In Europa si trema, mentre a Mosca (ma pure a Kiev) si ride. Parrebbe una cosa allucinante ridere in una situazione così apparentemente tragica, ma russi e ucraini non hanno perso quel gusto dello sfottò al potere che tanto divertì Ronald Reagan. Ed ecco che mentre in Italia si prospettano scenari da Day After i diretti interessati si scatenano nei meme sul tavolo di Putin e Macron: ce n’é davvero per tutti i gusti a giudicare dalle fotogallerie sulla stampa russa e ucraina. E dato che sono i diretti interessati ci vuole un bello stomaco per scherzarci: forse perché sanno che la guerra non scoppierà? I contatti del sottoscritto a Mosca e Kiev sono tranquilli come pascià e gli stessi italiani residenti a Kiev parlano di “psicosi politica”, raccontano di “teatri e ristoranti pieni” e snobbano gli inviti della Farnesina a tornare.
La Tass, l’agenzia giornalistica russa, è molto più sobria delle controparti europee nel dare notizie sul fronte ucraino. Lo stesso ministro degli Esteri russo Lavrov ha più volte rassicurato che non vi sarà alcuna guerra. E’ il vecchietto che continua istericamente a parlare di guerra, smentito in questo persino dal presidente ucraino Zelensky, che invita alla calma e chiede a Sleepy Joe le prove di questo fantomatico attacco che dovrebbe avvenire mercoledì. Lo stesso New York Times negli ultimi giorni è parso più interessato ai convogli canadesi e al nuovo libro di Trump che ha la colpa mortale di vendere troppo bene.
In Europa i giornali invece evocano l’apocalisse. Ovviamente capofila del terrorismo mediatico in Italia è il Corriere della Sera. Non stupisce: abbiamo già raccontato come, nell’ottobre del 2016, il giornalista del Corriere Fabrizio Dragosei si inventò un inesistente stato di guerra a Mosca, cosa smentita da tutti gli italiani che all’epoca risiedevano nella capitale russa, tra i quali il sottoscritto. Non stupisce anche perché il Corriere è stato anche capofila del terrorismo pandemico e tuttora pubblica, fuori tempo massimo, il bollettino di guerra dei contagi.
In Europa, e in Italia in particolare, si sta usando l’arma del terrore. E’ una classica tecnica di Psyop, di guerra psicologica, contro il popolo italiano. La pandemia si sta esaurendo perché dopo due anni le epidemie finiscono e tutti sono consapevoli del fatto che la baracconata non andrà oltre la primavera. Bisogna trovare altro.
Ed ecco il nemico russo. Nemico perfetto: abbiamo una tradizione di film di Hollywood in cui il russo è il cattivo, e molti anziani non hanno ancora realizzato la fine della “minaccia comunista” da parte di un Paese che comunista non lo è più, e non si chiama più Unione Sovietica da trent’anni. Il russo è bianco e cristiano (ultimamente troppo cristiano per i gusti di un Occidente oramai in pieno delirio ateista), quindi si può fare senza accuse di razzismo.
Ma questa è isteria indotta, come appunto confermano gli abitanti di Mosca e Kiev. Probabilmente Biden deve coprire la sua disastrosa presidenza in vista delle elezioni di mid-term con la tattica del “nemico esterno”. Da noi semplicemente si cerca un altro motivo di terrore per tenere in scacco la popolazione. Un trucchetto iniziato l’11 settembre. Ricordate il fantomatico antrace di al Qaeda? Vennero montati allarmi su allarmi: non è mai successo nulla.
ANDREA SARTORI
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