Una volta che Mario Draghi ha fatto ritorno dalla sua visita a Joe Biden delle settimane scorse, ben poco si é saputo di quello che i due hanno davvero trattato oltre oceano, a parte le solite cose note.
A molti tuttavia non sarà sfuggito che durante la sua permanenza negli Stati Uniti, Draghi ha ricevuto un importante premio come uomo politico dell’anno all’Atlantic Council, insieme a Claudio De Scalzi, l’Amministratore Delegato di Eni.
Draghi ha espresso nella circostanza tutta la sua appassionata difesa della EU in un momento storico difficile a cui l’Italia certo non si sottrae, nella sua lotta al Covid da una parte, e contro Putin dall’altra, declamando parole di pace, tra un invio di armi e l’altro.
Da parte sua Claudio De Scalzi ha rappresentato invece la transizione ecologica dell’Italia, quel triste capitolo della storia per cui, per risparmiare sulle emissioni, si propone un improbabile car sharing in 5, senza nemmeno possedere la vettura, sperando di dissuadere il passeggero dal muoversi del tutto.
Ma a Washington (ed ai badanti di Biden) questo conglomerato di agenda 2030 deve essere piaciuto così tanto, che pare abbiano preso in seria considerazione la proposta di Mario Draghi di far entrare l’Italia nell’alleanza dei Five Eyes, a patto ovviamente di dar prima qualche aggiustatina ai servizi segreti, ancora troppo dalla mano leggera, per allinearli al resto del gruppo.
Gli statunitensi hanno infatti rimproverato a Draghi di non essere ancora riuscito con i servizi italiani a fare un buon lavoro di controllo (del dissenso), si veda il pasticcio delle liste di proscrizione di pochi giorni fa.
Ma hanno anche evidentemente apprezzato il fatto che l’Italia, riconoscendo di non essere in grado di combattere militarmente a fianco degli Stati Uniti, si proponga invece di farlo unendo la propria intelligence alla rete già esistente, seguendo pedissequamente le direttive imposte da coloro che la rete dei Five Eyes la comandano.
La storia dei Five Eyes ha origini lontane nel tempo, ma sostanzialmente si basa su un accordo di intelligence sharing tra Gran Bretagna e Stati Uniti che venne negoziato nel novembre del 1945 grazie a Harry Hinsly, Sir Edward Travis e Brig Tiltman, subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale.
Ad oggi fanno parte di questa struttura di intelligence condivisa cinque paesi appunto, Australia, Canada, Nuova Zelanda, Regno Unito e Stati Uniti d’America, in sostanza tutta l’anglosfera.
Nessuno mai si é inserito all’interno di questo gruppo che é per sua natura e costituzione un gruppo chiuso.
Avere una condivisione di informazioni su larga scala fino a decenni fa non era ovviamente così semplice come può invece esserlo oggi. I Five Eyes tuttavia hanno sviluppato una loro rete dal nome in codice Echelon, uno strumento che é in grado di catturare qualsiasi tipo di comunicazione, tra privati e non, e decifrarla in maniera tale da renderla fruibile a tutti i membri in tempo reale.
Per lungo tempo Echelon si é creduta una tecnologia di complottista e fantasiosa natura, fino a che però, in un suo dossier, é stata proprio l’Unione Europea a parlarne apertamente nel luglio del 2001.
L’UE nel dossier in questione, mentre ha dato ampiamente credito alla questione ritenendola addirittura un pericolo per i paesi membri, ha però questionato molto sulle capacità tecniche di tale rete, una rete che poteva apparire a tutti gli effetti un Leviatano del controllo globale.
Echelon era ed é infatti in grado di intercettare tutte le informazioni derivanti da comunicazioni via telefono, via fax, via email, trasmissioni satellitari, telefoni pubblici e altro.
Molti pensano e a ragion veduta che il fatto che proprio in quegli anni fosse creato il reality The Big Brother non sia stata affatto una coincidenza, ma un vero e proprio modo per programmare il pubblico TV per normalizzare una situazione limite.
Ad ogni modo, inviati della commissione europea organizzarono un viaggio a Washington D.C. nel maggio del 2001 per investigare meglio questa rete di sorveglianza globale prima di terminare il loro report ufficiale, e schedularono appuntamenti con la CIA e l’NSA.
Tuttavia tutti i meeting vennero cancellati dal governo statunitense e il comitato dovette tornare a casa con un nulla di fatto. La BBC anzi dichiarò pubblicamente che gli americani addirittura negavano l’esistenza della rete.
Tutto era stato ben preparato per far sì che quando il report sarebbe uscito tre mesi dopo sarebbe finito immediatamente e direttamente nel dimenticatoio. E così accadde. Per lungo tempo, nonostante nel 2001 ci sarebbero stati anche gli attentati che tutti ricordiamo ai punti nevralgici americani.
Nel 2014 fu poi un nuovo un report della Unione Europea a rinfrescare la memoria, report che divenne necessario dopo che Privacy International, un’organizzazione per la privacy dei cittadini, dichiarò che la rete di intelligence condivisa dai Five Eyes attraverso Echelon agisse contro l’interesse degli individui e ne violasse palesemente i diritti umani più elementari.
Edward Snowden e Julian Assange, non a caso nemici giurati di Obama e della Clinton, parleranno ampiamente e a loro spese tra il 2014 ed il 2015 di Echelon rendendo pubblici e fruibili i concetti di controllo invasivo e pervasivo operato ai danni dei cittadini del mondo.
Entrambi grideranno fino alle estreme conseguenze che senza privacy non esiste individuo, senza privacy esiste solo una società distopica in cui tutto é livellato e pensato dagli organi di governo e di oppressione e in cui il Grande Fratello altro non é che una triste realtà.
Senza privacy non vi sono opinioni, non vi sono pensieri. Vi sono solo ordini.
E a Snowden e Assange abbiamo visto come é andata.
Snowden é dovuto fuggire, ed ha ottenuto nel 2020 il permesso di vivere in Russia sotto la protezione del governo di Putin, Assange invece, sarà estradato in USA dove se va bene rimarrà vivo e sconterà le prossime due vite in carcere.
C’é da chiedersi a che pro Draghi abbia mendicato la micro fettina italiana nella torta multi strato dei Five Eyes, visto di cosa si tratta e di cosa é capace questa rete.
Entrarci e farne parte significherebbe avere un ruolo attivo (e non più solo passivo) in un grande fratello che renderebbe anche gli italiani monitorati non più solo dagli altri, ma anche e soprattutto dal proprio governo.
Censura soffocante, lotta senza quartiere all’opposizione, altro che liste di proscrizione sui social. Quelle, a confronto, sembreranno le liste dei bambini cattivi sulla lavagna.
Ma non solo. Nel momento storico attuale, significherebbe anche l’ancora più netto distacco dal Cremlino e da tutta l’economia e politica non allineata, come ad esempio i Brics. Nonché una dipendenza ancora più marcata dall’asse anglo-americano.
Come disse Snowden, ex informatico USA, in una famosa intervista:
” Ricordate che i governi hanno utilizzato il covid e le leggi per l’emergenza per completare la costruzione dell‘architettura dell’oppressione e del controllo.“
Sicuro Mario Draghi che gli italiani vogliano questo? Vi sono più che buone ragioni per dubitare che questo rappresenti il volere popolare. Quindi, non in nostro nome.
MARTINA GIUNTOLI
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