Corruzione in Ucraina, stavolta sono evaporati kit di primo soccorso individuale, del valore di oltre 900 mila dollari. Si tratta di materiali salvavita per i soldati, frutto di una colletta effettuata da statunitensi di origine ucraina.
I kit sono entrati in Ucraina dalla Polonia; volontari ed amministratori locali di Leopoli avrebbero dovuto provvedere alla distribuzione. Ma non se ne trova più alcuna traccia.
Ha ricostruito la vicenda Ngl Media, un gruppo di giornalisti ucraini che si occupano di lotta alla corruzione. Scrivere di ruberie e di cattiva amministrazione è del resto l’unico modo per criticare il regime. In Ucraina vige una censura ben più rigida di una “normale” censura di guerra. Il bavaglio è tale da aver suscitato le feroci critiche perfino di Open Democracy, un portale che annovera George Soros fra i suoi collaboratori.
CORRUZIONE IN UCRAINA, LE STORIE
I giornalisti ucraini possono però scrivere della corruzione che pervade il Paese e che inghiotte anche gli aiuti. Si tratta anzi di un tema molto occidentale e molto europeo: la lotta alla corruzione fa parte delle condizioni per l’erogazione di una corposa parte del fiume di soldi Ue destinati all’Ucraina.
Così i giornalisti ucraini indagano sulla corruzione. Hanno fatto emergere fra l’altro gli scandali delle uova d’oro e delle borracce d’oro destinate all’esercito.
L’inchiesta di Ngl Media sui kit di pronto soccorso evaporati ha ricostruito origine, viaggio e valore del carico. Oltre a 10 mila kit di primo soccorso militare, il container partito dagli Usa conteneva anche sacchi a pelo, maschere antigas, uniformi invernali, stivali. Valore complessivo: 1,1 milione di dollari.
Tutti questi aiuti destinati all’esercito sono arrivati a novembre 2022 alla frontiera fra Polonia ed Ucraina. Però poi il container è stato aperto per motivi sconosciuti e solo una piccola parte del contenuto è arrivata ad un magazzino di smistamento a Leopoli.
LE INDAGINI DELLA POLIZIA
I giornalisti di Ngl Media hanno rintracciato uno per uno tutti i volontari e gli esponenti delle amministrazioni locali che avrebbero dovuto ricevere il container per distribuirne il contenuto. Solo risposte evasive, vane promesse di interessamento, email rimaste prive di risposta. Sono riusciti ad appurare che l’amministrazione militare regionale di Leopoli ha distribuito in novembre le maschere antigas e le uniformi invernali: cioè i bruscolini. Ma il resto? Ora è in corso un’indagine di polizia.
Fin qui Ngl Media. Merita però due parole la natura del costoso materiale evaporato. I kit di primo soccorso individuale per i soldati sono gli Ifak, Individual first aid kit. Il loro contenuto può variare, ma di solito comprende laccio emostatico, particolari garze in grado di comprimere una ferita per arrestare l’emorragia, guanti di tipo medico, forbici o simili per tagliare gli abiti, barella ripiegabile per il trasporto di un ferito.
Questo materiale è in grado di fare la differenza fra la vita e la morte sul campo di battaglia, ma è praticamente inutile nella vita civile quotidiana.
A che pro, dunque, rubarlo? Si può solo pensare al desiderio di rivenderlo all’esercito. O di farlo pervenire esclusivamente ai soldati in grado di concedere una generosa mancia.
GIULIA BURGAZZI