L’Australia è attualmente al 104esimo posto per il numero di morti da coronavirus, una sorta di vittoria secondo i canoni che al momento guidano le nostre vite. Eppure il raggiungimento di tale posizionamento è incalcolabilmente alto e il danno che la società civile ha subito è qualcosa che non saremo in grado di colmare del tutto. La lista degli editti ha tirato i fili del tessuto sociale in innumerevoli modi e in conseguenza a questo l’Australia è diventata una meta meno ambita.
Prima del Covid-19, sarebbe stato il massimo della scortesia parlare in maniera rude ad un membro dell’equipaggio a bordo di un volo Qantas. Oggi, “gli abusi ostili” sono così comuni che le linee aereee australiane, supportate dalla polizia federale australiana, stanno conducendo una campagna per cui un commportamento scorretto può costarti fino a 10 anni di carcere e una multa a 6 cifre per aver fatto loro deviare un aereo. L’aumento della maleducazione è attribuito esclusivamente all’obbligo della mascherina, una regola che è stata imposta dall’agenzia governativa federale con poca considerazione di quello che è il personale di cabina, il cui lavoro è cambiato da essere quelli che chiedono le preferenze per il pranzo o la cena, da polizia che vigila sul rispetto delle regole anti-covid.
Questo quadretto illustra bene come l’autoritarismo comparso dall’arrivo del covid-19 sta lentamente erodendo lo spirito di mutuo rispetto che una volta rendeva l’Australia un posto speciale, popolato da persone tranquille. La descrizione fatta da D.H. Lawrence un secolo fa dell’incontro con gente alla mano conosciuta a Sidney, un luogo “ove tutto era facile e non c’erano noie”, era molto simile all’Australia dove vivevo fino a tre anni fa, ma è irroconoscibile oggi. L’Australia è un posto molto più illiberale, diffidente, censore, sospettoso e diviso nel 2022, di quanto non lo fosse all’inizio della pandemia.
La dichiarazione della pandemia nel 2020 è stato un regalo per la classe dirigente in Australia, il cui istinto di controllo sulle vite degli esseri umani considerati inferiori era già emerso negli anni precendenti. I leader politici hanno dichiarato uno stato di emergenza e ci hanno radunato attorno ad un nemico comune per rivendicare poteri straordinari e oltre la democrazia. L’utilizzo di quei poteri è divenuto ancora più illiberale nonostante la minaccia da covid fosse di fatto divenuta sempre meno presente.
La legittimità di tali regimi illiberali dipendeva, almeno all’inizio, sul mantenere un livello di paura elevato che potesse giustificare l’abbandono dei normali processi civili. I leader australiani hanno fatto questa con tutta la calma del mondo, assistiti in maniera entusiasta dai media, che hanno utilizzato modelli discutibili e consigli medici utili solo a legittimare ciò era francamente impensabile.