Tanti soldi Ue e l’ingresso dell’Ucraina nell’Ue fanno parte delle garanzie di sicurezza che l’Ucraina stessa ha ricevuto dai Paesi G7 durante il vertice Nato di Vilnius? La prima cosa sembra probabilissima. La seconda, possibile. E magari è all’orizzonte anche l’invio di soldati europei.

Le garanzie all’Ucraina sono, per così dire, un ingrediente collaterale del vertice di Vilnius. Infatti non derivano direttamente dal summit della Nato che è terminato ieri, mercoledì 12 luglio 2023. Però anch’esse sono state offerte a Vilnius ieri. Costituiscono l’alternativa provvisoria all’ingresso nella Nato che l’Ucraina chiedeva ma che, come abbondantemente annunciato, non ha ottenuto. Si tratta insomma di una sorta di premio di consolazione, anch’esso  annunciato nei giorni scorsi.

Vari elementi consentono di supporre che il ruolo dell’Ue e dei suoi (cioè nostri) quattrini sia il vero, e segreto, nocciolo delle garanzie di sicurezza. Se invece si sta alle dichiarazioni ufficiali, le garanzie sono solo promesse fumose di aiuti futuri analoghi a quelli già concessi.

GARANZIE DI SICUREZZA, LA FOTO DI VILNIUS

La novità pubblica del vertice di Vilnius è stata il sorriso all’Occidente della Turchia di Erdogan, altrimenti abituata a giocare su due tavoli. Per il resto, non sono visibili segni di escalation né di de-escalation del conflitto in corso in Ucraina fra Nato e Russia: un conflitto che però ben difficilmente può continuare a lungo così.

A leggere le indiscrezioni della vigilia, inoltre, sembrava che le garanzie di sicurezza all’Ucraina fossero tali da produrre fuoco e fiamme. Nulla di ciò. Invece sono emerse le tracce – ma non ufficiali – di un futuro maggiore coinvolgimento dell’Ue.

Innanzitutto, i G7 che hanno dato le garanzie di sicurezza all’Ucraina in teoria comprendono solo Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Gran Bretagna e Stati Uniti. In pratica, la foto di gruppo di Vilnius ritrae i loro leader insieme a Zelensky per l’Ucraina e soprattutto insieme alla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen. Non è la prima volta che von der Leyen partecipa a riunioni del G7. In questa occasione, ella si è sentita in dovere di pubblicare una dichiarazione nella quale afferma che anche l’Ue è coinvolta nelle garanzie.

QUALI GARANZIE DI SICUREZZA?

Quali esse siano, non lo specifica neanche la dichiarazione di von der Leyen. Però secondo il Financial Times le garanzie Ue contengono la promessa, mantenuta per ora segreta, di esplorare la possibilità di inviare una missione militare Ue in Ucraina. Null’altro è trapelato a questo proposito rispetto a quanto già si sapeva.

Il quotidiano spagnolo El País e la testata Politico, specializzata in vicende Ue, offrono oggi, giovedì 13 luglio, altri elementi nuovi. Tutti e due scrivono  di aver consultato un documento segreto del Servizio Ue per l’azione esterna relativo al sostegno all’Ucraina a lungo termine: praticamente, relativo alle garanzie di sicurezza.

L’articolo di El País è in parte riservato agli abbonati. Il testo visibile a tutti cita l’impegno ad acquistare ancor più armi per l’Ucraina, compresi missili ed aerei da combattimento. Propone di estendere e di svolgere direttamente in Ucraina, “quando le circostanze lo consentiranno”, l’addestramento dei soldati ucraini che ora l’Ue cura in Germania e in Polonia.

Politico non parla di missili, aerei, addestramento. Fornisce però un altro elemento significativo: è prevista la creazione di un fondo dedicato agli aiuti militari per l’Ucraina fino al 2027. La dotazione pecuniaria di questo fondo non viene specificata.

Il fondo si aggiungerà a tutti i miliardi che l’Ue ha già speso per l’Ucraina e che ultimamente sono lievitati ancora. All’inizio di questo 2023, il conto era di 55 miliardi. Bisogna aggiungere i 50 miliardi di trasfusioni nel bilancio statale, gli acquisti congiunti di armi, i 500 milioni di incentivi all’industria bellica europea per aumentare la produzione di missili e munizioni.

Il documento che Politico ed El País hanno visto dice anche un’altra cosa. E cioè che l’ingresso dell’Ucraina nell’Ue sarebbe già di per sé una garanzia di sicurezza. Tuttavia non viene spiegato cosa si nasconde dietro a questa affermazione né che cosa essa significa.

LE IMPLICAZIONI DELL’UCRAINA NELL’UE

A Vilnius, von der Leyen ha lasciato capire che l’Ucraina entrerà nell’Ue alla velocità della luce: almeno, in rapporto alla lentezza del processo abituale per l’ammissione di nuovi membri nel blocco. Dunque le garanzie concrete di sicurezza che questo comporterà non tarderanno a diventare palesi.

Però una cosa è già chiara. Un’Ucraina nell’Ue implicherebbe paccate di quattrini Ue all’Ucraina anche per scopi civili, oltre che per scopi militari. Verosimilmente l’Ucraina riceverà per i soli scopi civili ancor più soldi di quanti ne hanno ricevuti le ex repubbliche sovietiche e gli ex Paesi satelliti dell’Urss che hanno aderito all’Ue ormai quasi vent’anni fa. In quel caso si trattava di aiutarli a portarsi al livello dell’Europa occidentale. Per l’Ucraina, c’è anche la ricostruzione, o comunque la necessità di rimediare ai danni della guerra.

Tutti soldi pubblici, tutti soldi dei cittadini Ue: che però non hanno e non avranno voce in capitolo riguardo al modo in cui sono spesi. Curioso, che gli unici elementi noti e minimamente concreti sulle garanzie di sicurezza per l’Ucraina ruotino su questo concetto.

GIULIA BURGAZZI

 

 

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