“Vive le Quebec libre” tuonava anni fa il generale Charles De Gaulle. E il Quebec torna libero. Nel giro di poche ore Trudeau ha avuto due solenne sberle dallo Stato francofono del Canada. Innanzitutto in Quebec dal 14 marzo cadrà l’obbligo vaccinale. La provincia francese segue quindi l’esempio dell’Ontario, la provincia più popolosa del Canada. Ma non basta: l’Assemblea Nazionale del Quebec rigetta ufficialmente l’uso dell’Emergency Act invocato da Justin Timberlake Trudino dal suo bunker (che immaginiamo essere meno tetro e più glamour di quello del suo omologo Cancelliere del Reich).

Un altro tassello sulla fine di Trudeau. Su questo punto dobbiamo osservare il silenzio di piombo dei media italiani. Trudeau sta perdendo definitivamente la sua battaglia contro il Freedom Convoy e oggi il centro del mondo non è Roma, Mosca, Pechino o New York: è Ottawa. Soprattutto non possiamo non sottolineare ancora una volta come mentre in Italia da ieri sono scattate misure da apartheid sudafricano, in Canada il castello di menzogne su cui si è retta la narrazione pandemica stia crollando.

Le hanno provate tutte per fermare i convogli della libertà. Da misure che solitamente vengono usate contro i terroristi come il congelamento dei conti correnti a misure francamente ridicole come il divieto di alcolici ai no vax . Nulla da fare: i camionisti sono stati accolti come eroi. Solo cinque giorni fa si è registrata una lunga fila di auto proveniente dalle principali città canadesi che si recavano in Quebec a dar manforte ai truckers.

Trudeau è oramai solo nel suo bunker. Così come lo è Biden, ultimo residuo di quell’obamismo che verrà presto spazzato via se non dal risorgere del trumpismo, da qualcosa che gli somiglia molto.

ANDREA SARTORI

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