Certe volte viene da pensare che tutti i roboanti annunci dei Paesi europei, relativi a obblighi e green pass, siano serviti soltanto a far sì che il governo italiano li recepisse in massa e ci ripropinasse tutto il pacchetto. Già: perché del famigerato obbligo vaccinale austriaco, con tanto di multe da 3 mila euro, non resta nulla; così come di tutte le altre restrizioni che invece da noi rimangono fermamente in vigore. Il proverbio, anziché “l’ultimo giapponese”, presto reciterà “l’ultimo italiano nella foresta”.

Dopo il Regno Unito, apripista, anche Israele, Olanda, Repubblica Ceca avevano annunciato allentamenti delle restrizioni. Ma sono le dichiarazioni austriache a terremotare la narrazione del Draghistan: il tanto decantato obbligo vaccinale, il primo e più severo al mondo, è stato cancellato ancora prima di entrare in vigore (il 15 marzo). E con esso le ridicole “lotterie” abbinate, che servivano a conseguire l’obiettivo del 90% di inoculati che anche Vienna segue pervicacemente e misteriosamente. Dal 5 marzo, inoltre, addio green pass in tutti i contesti e addio mascherine tranne in luoghi delicati come trasporti o ospedali.

La Svizzera non è mai stata troppo talebana riguardo al Covid, anzi i cantoni confinanti negli ultimi tempi hanno infierito sull’Italia invitando i nostri cittadini vessati dai lasciapassare a fare shopping in serenità oltre confine. Ma oggi, 17 febbraio, in Svizzera è Freedom Day: ogni provvedimento Covid è abolito. Fine delle mascherine, delle limitazioni e fine anche del green pass sul territorio nazionale. La Svizzera continuerà ad emettere Green Pass solo per chi deve recarsi all’estero nei Paesi dove viene ancora richiesto.

Per finire, la Germania. Sempre attenti alla pecunia, i tedeschi si sbrigano a tornare alla normalità prima che si sveglino i concorrenti Francia e Italia. Sanno che chi prima esce, prima avrà i vantaggi economici che l’Inghilterra si sta già godendo da settimane. In questi giorni non servirà più il pass nei negozi; dal 4 marzo il pass cadrà per ristoranti, bar e hotel, consentendo la ripresa del turismo; il 21 marzo cadranno tutte le restrizioni eccetto le mascherine in alcuni luoghi.

Dal nostro carcere a cielo aperto, dal nostro cupo totalitarismo dove ci viene impedito persino di lavorare, dalle nostre strade ancora piene di paranoici in mascherina che fuggono dai passanti, non ci resta che sognare la libertà. Che ormai è a portata di mano appena fuori dalla frontiera.

DEBORA BILLI

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