punto di riferimento dei consumi sui quali il piano del ministro vuole incidere.

arera uso del gas in italia per settore

Resta da vedere se i risparmi saranno sufficienti per arrivare alla fine di un inverno sul quale incombe una spada di Damocle: la temuta decisione della Russia di interrompere completamente le forniture di gas. Se sarà così, l’Italia non potrà contare su una maggiore capacità di rigassificazione per acquistare lo stracaro gas liquefatto. Infatti il rigassificatore di Piombino entrerà in funzione, nella migliore delle ipotesi, solo in primavera.

Inoltre il riempimento degli stoccaggi di gas, sul quale il ministro fa tanto affidamento, è un’operazione che viene effettuata regolarmente tutti gli anni in previsione del maggior consumo invernale. Gli stoccaggi assicurano solo un 25-30% del gas necessario durante la cattiva stagione. Per il resto – per tutto il resto – bisogna poter contare su rifornimenti costanti.

GIULIA BURGAZZI

You may also like

Comments are closed.