
Fake news o falsi miti economici
Gradito ritorno di Ilaria Bifarini sulle colonne del nostro mensile “Visione. Un altro sguardo sul mondo” giunto al quinto numero. L’articolo si concentra sull’utilizzo delle fake neews nell’ambito economico, strategia abbondantemente adottata all’epoca della cosiddetta “emergenza spread” e in molte altre occasioni.
L’esposizione ripetuta e continua a un’immagine o a un contenuto fa sì che l’individuo modifichi la propria percezione della realtà e interiorizzi il messaggio veicolato. È quello che gli psicologi chiamano effetto priming e che pubblicitari ed esperti della comunicazione conoscono molto bene. Quanto più un messaggio viene ripetuto ed enfatizzato, preferibilmente attraverso la forma dello spot, tanto più esso risulterà familiare. Così accade che un concetto privo di veridicità, ma ribadito con insistenza e in modo convincente, acquisisca il rango di dogma.
È quanto si verifica in ambito economico, dove princìpi sprovvisti di fondamento logico e del comune buonsenso vengono imposti all’opinione pubblica, attraverso la rete dei media e della propaganda, come fossero verità assolute. Sono stati creati artificiosamente degli assiomi infondati, utilizzati come alibi per imporre sacrifici ai cittadini: la disciplina economica, nata sulla scia della filosofia, è stata completamente snaturata, tanto da ridursi a pura mistificazione, che si tiene in piedi per mezzo del sentimento indotto dalla paura.
Il mito più pericoloso e alla base di tutti gli inganni economici è che esista un campo oggettivo dell’economia nel quale la logica della politica non debba intromettersi. Una volta affermata l’esistenza di questo dominio esclusivo dell’economia, propagandata e consolidata ormai dal mainstream, si è arrivati a recepire l’autorità degli esperti economici come se fossero dei guru, portatori di verità scientifiche, che travalicano l’ambito strettamente economico per permeare l’intera sfera sociale. Essi hanno imposto la loro visione del mondo, che prevede la supremazia dei mercati sugli individui, con conseguenze deleterie per gli interessi e lo sviluppo della collettività.
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