Il governo Draghi si deve essere accorto che le misure prese finora per fronteggiare la crisi energetica potrebbero non essere sufficienti. Evidentemente i razionamenti e l’abbassamento dei termostati non basteranno per affrontare l’inverno che è alle porte. E ora pare indispensabile riaprire le centrali a carbone. Secondo il Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (Pniec) avrebbero dovuto essere dismesse o convertite entro la fine del 2025, ma del riavvio delle strutture si era già parlato a febbraio, all’indomani dell’inizio dell’operazione militare russa in Ucraina.

Adesso Roberto Cingolani, ministro della Transizione ecologica, ha deciso di lanciare a tutta potenza sette centrali termoelettriche a carbone fossile per almeno due anni. Quattro sono dell’Enel: si trovano a Fusina (VE), Brindisi, Torrevaldaliga (RM) e Portovesme (CI). Ce ne sono poi una di A2a a Monfalcone (GO) e una di EP a Fiumesanto (SS). L’unica a olio combustibile è di A2a, a San Filippo del Mela (ME).

Se a Mosca si dovesse decidere per il blocco totale, non è escluso inoltre un potenziamento delle centrali Enel di Termini Imerese e di Portovesme.

L’esecutivo italiano spera così di risparmiare 1,1 miliardi di metri cubi di gas entro fine 2022, e altri 2,3 miliardi entro il 2023, come dichiarato nel piano nazionale di contenimento dei consumi di gas naturale.

Tutto questo non certo senza conseguenze. Ogni kilowattora prodotto da una centrale a carbone vengono emessi 857,3 grammi di CO2, contro i 379,7 di quelle a gas naturale. Più del doppio insomma.

Il tutto dopo anni di propaganda su veicoli elettrici, riscaldamento climatico, e transizione green. “Non è certo una bella cosa”, ha dichiarato il ministro dell’Economia Daniele Franco sabato a Cernobbio: “Ma nell’immediato ci aiuta”.

Finite le favole su eolico, fotovoltaico, idroelettrico, riprendiamo il buon vecchio carbone e il gioco è fatto. Insomma le sanzioni alla Russia fanno male, certo, ma all’Italia. Con buona pace di Greta Thunberg e delle sue lezioni su ambiente e futuro della terra.

ANTONIO ALBANESE

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