Il caso Djokovic ha reso gli Australian Open del 2022 a loro modo “storici”. Chiunque vincerà questa competizione porterà a casa una vittoria mutilata perché “ha vinto ma in assenza del numero uno”. Ma questi Open sono nati sotto una cattiva stella, e non solo per via di Djokovic. E soprattutto, non solo Djokovic ha avuto problemi con il visto .

Pochi hanno parlato del caso Voracova. Renata Voracova, tennista ceca, ha avuto gli stessi problemi di Djokovic, ovvero il visto cancellato. Si è parlato meno della sua odissea, ma i suoi racconti sono da brivido, e pongono seri interrogativi sul grado di civiltà dell’Australia.
“Sono stata trattata da criminale”racconta la campionessa ceca a BBC News Russian “Mi sono sentita come una criminale, ma non vi era ragione perché accadesse. Ho mandato tutti i documenti, e sono stati approvati. Se avessi saputo che c’era una possibilità dell’ 1 per cento che potesse andar storto, non l’avrei fatto”. La Voracova, che ha un’esenzione medica per reazioni avverse, è stata addirittura fatta spogliare durante l’interrogatorio, come si usa con i criminali: nessuno urla al sessismo quando si parla del siero, a quanto pare. La Women’s Tennis Association ha protestato reclamando la validità del visto della Voracova.

L’esenzione della Voracova era per eventi avversi. E nonostante occorra scavare per cercare la notizia, gli eventi avversi stanno avvenendo anche durante gli Australian Open. E’ stato molto bello il gesto dei tennisti Pedro Martinez e Federico Delbonis che si sono precipitati ad aiutare un raccattapalle che è letteralmente collassato per un malore.

Ma questi malori coinvolgono anche gli atleti. E’ il caso del tennista georgiano Nikoloz Basilashvili che si è dovuto ritirare da un match per via del respiro affaticato e sotto consiglio del suo medico.

Djokovic e la Voracova avevano semplicemente ragione. Ragione a non rischiare la vita. Sono stati trattati da criminali, mentre l’Australia pare ritenga accettabile che atleti e raccattapalle rischino di cadere come mele mature sul campo.

Lo spettacolo più triste, però, è vedere gli italiani che applaudono e gettano fango su Djokovic, invocando “le regole”. Ma se la regola fosse buttarsi da un burrone, lo fareste?

ANDREA SARTORI

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