L’Unione Europea e la Nato hanno firmato una dichiarazione congiunta di cooperazione nella quale – stringi stringi – l’Ue dice in sostanza che la guerra in Ucraina mina la sua sicurezza e stabilità. Inoltre Ue e Nato “riconoscono il valore” di una difesa europea complementare ed inter-operabile con la Nato.
Complementarietà ed interoperabilità della difesa, si desume, valgono anche per gli Stati che, pur facendo parte dell’Ue, non fanno parte della Nato. Non ci sono solo Svezia e Finlandia, che hanno fatto domanda di adesione alla Nato, ma anche Austria, Malta, Cipro ed Irlanda. Anch’essi si ritrovano ora molto strettamente legati alla Nato. Si tratta quasi di un allargamento di fatto della Nato, anche se certo non di un allargamento formale e di diritto.
La firma della dichiarazione congiunta è avvenuta oggi, martedì 10 gennaio 2023. Per l’occasione, i due principali leader dell’Unione europea (la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ed il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel), anziché farsi i dispetti, si sono offerti alla foto ricordo e ai giornalisti insieme al segretario della Nato, Jens Stoltenberg.
Praticamente, la dichiarazione congiunta di Ue e Nato costituisce la premessa di un coinvolgimento dell’Ue nella guerra ancor più diretto rispetto ad auto-lesionistiche sanzioni contro la Russia, fornitura di armi ed addestramento all’esercito ucraino. Ma non solo.
Si tratta di un’ulteriore palata di terra sulla bara dei lunghi decenni di pace che – secondo la retorica Ue – la Ue stessa ha assicurato al continente. La dichiarazione costituisce anche una trasformazione dell’Ue, o almeno un passo significativo verso la sua trasformazione in un qualcosa di ben diverso dal mercato interno che, seppur con mille superfetazioni, dovrebbe costituire la sua essenza.
L’affermazione che la complementarietà e l’interoperabilità della difesa europea e della Nato costituiscono un valore è nell’ottavo paragrafo. Un altro punto saliente è nel secondo paragrafo. Vi si legge che la guerra della Russia in Ucraina “mina la stabilità e la sicurezza europea e globale”. Il corsivo è nostro. Vuole sottolineare come l’Ue dichiari in sostanza di essere essa stessa minacciata da una guerra che si svolge al di fuori del suo perimetro e alla quale non partecipano direttamente i suoi Stati membri. Di conseguenza, scrivono Ue e Nato, “noi riconosciamo il valore di una difesa europea più forte e più capace”.
Il resto della dichiarazione congiunta sono variazioni su questi stessi temi. Fa eccezione un breve riferimento alla Cina: la sua “crescente assertività” e le sue politiche “presentano sfide che dobbiamo affrontare”.
Dunque, Nato e Ue affermano di giocare ruoli “complementari, coerenti e che si rafforzano a vicenda”. Esprimono la volontà di “mobilitare ulteriormente l’insieme combinato di strumenti a nostra disposizione, siano essi politici, economici o militari”, per perseguire gli obiettivi comuni.
Nato e Ue, nella dichiarazione congiunta, si impegnano a portare la loro collaborazione “ad un livello superiore”. Affermano anche di volerla espandere “per affrontare la crescente competizione geostrategica”. La collaborazione, si legge, si estenderà fra l’altro al settore della “manipolazione dell’informazione” e della “interferenza” provenienti dall’esterno.
L’Ue ha già messo al bando le testate giornalistiche russe Sputnik News e Russia Today, ritenendole strumenti della propaganda del Cremlino. Cosa altro dobbiamo aspettarci in questa direzione?
GIULIA BURGAZZI